#afiancodelcoraggio, i premiati del concorso letterario sui tumori
di Martina Bossi
La prima edizione del concorso #afiancodelcoraggio, progetto letterario ideato da Roche con l’obiettivo di promuovere un cambiamento culturale nell’approccio ai tumori femminili e sensibilizzare la società sugli aspetti psicologici e sociali delle patologie oncologiche, ha avuto il merito di accendere i riflettori su una nuova prospettiva. A coronare la grande attenzione generata dall’iniziativa è stata una cerimonia che ha mostrato tutta l’emozione che questo premio è stato in grado di suscitare. Un’iniziativa nata e pensata per le donne, ma sviluppata a partire da una nuova prospettiva: quella degli uomini che le hanno accompagnate nel difficile percorso della malattia e hanno scelto di condividere la loro esperienza in forma di racconto, a testimonianza di quanto resti ancora da fare affinché questo male non sia solo un problema delle donne che ne soffrono, ma un tema da condividere con l’intera collettività, che può sostenerle ed aiutarle. A riprova della più alta condivisione dello spirito della manifestazione e dell’attenzione verso quest’iniziativa è arrivata anche la concessione della medaglia del Presidente della Repubblica. Molto sentito anche il dibattito in rete, con #afiancodelcoraggio diventato più volte trend topic arrivando al terzo posto in Italia la sera della premiazione.
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“Il premio #afiancodelcoraggio ha l’ambizione di cambiare il paradigma con cui tradizionalmente viene affrontata la difficile esperienza del tumore da parte delle donne. Se più spesso infatti è la donna a raccontare la propria lotta contro il tumore, riteniamo sia altrettanto importante non dimenticare di ascoltare la voce di chi le sta a fianco in questo difficile percorso che tocca l'intera sfera intima ed affettiva. In questi mesi ci siamo confrontati con tante storie, vere e di coraggio, e poter raccogliere le emozioni e i sentimenti attraverso le parole di mariti, compagni, figli, fratelli è stata una vera novità. Questo premio ci ha aiutato a capire come momenti difficili, nati nel dolore, nella rabbia e nella disperazione, possano in molti casi tramutarsi in un cammino di speranza. – afferma Maurizio De Cicco, Presidente e Amministratore Delegato di Roche Italia – Lavorare per un’azienda che grazie ai suoi farmaci è stata in grado di cambiare la storia, la vita, il futuro di tante donne ci inorgoglisce e ci fa sentire parte integrante di queste storie di vita. Con questo premio speriamo di aver contribuito ad arricchire di nuove sfumature il significato alla parola vita, attraverso il racconto di queste esperienze, che sono storie di dolore e di sofferenza, ma anche di coraggio e di rinascita. Storie di uomini e di donne in tanti casi più forti della malattia”.
Protagonisti della serata i tre autori delle storie finaliste Stefano Chiesa, Marco di Gilio e Fabio Glionna, risultato poi vincitore. La sua storia racconta la sfida contro il tumore con la leggerezza della metafora sportiva dove - a differenza dell’insegnamento di De Coubertin - l’importante è vincere e non partecipare. I tre finalisti sono stati affiancati da tre testimonial d’eccezione Sabrina Impacciatore, Gian Marco Tognazzi e Alessandro Preziosi che alla presenza del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin hanno fatto un appello al voto alla giuria presieduta da Gianni Letta e composta da Paola Binetti, Nicoletta Cerana, Emilia Grazia De Biasi, Stefania Gori, Annamaria Mancuso, Myrta Merlino, Federica Pontremoli, Alberto Ricciuti, Carlo Rossella, Maria Sole Tognazzi. La storia vincitrice prenderà adesso forma grazie ai produttori e distributori cinematografici, Lotus (Leone Film Groups), Circuito Cinema e Massimo Ferrero Cinemas che la trasformeranno in un corto che sarà proiettato nelle sale cinematografiche italiane nel mese di ottobre 2017, e distribuito anche attraverso i canali messi a disposizione dagli altri partner, quali le Associazioni di Pazienti ACTO (Alleanza Contro il Tumore Ovarico) Onlus, Attivecomeprima Onlus, Salute Donna Onlus, il settimanale GRAZIA e le reti televisive IRIS e La5.
“Il ruolo della giuria è stato difficile. Ci siamo confrontati con il vissuto doloroso e toccante dei candidati, che ha arricchito tutti i componenti, sebbene il giudizio sia stato sui racconti e, in particolare, su parametri stabiliti dal bando, in grado di individuare lo scritto più adatto ad essere trasformato in un video - commenta presidente Gianni Letta - Ritengo che questo premio abbia il pregio di contribuire davvero a rafforzare il dialogo tra uomo e donna nel percorso della malattia e credo che il significato del premio #afiancodelcoraggio sia tutto nel titolo. È bello, suggestivo, efficace e capace di raccontarne il motivo: condividere il dolore e la speranza, lottare insieme per la guarigione. La capacità di stare vicino, di sostenere, di aiutare, di confortare e, soprattutto, di spingere a lottare per vincere”.
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