Csm, scontro con Woodcock sulla fuga di notizie
Batosta del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini al pm Henry John Woodcock. Legnini ha infatti espresso "apprezzamento" per la Procura di Roma perché dopo la fuga di notizie sull'inchiesta Consip "ha immediatamente avviato una indagine penale e iniziative finalizzate a preservare il prosieguo delle indagini". Riporta il Corriere della Sera che il vicepresidente del Csm ha affermato che "il tema del segreto di indagine non possiamo farlo gravare sugli organi di informazione, ma riguarda gli uffici giudiziari". Un'accusa netta proprio alla Procura di Napoli, titolare e "custode" del fascicolo da diversi mesi. Perché, la "gravità delle fughe di notizie si concretizza nel rischio di ledere il principio costituzionale di non colpevolezza".
Pronta la risposta di Woodcock: "il vicepresidente Legnini sostiene una tesi giusta e corretta, perché la prima vittima delle fughe di notizie è il pubblico ministero", considerato che "se devo andare a interrogare una persona e sui giornali viene pubblicato il contenuto degli atti processuali, le mie verifiche sono bruciate". Ovvero quello che è successo alla vigilia dell'interrogatorio di Tiziano Renzi: "Solo un cretino potrebbe agevolare una cosa del genere". E ancora: "Io apprezzo e concordo con quanto detto dall'onorevole Legnini in ordine all'assoluta impellenza di una riflessione circa gli strumenti organizzativi idonei per tutelare il segreto investigativo. Proprio a tale riguardo, e in questa prospettiva, credo che abbia grande rilievo e rivesta straordinaria attualità la riflessione delle ultime settimane sulla applicazione dell’articolo 18 comma 5 del decreto 177 del 19 agosto 2016".
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