Caccia a Igor, il retroscena horror: "Perché non abbiamo potuto sparargli"
Cecchini, 800 agenti che lo cercano palmo a palmo nella palude della Bassa, posti di blocco: nelle campagne tra Budrio e Ferrara è caccia a Igor Vaclavic "il russo", che forse russo non è ma slavo. E che di sicuro ha ammazzato il barista Davide Fabbri e, 7 giorni dopo, il guardiapesca Valerio Verri, oltre ad aver ferito gravemente la guardia giurata Marco Ravaglia. E ora è psicosi tra i casolari, dove la gente del posto che lo conosce bene ("Pensavamo fosse un ladro di polli") lo aspetta con i fucili e il terrore in corpo.
Come riporta Repubblica, nella notte tra sabato e domenica gli agenti lo hanno visto per tre volte, gli hanno intimato "alt" e sparato in aria e poi lo hanno visto fuggire tra canali, canneti e boschi. I carabinieri non hanno potuto sparare ad altezza uomo, troppo alto il rischio di ferire mortalmente gli altri colleghi sparsi nel giro di poche centinaia di metri. "Non c'erano le condizioni", spiegano. Igor vive all'addiaccio, trova riparo in capanni degli attrezzi, si ciba di frutta e verdura rubata negli orti. Lo faceva anche prima di diventare un "Rambo" emiliano. Minacciava i contadini con arco e frecce. Naif? No, spietato: "Non mi ha fatto male, ma mi ha terrorizzato", ha ricordato una sua vittima. Il suo obiettivo sarebbe arrivare sull'Adriatico, per poi tornare nella ex Jugoslavia da dove, probabilmente, arriva. È noto all'Interpol, la sua nazionalità sarebbe serba ma utilizza da tempo diversi nomi e documenti falsi. Pronto a tutto e armato fino ai denti, con due pistole e soprattutto decine di munizioni. Per catturarlo sono arrivati reparti speciali da tutta Italia, compresi i "cacciatori" che in Calabria trovano i rifugi dei latitanti in Aspromonte. Ma la palude, la "riserva naturale", è casa sua, e non sarà facile.
Come riporta Repubblica, nella notte tra sabato e domenica gli agenti lo hanno visto per tre volte, gli hanno intimato "alt" e sparato in aria e poi lo hanno visto fuggire tra canali, canneti e boschi. I carabinieri non hanno potuto sparare ad altezza uomo, troppo alto il rischio di ferire mortalmente gli altri colleghi sparsi nel giro di poche centinaia di metri. "Non c'erano le condizioni", spiegano. Igor vive all'addiaccio, trova riparo in capanni degli attrezzi, si ciba di frutta e verdura rubata negli orti. Lo faceva anche prima di diventare un "Rambo" emiliano. Minacciava i contadini con arco e frecce. Naif? No, spietato: "Non mi ha fatto male, ma mi ha terrorizzato", ha ricordato una sua vittima. Il suo obiettivo sarebbe arrivare sull'Adriatico, per poi tornare nella ex Jugoslavia da dove, probabilmente, arriva. È noto all'Interpol, la sua nazionalità sarebbe serba ma utilizza da tempo diversi nomi e documenti falsi. Pronto a tutto e armato fino ai denti, con due pistole e soprattutto decine di munizioni. Per catturarlo sono arrivati reparti speciali da tutta Italia, compresi i "cacciatori" che in Calabria trovano i rifugi dei latitanti in Aspromonte. Ma la palude, la "riserva naturale", è casa sua, e non sarà facile.
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