Riciclaggio, sequestrate a Gianfranco Fini polizze vita per un milione di euro
Altra mazzata per Gianfranco Fini: la Guardia di Finanza ha proceduto a un sequestro preventivo di un milione di euro riconducibili a due polizze vita intestate alle figlie dall'ex presidente della Camera. Il provvedimento, sollecitato dal pm Barbara Sargenti e dall'aggiunto Michele Prestipino, coordinatore della Dda, rientra nell'inchiesta bis che riguarda tra l'altro la vendita dell'immobile di Montecarlo e che ha coinvolto il "re delle slot" Francesco Corallo con Fini indagato per riciclaggio in concorso con la compagna Elisabetta Tulliani e il cognato Giancarlo Tulliani.
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L'ex presidente della Camera è stato "artefice dei rapporti che si sono instaurati tra Corallo e i membri della famiglia Tulliani, rapporti in forza dei quali costoro hanno ricevuto dal primo cospicue somme di denaro, in assenza di qualsiasi causale logica, ovvero in presenza di causali non collegabili a reali prestazioni effettuate". "Proprio sulla base di queste nuove indagini - sottolineano gli investigatori della Guardia di Finanza - è stato emesso il decreto di sequestro preventivo eseguito oggi".
Il provvedimento cautelare segue un altro sequestro preventivo del valore di 7 milioni di euro, già eseguito a febbraio nei confronti di Giancarlo, Sergio ed Elisabetta Tulliani, in relazione a diversi reati, tra cui episodi di riciclaggio e autoriciclaggio commessi secondo l'accusa in concorso con Fini. "Si tratta - ricordano le Fiamme gialle - di reati emersi nell'ambito di una più ampia attività d'indagine che ha già portato alla esecuzione, in data 13 dicembre 2016, di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta, in quanto facenti parte di una associazione a delinquere aggravata, a carattere transnazionale, dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, promossa e diretta da Corallo".
L’analisi dei flussi finanziari oggetto di riciclaggio ha permesso di ricostruire "un circuito economico fraudolento posto in essere dai sodali i quali si adoperavano, attraverso la costituzione di numerose società offshore, a trasferire, dall'Italia verso numerosi Paesi europei ed extraeuropei, somme di denaro oggetto di peculato, e sottratte alla pretesa impositiva erariale". I proventi conseguiti dall'associazione capeggiata da Corallo sarebbero stati utilizzati per attività economiche, finanziarie, ed acquisizioni immobiliari, tra cui la compravendita dell'immobile di Montecarlo. Le Fiamme gialle hanno anche accertato come i membri della famiglia Tulliani dal 2008 abbiano ricevuto, per il tramite di società offshore riconducibili a Corallo, oltre 7 milioni di euro, trasferiti su conti personali e su conti di società a loro direttamente o indirettamente riconducibili: "I Tulliani - spiegano gli investigatori - consapevoli della provenienza delittuosa del denaro si sono adoperati per reinvestire e reimpiegare le stesse somme in beni immobili siti nel comprensorio di Roma e provincia". Tali evidenze avevano consentito al Gip di emettere, già a febbraio 2017, un decreto di sequestro per equivalente relativo a beni immobili, mobili e conti correnti, della famiglia Tulliani, per un valore di oltre 7 milioni.
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