Enrico Mentana, la profezia catastrofica: "È come il 1993"
Enrico Mentana da tempo è diventato uno dei giornalisti in cui gli italiani ripongono più fiducia, principalmente grazie al massiccio utilizzo che il direttore del Tg La7 fa dei social network, dove interviene nei commenti e mantiene un rapporto vivo tra lettore e autore. Nell'ultimo post pubblicato su Facebook Mentana esprime tutto lo sconforto e la delusione nei confronti della politica italiana attuale. Un periodo che gli ricorda addirittura il 1993, anno dello scandalo Tangentopoli e non solo.
Il direttore fa un breve ventaglio della situazione attuale ("forconi-Napoli, voto anti referendum sul jobs act, ministro della scuola senza laurea né diploma. Sala indagato, Marra arrestato") e manifesta la sua tristezza. Centinaia le condivisioni, a migliaia i like, per non parlare dei commenti. Alcuni se la prendono per la questione Fedeli, ma con il solito savoir-faire Mentana spiega che non ce l'ha con il ministro, quanto più con Gentiloni, che con la sua scelta ha offerto il fianco a tutte le polemiche degli ultimi giorni.
Nei commenti successivi il livello si abbassa, e prima di sparire dal botta e risposta il giornalista risponde a un follower un po' troppo sopra le righe, che aveva definito, in riferimento al referendum, il popolo come "bue". "Il "popolo bue - spiega Mentana - è quello che fa la differenza tra la democrazia e gli altri sistemi. Io me lo tengo stretto, lei faccia quel che vuole. Ma si ricordi che dare del bue al prossimo implica il rischio della reciprocità".
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