Igor, la scoperta. Il biglietto che lo ha fregato: cosa c'è scritto (e che ci ha fatto)
di Alessandro Dell'Orto
Una catasta di legna secca. Ramoscelli tagliati anni fa e abbandonati, ammassati l'uno sull'altro - una montagnetta di tre metri di larghezza - con foglie e sterpaglie. Li guardi attentamente e mai penseresti che lì sotto possa essersi nascosto qualcuno, figuriamoci un uomo robusto, un Rambo muscoloso e alto un metro e 75. Già, invece potrebbe essere proprio così. Perché sotto quella catasta di legna secca scoperta nell'angolo di un giardino ad Argenta (provincia di Ferrara) - sostengono con certezza gli inquirenti - si sarebbe rifugiato, a Pasqua, Norbert Feher, 40 anni, meglio conosciuto come Igor il russo: il killer accusato degli omicidi di Budrio e Portomaggiore e ricercato da un mese nelle campagne emiliane, groviglio di boschi, canali e acquitrini a cavallo tra le province di Bologna e Ferrara.
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«Sono passato a tagliare l'erba con il decespugliatore, era tutto in ordine, poi ho trovato quel pertugio», ha spiegato Mauro Calzolari, il proprietario del giardino, al quotidiano il Resto del Carlino. Sì, un pertugio. Una fessura alla base del mucchietto di legni che dà accesso all'interno di una tana scavata nel terreno.
Un perfetto nascondiglio per chi si sente braccato e ha bisogno di qualche ora di riposo, un riparo di emergenza che Igor - facile immaginarlo rannicchiato e infreddolito, al silenzio con il solo tum tum del cuore a scandire il tempo - potrebbe aver sfruttato in attesa di uno spostamento notturno o di trovare un giaciglio più grande. I carabinieri sono certi che sia andata proprio così.
«Hanno portato due cani molecolari - ha spiegato ancora Calzolari - ed entrambi hanno fiutato tracce del fuggitivo, continuavano a stare qui. Poi si sono spostati lungo l'argine e hanno fiutato un'altra tana proprio accanto al fiume, in mezzo al canneto, duecento metri da qui. Lì è stato trovato il secondo luogo, considerato una sorta di letto».
Scenari da film, ipotesi fantasiose di un uomo in fuga che secondo molti sarebbe già lontanissimo (in qualche città del nord o addirittura all'estero), ma che secondo le forze dell'ordine, invece, sarebbe ancora in zona. Teoria, quest'ultima, basata proprio sul ritrovamento dei rifugi. Questo nel giardino della villa tra i rami secchi, ma anche quello scoperto pochi giorni fa: un covo costruito impastando fango e vegetazione su un buco già esistente e mimetizzato con rami e foglie, ma soprattutto collocato in un punto elevato per avere la visuale libera dei campi attorno e accorgersi di possibili intrusi. Costruzioni e ricostruzioni, suggestioni. E testimonianze.
Tante. Che ci portano a ipotizzare un Igor diverso da come ce l'hanno sempre dipinto. Sì, le immagini del guerriero dagli occhi di ghiaccio delle foto segnaletiche e del manager con il pizzetto ritratto su Facebook devono lasciare spazio all'idea di una persona stanca. Sofferente. Forse ferita. E, ovviamente, con un aspetto totalmente diverso da quello conosciuto, magari con barba e capelli lunghi. Un po' come hanno raccontato prima un pakistano a Consandolo (dice di essere stato avvicinato da un uomo con la barba lunga, smagrito e febbricitante che voleva rubargli la bici) e ora un marocchino a Bando (altro paesino ferrarese della zona): «Ero davanti al giardino di casa, verso le 20.30 e giocavo con il cane, quando ho visto un uomo sulla strada. Ci siamo guardati e l'ho riconosciuto, era quello della foto sui giornali.
Non ho dubbi. Era vestito di scuro, con la barba e i capelli lunghi e uno zaino sulle spalle. Quando mi ha visto si è subito allontanato di corsa. Io ho chiamato la polizia, che mi ha passato i carabinieri e dopo pochi minuti sono arrivati, ma l'uomo era già sparito».
Un altro avvistamento è stato segnalato alcune notti fa, sempre nella zona di Consandolo. Un "cacciatore" dei reparti speciali dei carabinieri sostiene di aver inquadrato un uomo nel mirino a infrarossi del fucile a circa un chilometro e trecento metri di distanza. Il militare non ha sparato per ovvi motivi (poteva essere chiunque) e poi, sul posto, non è stata trovata traccia di Igor. Vicino al passaggio, però, sono stati raccolti uno scontrino della spesa del supermercato Lidl di via Celletta ad Argenta (gli acquisti erano: Coca Cola, cioccolata, carne e shampoo), accartocciato vicino alle radici di un albero, e il contorno di plastica di una tessera telefonica marcata Vodafone infilato nella terra fresca. Difficile che possano essere tracce lasciate dal killer, ma il tutto è stato comunque consegnato ai Ris.
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