Denis Verdini, la vendetta su Paolo Gentiloni: lo affonda nelle commissioni
Rimasti fuori dal governo, i verdiniani preparano la loro rivincita su Paolo Gentiloni (e Matteo Renzi). Non si tratta soltanto della fiducia, che non viene votata al nuovo esecutivo, come annunciato da Denis Verdini proprio mentre Gentiloni proponeva al Quirinale la lista dei suoi ministri. Il fatto che ad Ala non sia stato concesso un posto in consiglio dei Ministri - avevano chiesto due dicasteri, si sarebbero "accontentati" di uno -, così, rischia di minare la tenuta dell'esecutivo (che, in precedenza, Ala aveva sostenuto senza contropartite).
E i verdiniani, come detto, preparano la loro freddissima vendetta. La preparano nelle commissioni: senza i 18 senatori di Ala, come sottolinea Il Giorno, il Pd rischia di perdere la maggioranza in quasi tutti gli organi collegiali. Si pensi per esempio alla commissione Affari costituzionali, dove la maggioranza ha tre senatori di vantaggio, ma sono bersaniani (a tal proposito, la sostituzione di Anna Finocchiaro, che di quella commissione faceva parte, è un punto molto delicato e dibattuto al Nazareno: i vertici Pd vogliono Cociancich o Pagliari, ma rischiano il voto contrari di Goto, Migliavacca e Lomoro). Se il Pd non avesse la maggioranza in commissioni Affari costituzionali, la strada per la riforma elettorale sarebbe tutta in salita: la legge, infatti, passa proprio da questa commissione. E Verdini lo sa benissimo.
Il leader di Ala, da par suo, ha anche raccontato cos'è accaduto nei giorni convulsi della formazione del governo. Avrebbe chiamato lunedì Gentiloni, il quale prima non si è fatto trovare e poi avrebbe risposto così: "Non sono in condizioni di darti ciò che vuoi". Un "niet" dietro al quale potrebbe esserci lo zampino di Matteo Renzi, o anche quello di Sergio Mattarella. Una scelta - di Renzi o Mattarella che sia - con cui il governo Gentiloni è molto più debole: sarà più semplice, dunque, pilotarne la caduta e dunque la data delle elezioni. E anche questo Verdini lo sa benissimo.
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