Pensione in anticipo, il governo frega tutti: fino a 1.350 lordi, ma con 30 anni di contributi
Il tetto per ottenere l'anticipo pensionistico senza penalizzazioni sarà di 1.350 euro di reddito personale lordo, ma con 30 anni di contributi maturati se disoccupati (36 se attivi) e non più 20, come ipotizzato inizialmente. Lo ha riferito il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, presente all'incontro a palazzo Chigi tra governo e sindacati. E se la Uil è cauta ma moderatamente soddisfatta, dalla Cgil è partito l'attacco: "Il governo si rimangia la parola".
Come funziona l'Ape - "La cosiddetta Ape Social si potrà chiedere se si ha una soglia di reddito compresa fino a 1.350 euro lordi - ha detto Proietti -. Il lavoratore non paga niente, interviene lo Sato". I sindacati chiedono, però, che tale livello sia alzato. Le misure sulle pensioni - ha riferito Proietti - saranno inserite nella legge di stabilità. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ha confermato ai sindacati che il governo stanzierà 1,5 miliardi nel 2017 e 1,6 nel 2018 per complessivi sei miliardi nel triennio. Con un reddito previdenziale lordo di 1.350 euro il lavoratore potrà andare in pensione prima senza penalizzazioni; in caso di un reddito superiore si pagherebbe la rata dell'anticipo per la parte eccedente i 1.350 euro. Proietti ha affermato che "è stato fatto un buon lavoro" nonostante "le criticità" su cui i sindacati continueranno "a fare pressing".
Il nodo dei 30 anni - Nelle intenzioni del governo - ha riferito ancora Proietti - la rata di rimborso per l'Ape (Anticipo pensionistico) volontaria sarà del 4,5/4,6. L'esecutivo ha assicurato che saranno stanziate le risorse necessarie "che dovrebbero essere contenute", ma non ha fornito cifre specifiche. All'Ape sociale potranno accedere coloro i quali hanno svolto lavori gravosi, come maestre della scuola dell'infanzia, lavoratori edili, macchinisti, infermieri di sala operatoria; dovranno aver maturato 30 anni di contributi in questi mestieri se disoccupati e 36 anni se attivi. "Abbiamo chiesto di ampliare la platea - ha riferito Proietti - e di limare gli anni di contributo. La discussione è ancora in corso". Il sindacalista si è detto invece soddisfatto di quanto ottenuto per i lavoratori precoci: chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni e ha 41 anni di contributi, se disoccupato e se ha svolto lavori faticosi potrà andare in pensione. Bene, infine - ha concluso - l'eliminazione della penalizzazione per chi è andato in pensione prima dei 62 anni".
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