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sabato 6 maggio 2017

"Asse con Cuba e Venezuela" Qualcuno fermi Di Maio: l'idea kamikaze sul petrolio

Luigi Di Maio spiega la politica estera del M5S: "Ritiriamo le truppe italiane e sulla crisi libica affidiamoci a Cuba o Venezuela"



L'Italia dovrebbe ritirare le sue truppe da tutte la aree in crisi nel mondo, ridurre il suo contributo economico alla Nato e spostare quelle risorse per il reddito di cittadinanza. La linea del M5S sulla politica estera si fa più chiara del sole a mezzodì dopo l'intervista a La Stampa rilasciata dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, appena rientrato dall'intervento con i ricercatori europei di Harvard. Col piglio del diplomatico consumato, Di Maio assicura che una volta al governo, i grillini faranno la voce grossa con gli Stati Uniti: "A volte si rischia di diventare troppo proni verso gli Usa - ha detto commentando l'ultimo faccia a faccia di Donald Trump con Paolo Gentiloni - Bisogna ragionare per priorità, pensiamo che si possa discutere con l'amministrazione americana per trovare una soluzione. Gentiloni non ci ha nemmeno provato. È venuto qui e Trump ha detto che pagherà. Questo non è comportarsi da alleati, quali noi vogliamo essere".

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Dal punto di vista militare, Di Maio non ha nessuna intenzione di trattenere le truppe italiane in Afghanistan: "Per anni abbiamo formato esercito e poliziamo, lasciamo ora che vada avanti col suo governo". E per sconfiggere l'Isis la soluzione è già pronta: "Dobbiamo chiedere ai Paesi che continuano a comprare il petrolio di contrabbando dall'Isis, e quelli con le fondazioni caritatevoli sunnite che fanno transitare i soldi per i terroristi, di tagliare i ponti".

La soluzione più illuminante però Di Maio la riserva per lo stato libico in eterno conflitto: "I Paesi occidentali che hanno interessi petroliferi nel Paese non sono credibili per mettere insieme le tribù e le varie comunità locali - ha detto lapidario - Noi proponiamo una conferenza di pace che coinvolga i sindaci e le tribù, mediata da Paesi senza interessi, tipo quelli sudamericani del gruppo Alleanza bolivoriana - tipo Cuba o Venezuela - Poi dobbiamo smettere di affidarci a Serraj come persona che possa risolvere la questione. Non è un capo legittimato dalle tribù o dai libici. Dobbiamo mettere intorno al tavolo chi conta, non inventarci un soggetto che purtroppo al massimo controlla un tratto di costa". 

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