Feltri contro Travaglio: niente arresto senza condanna
In un editoriale su il Giornale Vittorio Feltri attacca Marco Travaglio. Il punto in questione è la vicenda di Antonio Azzolini. Scrive Feltri: "Ieri ho letto un gustoso articolo di Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, in cui si sottolineano alcune imprecisioni, più o meno gravi, dette da Matteo Renzi a proposito della vicenda Antonio Azzollini (...) il senatore del Nuovo centrodestra avrebbe espresso il suggestivo proposito di fare la pipì in bocca a una suora poco incline a ubbidirgli. Qui non si capisce se fosse una promessa o una minaccia, ma non importa: de gustibus non est disputandum, dicevano gli antenati di Roma ladrona e di Mafia capitale". Continua Feltri: "Travaglio, che secondo me oltre al giornalista potrebbe fare il docente di diritto (nelle sue varie declinazioni specialistiche), ci ha spiegato per filo e per segno come qualmente Azzollini dovesse essere arrestato, anziché graziato dai colleghi".
Bene secondo Feltri "anche gli altri dieci (o undici, l' è istess) detenuti per le medesime porcherie andrebbero scarcerati. Lo dico senza entrare nel merito della fetentissima inchiesta, le cui carte li dipingono quali mascalzoni di prima grandezza, ma semplicemente perché sono convinto - ingenuamente, forse - che una o venti persone prima di essere imprigionate dovrebbero essere processate e condannate. Blindarle in fase istruttoria, cioè quando ancora si ignora se siano colpevoli o no, è una barbarie, retaggio di tempi oscuri quando il principe, per non sapere né leggere né scrivere, se sospettava che tu fossi un gaglioffo ti rinchiudeva nella torre ed erano cavoli tuoi".
Insomma, "si ammanetta uno se minaccia di fuggire, se vi sia il timore che inquini le prove o addirittura reiteri il reato. Tre circostanze rare. Prendiamo Massimo Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio. Dove vuoi che scappi senza una lira in tasca? (...) Nonostante ciò, egli è dietro le sbarre da un anno pur non avendo neppure subito il giudizio di primo grado. Figuriamoci Azzollini e i suoi ipotetici complici. Ne hanno combinate di ogni colore? Può darsi. Ma per schiaffarli in galera sarebbe necessaria una sentenza, anzi tre".
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