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martedì 20 settembre 2016

La mossa del Pontefice su Renzi: voci sul clamoroso piano per farlo cadere

Referendum, nella Chiesa avanza l'ipotesi "no"



A pesare potrebbe essere la freddezza del governo e del Pd in materia di politica familiare e di economia. Il via libera alle coppie di fatto. O, chissà, la storica ritrosia di una parte della Chiesa al cambiamento, pur in una fase storica in cui a guidarla è uno come Jorge Bergoglio. Fatto sta, scrive il Corriere, che se fino ad alcune settimane fa il fronte del "sì" sembrava predominante, i "no" alla riforma costituzionale di Renzi paiono guadagnare terreno tra le schiere ecclesiastiche. Certo, la Chiesa con quasi assoluta certezza non si schiererà mai per una posizione o per l'altra.

Ma sul referendum, scrive sempre il quotidiano di via Solferino, si scarica l'ortodossia costituzionale di alcune aree dell'episcopato, che si mescola e si aggiunge ai malumori da delusione verso il governo. Il referendum mette in gioco qualcosa che va al di là di un governo e di un premier: la democrazia in Italia», arriva a dire un influente cardinale italiano. "Registriamo gli ottimi propositi di velocizzare le leggi e di risparmiare soldi. Ma se il prezzo da pagare è una concentrazione di potere impressionante, la risposta è no: il prezzo è troppo alto".

È una tesi che raccoglie consensi tutt'altro che unanimi, ma di certo non è affatto isolata. Gli elementi che alimentano i dubbi nei confronti del referendum sono diversi. Il primo è di metodo. Ad alcuni non sono piaciuti il modo in cui il premier ha difeso inizialmente la sua riforma elettorale, l'Italicum, sostenendo che era intoccabile; e poi la rapidità con la quale si è offerto di modificarla in cambio di un atteggiamento diverso degli avversari, in testa la minoranza del Pd, sul referendum costituzionale.

Inoltre, viene giudicato semplicistico lo schema secondo il quale "chi dice Sì guarderebbe avanti, chi è per il No sarebbe retrogrado, oscurantista e innamorato del potere. Così non si informa l'opinione pubblica, mentre è essenziale che sappia su che cosa è chiamata a votare". In realtà, come si fa notare in Vaticano, anche gli anti-renziani che esagerano i pericoli per la democrazia fanno propaganda. Il secondo motivo di irritazione è il coro internazionale che sostiene Renzi. Fra alcuni esponenti della Cei, l'appoggio martellante al Sì di istituzioni finanziarie e governi esteri ha creato sconcerto, se non fastidio.

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