Multe, occhio alla fregatura: come ce le vogliono far pagare due volte
di Francesco Vecchi
Se hai torto paghi 30 euro, se hai ragione ne paghi più di 60. Piccolissimo esempio del paese dei contrari, l'Italia, che è riuscita a far digerire ai suoi cittadini logiche tanto perverse da non suscitare più nemmeno stupore. Quando è successo che abbiamo smesso di indignarci per il costo insensato dei ricorsi contro le multe? Come è possibile che passi con appena un' alzata di spalle l'idea che quando la multa è bassa sia più conveniente pagare?
Con il decreto «misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa» (invito peraltro ad apprezzare la parola trasparenza) sono stati alzati i contributi necessari per sottoporre a un giudice di pace le multe dubbie o controverse. Da allora, quasi 3 anni fa, le amministrazioni locali hanno decuplicato gli incassi provenienti dalle sanzioni, facendo registrare un clamoroso +956% che vale all' Italia il primato europeo. Sarà un caso? O gli italiani, asfaltati dalla burocrazia, hanno deciso di arrendersi e di pagare le multe anche quando illegittime?
No, perché di fronte a uno Stato che non sbaglia mai e che tratta i cittadini come clienti e non come sudditi, non avremmo neanche il dubbio: pagheremmo e basta. Invece le irregolarità commesse dalle amministrazioni sono tantissime e la verità è che semplicemente hanno trovato il modo di farci pagare 1,3 miliardi di tasse sotto altra forma.
Sono irregolari ad esempio le multe effettuate dagli ausiliari della sosta al di fuori delle strisce blu. Sono irregolari le foto scattate da autovelox in cui compaia più di un veicolo: la multa infatti viene attribuita a quello nella corsia più veloce, ma chi può assicurare che non sia stato uno degli altri a far scattare la sanzione? Sono irregolari tutte le multe effettuate da apparecchiature elettroniche non omologate. Eppure più di una gola profonda, tra agenti di polizia stradale e installatori, hanno raccontato che basta pochissimo per modificare il risultato della rilevazione e di aver subito molte pressioni perché crescesse il numero delle multe effettuate. Nel caso degli autovelox è sufficiente posizionare il dispositivo in modo che non sia perfettamente parallelo alla strada ed ecco che la distanza percorsa da un' automobile in un dato lasso di tempo risulta maggiore e dunque più alta la velocità. Ma d'altra parte non serve conoscere il teorema di Euclide per farsi due conti: come mai l'incasso delle multe negli ultimi 3 anni è cresciuto a ritmi così spaventosi in Italia, Grecia e Romania ed è rimasto pressoché invariato in Inghilterra, Germania e Svezia? E come fa il Comune di Milano, che ha già il record di multe per patentato con una media di 1 sanzione ogni 10 secondi, a prevedere che nel corso del 2017 incasserà 22 milioni di euro in più rispetto all' anno precedente? I casi sono due: o deve far tornare i conti oppure ammettere che tante multe non servono a disciplinare gli automobilisti.
Sia chiaro: gli indisciplinati devono pagare, ma il sistema così organizzato è una truffa. Ai cittadini è stato tolto il diritto di difendersi e in questo modo i comuni hanno mano libera per bastonare, 30 euro di qua, 40 di là. È scandaloso. Il costo del ricorso deve essere messo in conto solo a chi ha torto. Chi ha ragione, perché deve pagare? Casomai, per tutto il tempo perso, dovrebbe ricevere una scatola di cioccolatini e un biglietto di scuse.
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