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giovedì 22 dicembre 2016

Mps, tempo scaduto: trema chi ha i conti Le tre opzioni per evitare il disastro finale

Terremoto Mps, la minaccia per i correntisti. Le tre opzioni per salvare i conti



Manca solo l'ultimo pezzo del decreto salva-banche del governo per evitare un massacro ai 40 mila obbligazionisti subordinati di Monte dei Paschi di Siena. Il Consiglio dei ministri si riunirà entro domani sera, comunque a mercati chiusi, per "minimizzare o annullare" l'impatto che l'intervento dello Stato a favore dell'istituto senese, sostanzialmente inevitabile dopo la rinuncia degli investitori privati.

Con il fallimento dell'aumento di capitale, la cui scadenza era fissata alle 14 di oggi, il governo potrà già intervenire grazie all'approvazione in tempi record del piano di salvataggio da 20 miliardi di euro. Il lungo weekend natalizio che terrà fermi i mercati darà l'opportunità al governo di applicare il burden sharing, la direttiva europea che permetterà una strada meno traumatica per la soluzione della crisi bancaria, partendo con una ricapitalizzazione precauzionale da 5 miliardi, così da proteggere in primis i correntisti e gli obbligazionisti senior.

Mentre la strada è segnata per gli azionisti Mps, c'è ancora speranza per gli obbligazionisti e i loro 2 miliardi che i risparmiatori al dettaglio hanno investito nel 2008, come ricorda Repubblica, per finanziare l'acquisizione di Antonveneta. Con questa situazione, il ministro Pier Carlo Padoan avrebbe tre strade possibili davanti a sè.

La prima opzione di Padoan prevederebbe la conversione forzosa dele obbligazioni subordinate in azioni, con inevitabile riduzione del valore delle azioni, con una successiva integrazione da parte del governo. La seconda opzione rispecchierebbe lo schema usato lo scorso anno per liquidare le note quattro banche. Sarebbero quindi azzerate le subordinate e dato il via libera al ristoro dei risparmiatori, solo se viene dimostrato il raggiro o applicando dei parametri "sociali". L'ultima scelta del governo potrà favorire di più i sottoscrittori del prestito, con il riacquisto statale di tutte le obbligazioni subordinate.

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