Montecarlo, il raduno dei vescovi nell'hotel da 200 euro a notte
di Giuliano Zulin
«Vorrei una chiesa povera per i poveri». Questa è una delle frasi manifesto di papa Francesco. Tutti i suoi comportamenti sono infatti coerenti con questo motto. Evita mondanità, dorme in un appartamento umile, non perde occasione di stare dalla parte degli ultimi. È un chiodo fisso, per Bergoglio, la povertà. Durante il Conclave «avevo accanto a me il cardinale arcivescovo di San Paolo Hummes.
Quando le cose diventavano “pericolose” lui mi confortava e quando i voti sono arrivati a due terzi - ha raccontato l’attuale pontefice - lui mi ha abbracciato dicendomi: “Non dimenticare i poveri”. E subito in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi… Francesco, uomo della povertà, uomo che ama e custodisce il Creato». Chissà però cos’hanno custodito i vescovi europei durante questo fine settimana. Si sono riuniti per eleggere il loro nuovo presidente. Ha vinto un italiano: Angelo Bagnasco, attuale numero uno della Cei. Ma la cosa che più colpisce è il luogo del summit: Montecarlo. Non la bellissima Montecarlo vicino a Lucca. Montecarlo, principato di Monaco, quella dove i vip se la godono dalla mattina alla sera, dove le tasse sono più che favorevoli, dove si incontrano i banchieri d’affari, dove i profughi non esistono né tanto meno i poveri.
Ogni luogo della Terra è benedetto dal Signore, ma un conto è Assisi, un altro è il Novotel al 16 di Boulevard Princesse Charlotte, a pochi isolati dal Casinò, ma soprattutto accanto (è il civico 14) alla casa che segnò la fine politica di Gianfranco Fini, quella ceduta a prezzi di favore dalla fondazione An al cognato Giancarlo Tulliani. Nel paese umbro, patria di San Francesco, si può mangiare e bere bene, rilassarsi e purificarsi dalle scorie di questa società caotica. Il contrario di Montecarlo, dove le tentazioni sono ovunque. Perché il famoso centro è proprio bello e mitico per questo: è il sogno proibito di ogni essere umano. Un paradiso in terra, il contrario del paradiso di cattolica tradizione.
Perché i vescovi europei hanno deciso di incontrarsi nel principato monegasco e non, ad esempio, a Calais? Banalmente perché sono stati invitati da sua eminenza Monsignor Bernard Barsi, arcivescovo del Principato. Quindi immaginiamo che abbia pagato lui il soggiorno di quattro giorni, iniziato giovedì alle 15.30 fino alla celebrazione eucaristica di stamattina alle 10.30. I prezzi del Novotel non sono proprio accessibili a tutti: nel sito si legge che le tariffe partono da 200 euro a notte. E la descrizione che si legge nella pagina web dell’albergo non è proprio in linea con l’idea di “chiesa povera”: «Situato nel cuore di Monaco, a Monte Carlo, questo hotel in stile avanguardista offre camere moderne, spaziose e climatizzate, alcune con vista mare o sulla rocca, sulla spiaggia o sul porto con yacht. Rilassatevi nel centro fitness, con una sauna o bagno turco, oppure nella piscina all’aperto».
Le prime parole di Bagnasco, fresco vincitore del Gran Premio di Montecarlo, sono state rivolte all’Europa: non abbia timore della Chiesa cattolica e delle Chiese cristiane e sia accogliente… Secondo me l’Europa deve offrire a tutti i suoi cittadini, vecchi e nuovi, compresi anche i tanti immigrati, non soltanto una organizzazione materiale, sociale, politica, economica, ma innanzitutto un patrimonio di valori spirituali alti che sono i suoi ma che non escludono nessuno». Valori alti, come quelli del Novotel di Montecarlo.
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