Grillo, il ricatto finale alla Raggi: "O accetti questo o vai a casa"
A Virginia Raggi non resta che accettare un pacchetto lacrime e sangue: le lacrime sono le sue, sindaca sotto tutela, il sangue quello dei suoi collaboratori più stretti, cacciati seduta stante. È questa la posizione di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, che dopo una notte di frenetiche consultazioni ha posto l'aut auto alla sindaca di Roma, travolta dall'arresto del suo braccio destro Raffaele Marra. Sul piatto Grillo ha chiesto la testa del suo vicesindaco Daniele Frongia, imposto dalla stessa Raggi contro il parere di molti big romani del M5S, e quella di un altro chiacchieratissimo personaggio extra-Movimento (proprio come Marra), il capo della segreteria Salvatore Romeo, oltre al fratello dello stesso Marra. Al posto di Frongia andrebbe il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito (ex candidato sindaco di Roma nel 2013 e spinto da Roberto Lombardi) o il capogruppo del Movimento in Consiglio comunale Paolo Ferrara. Non solo, secondo il Corriere della Sera alla Raggi sarebbe addirittura stato chiesto di auto-sospendersi, come Beppe Sala a Milano. Se la Raggi non accetterà il commissariamento, Grillo le revocherà l'uso del simbolo del M5S, una espulsione di fatto che condurrà inevitabilmente alla sfiducia in Campidoglio, dopo la fondamentale approvazione del bilancio.
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