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mercoledì 31 maggio 2017

Ha vinto il bastardo di Budrio Stato sconfitto, brutta voce: perché non lo troveremo mai

Igor il Russo, l'ultima beffa del fuggitivo di Budrio



Quasi due mesi. Dopodomani saranno sessanta giorni dall'omicidio di Budrio compiuto da Igor Vaclavic, detto il russo, ai danni del barista Davide Fabbri. Tocca constatare, come ricostruisce Il Giornale, che ha vinto lui. Nonostante di due mesi di caccia all'uomo, la più costosa e massiccia tra quelle mai fatte in Italia, Igor è sparito. Puff. Non si trovare. 

Alla caserma dei carabinieri di Molinella dicono: "Il dispositivo operativo è lo stesso di un mese fa, nessuna riduzione. I giornalisti, molto presenti nei primi giorni di aprile, adesso non ci sono. L'attenzione mediatica è crollata. 

La “Cittadella della Pace”

A La Spezia, seguendo le parole di Papa Francesco, è nato un rifugio per chi fugge dalla guerra.



Se all'inizio tutto il paese era un posto di blocco unico, oggi i controlli sono radi.  Ieri, in tutta la vasta solo due posti di blocco: uno a Campotto, al ponte sul Reno, uno a Traghetto, verso il paese che le voci danno come ultimo avvistamento, Ospital Monacale.

Le speranze stanno svanendo. Ha smesso di crederci anche al bar Riccardina di Budrio c' è il bar dove il 1° aprile il serbo fece la sua prima vittima. Ci sono gli striscioni "Giustizia per Davide", "Davide un eroe", quello sì. Si sfoga la vedova di Fabbri: "È uno schifo, si devono vergognare. Lo Stato ci ha abbandonato. Questa caccia è una farsa. Per una settimana dopo la morte di Davide non si sono mossi, e anche quando hanno iniziato, poi cosa hanno fatto per davvero? Niente".

"Se avessero voluto davvero prenderlo", spiega la donna, affranta, "l'unica soluzione era mettere una taglia: e i suoi amici se lo sarebbero venduto subito. Invece i politici sono venuti qui in parata, hanno fatto il loro teatrino. Si devono vergognare tutti. E prima di loro i giudici che lo hanno liberato e gli hanno permesso di restare qui. Igor lo disse chiaramente a un suo amico: Resto in Italia perché qua tutto è permesso".

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