Flat tax, cosa c'è dietro davvero (e perché la Brexit ci può far godere)
Roma come Malta, Milano come Londra. Parlando di tasse, s'intende. Anzi di flat tax, appena introdotta dal governo italiano. L'imposta forfettaria da 100mila euro punta a portare fiscalmente in Italia i "ricconi" (tecnicamente parlando gli High net worth individual) con alto patrimonio e redditi prodotti all'estero. Per estensione potranno aderire anche uno o più familiari, al modico prezzo di 25mila euro a testa. Secondo le stime, il nuovo regime potrebbe portare tra le braccia del Fisco nostrano circa 1.000 nuovi contribuenti. Nel mirino ci sono manager dell'alta finanza, artisti, cantanti, attori, sportivi di alto livello (dal golf al motociclismo fino alla Formula 1, residenti tradizionali di un paradiso fiscale come Montecarlo, per esempio).
Come ricorda anche Il Giornale, comunque, la tassa agevolata riguarderà solo chi è residente all'estero da almeno 9 periodi d'imposta negli ultimi 10 anni. Sono favoriti perciò i "nuovi" rispetto a chi, italiano, ha fatto anni fa la scelta di "scappare" Oltralpe per pagare meno tasse. Non diventeremo un vero e proprio Paradiso fiscale, ma l'obiettivo concreto è quello di soppiantare Londra come capitale "defiscalizzata" d'Europa, puntando anche sugli effetti ancora sconosciuti della Brexit.
La sinistra si dice contraria (per Sergio Cofferati è "una misura sbagliata e sleale", altri parlano erroneamente di condono), la grillina Carla Ruocco in un'intervista all'Huffington Post sfotte sostenendo che il governo fa il gioco di "sceicchi arabi e ricconi russi". Di sicuro, l'Italia diventa concorrente diretta di paesi come Portogallo, Irlanda e Spagna (che hanno sistemi agevolati analoghi per gli stranieri), scommettendo però su un tessuto finanziario e produttivo migliore. Basterà per il grande rilancio?
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