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martedì 30 giugno 2015

La scheda che fa la storia e che spazzerà via l'euro

Grecia, la scheda del referendum: la domanda da cui dipende il futuro dell'euro e del Vecchio Continente




Eccola, nella fotografia, la scheda dalla quale, nei fatti, dipende il futuro della Grecia e, a cascata, quello dell'euro e di Eurolandia. È la scheda dove viene messo nero su bianco il quesito referendario che Alexis Tsipras rivolgerà alla Grecia domenica, il 5 luglio, il probabile D-Day del Vecchio Continente. Segue il quesito: "Deve essere accettato il piano di compromessi proposto dalla Commissione europea, il Fondo Monetario internazionale e la Bce all'Eurogruppo del 26 maggio 2015, composto da due documenti che costituiscono l'intera offerta? Il primo documento si intitola Riforme per il completamento del programma corrente e oltre, il secondo Analisi preliminare della sostenibilità del debito". Due le possibili risposte: no, "non accetto", oppure sì, "accetto". Nel caso in cui prevalessero i "no", la Grecia sarebbe fuori dall'euro, con tutte le conseguenze (drastiche) che il passo potrebbe comportare (anche per l'Italia). Nel caso prevalesse il "sì", la Grecia accetterebbe l'ultima proposta di austerity, tasse e imposte della autorità di Bruxelles, in cambio dello sblocco del piano di aiuti.

Lo scenario - Nel frattempo, la tensione resta alle stelle. Ad Atene, i greci sono scesi in piazza nella manifestazione per il "no" al referendum promossa da Tsipras. Sui mercati internazionali si è vissuta una giornata tragica, con Milano maglia nera tra le piazze europee e lo spread tornato alle stelle. Angela Merkel ha affermato che "se fallisce la Grecia, fallisce l'euro". Da par suo, Jean-Claude Juncker ha detto di "sentirsi tradito" da Atene. La risposta di Tsipras è stata netta: il premier greco ha parlato di "oneri insostenibili" imposti dell'Europa. Negli ultimissimi minuti, infine, è arrivata la conferma di quanto in realtà già si sapeva: la Grecia domani, martedì 30 giugno, non pagherà gli 1,55 miliardi di euro prestati dal Fondo Monetario internazionale (tanto che il referendum viene considerato alla stregua di un escamotage per prendere tempo, e non è un caso che le banche elleniche resteranno chiuse fino a domenica). Rifiutando il piano di emergenza che scade tra poche ore (e con la Bce che ha rifiutato di aumentare i fondi di emergenza per gli istituti greci), Atene non ha modo di ricostituire i depositi che stanno rapidamente diminuendo. 

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