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domenica 28 giugno 2015

Le venti regioni e la crisi Chi può salvarsi e chi affonda

Rapporto Banca d'Italia, la ripresa regione per regione




Qualche sussulto l'economia italiana comincia ad averlo, ma rispetto al passato la storia non sembra subire particolari cambi di passo: le regioni del centro-nord sono ripartite più rapide e meglio rispetto a quelle del sud. Lo scenario è descritto dai 20 rapporti pubblicati dalla Banca d'Italia sullo stato dell'economia per ogni singola regione. Nei primi mesi del 2015 un cenno di ripresa c'è stato un po' su tutto il territorio nazionale, ma con le differenze geografiche che da sempre caratterizzano l'economia italiana. Per quanto la flessione del Pil si sia fermata al Centro-nord e attenuata al Sud, lo stesso governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha descritto la situazione nazionale ancora con il termine "ristagno".

I settori - La ripresa al Nord-est è stata tra le più spiccate, soprattutto per effetto delle esportazioni e del fatturato industriale in crescita. Al sud la spinta arriva da mezzi di trasporto e settore alimentare. Al Centro-nord sono stati trainanti i macchinari, la chimica farmaceutica, mezzi di trasporto e beni tradizionali come il tessile, l'abbigliamento e i mobili. Il continuo aumentare della disoccupazione ha spinto un numero sempre crescente di giovani a partire, non solo dal Sud Italia verso le regioni del Nord, ma in modo omogeneo dall'Italia all'estero.

A rischio - L'analisi dei rapporti di Bankitalia, sintetizzata da La Stampa, sottolinea come tre regioni del Mezzogiorno siano in particolare in difficoltà, nonostante il resto d'Italia dia buoni segnali di reazione. In Campania la crisi non è ancora finita, con il comparto industriale ancora in grande affanno. Ad attutire il colpo c'è solo il settore turistico. Il problema per la Campania va ricercato nei ritardi che la Regione si trascina nell'attuazione dei progetti finanziati con i fondi strutturali europei. Situazione di ristagno anche per l'industria calabrese, la flessione del Pil è attenuata ma non frenata con l'aggravante che nel settore delle costruzioni si registra un calo dell'attività, nonostante i corposi investimenti pubblici per esempio sulla Salerno-Reggio Calabria. Tra le regioni con l'andamento economico peggiore c'è infine la Sicilia che però vede una nuova vivacità nel mercato immobiliare e una crescita dei flussi turistici dall'estero. La Sicilia però ha ancora molto da recuperare, considerando che nel corso della crisi, i redditi familiari dei siciliani sono scesi più della media del Mezzogiorno e dell'intero Paese.

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