Pensionato suicida, Giordano feroce: "Che cosa farei a quel banchiere..."
Pubblichiamo Posta Prioritaria, la rubrica in cui Mario Giordano risponde alla lettera di un lettore.
Caro Giordano, sono la figlia di Cantori Cesare, un signore di 95 anni compiuti il 30 ottobre 2015, malato di mieloma multiplo, con cure fortissime che gli procurano tante sofferenze, tra l’altro da anni completamente sordo. Sapevo che mio padre aveva messo i suoi risparmi nella Banca Marche, ma non il tipo di investimento che aveva fatto. Si parlava da tempo delle sofferenze di questa banca, ma noi tutti in famiglia (mio marito, mio figlio, mio fratello ed io) vi abbiamo mantenuto il nostro conto corrente e i nostri risparmi per tre motivi: 1 - Si veniva sempre rassicurati dal personale della banca che tutto si sarebbe risolto. 2 - Abbiamo sempre pensato alla Banca delle Marche come alla «Nostra» Banca: eravamo orgogliosi che i nostri soldi sarebbero stati investiti nel nostro territorio. 3 - Pensavamo che se tutti avessero portato via i loro soldi dalla banca, questa sarebbe fallita immediatamente. Nell’ottobre 2015 ho accompagnato mio padre in banca e sono venuta a conoscenza che aveva investito in obbligazioni subordinate 110.000 euro, bloccate, invendibili. Ora la situazione è questa. Le mie azioni, 4.000 euro sono state azzerate. Poca perdita, lei dirà, ma per me valgono quanto 2 rate e mezzo di pensione. La perdita subìta da mio padre è però davvero inaccettabile. Il poveretto è sconvolto, assolutamente non ci vuol credere. Non dorme più e vive in uno stato di agitazione molto forte che compromette anche la cura che sta facendo. I suoi sono risparmi accumulati da generazioni con grandi sacrifici. Mio padre non si è concesso mai lussi, sempre parsimonioso in tutto. Sono tante le cose che mi chiedo ora, ma una per tutte. Perché lo Stato permette che i debiti della banca, contratti da amministratori spregiudicati devono essere pagati con i soldi dei risparmiatori che li hanno guadagnati onestamente e accumulati in una intera vita di sacrifici? Che razza di Stato è l’Italia che permette una simile ingiustizia? A titolo informativo specifico le date in cui mio padre (nato nel 1920) ha sottoscritto le obbligazioni: 50.000 nel 2009 all’età di 89 anni e 60.000 nel 2012 all’età di 92 anni. Oltre alla perdita economica, ora ci sentiamo traditi e abbiamo tutti una terribile sensazione di sfiducia nel sistema economico, nella società e nella vita in generale.
di Meri Cantori
Osimo (Ancona)
Sottoscrivo tutte le sue amare domande, cara Meri. E ne aggiungo una: chi è quel criminale funzionario di banca che ha fatto sottoscrivere 60mila euro di obbligazioni a un 92enne malato di mieloma multiplo? Non lo potremmo individuare e processare per direttissima?
di Mario Giordano
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