Champions, presagio-horror sulla finale Il "talismano" condanna la Juve: perderà
A poche ore dalla finale di Champions League è l’ora di schierare i porta fortuna. E il Barcellona ne ha uno veramente invidiabile: si chiama Andres Iniesta. Il fuoriclasse, mai sopra le righe, modesto nel carattere come nell’aspetto. Niente tatuaggi, capelli sempre corti per combattere le calvizie, mai nessuna protesta e gioco sempre per la squadra. Ma Iniesta è anche l’uomo delle finali. Ne ha disputate sei nella sua carriera, e non ne ha mai persa una. E, stando a quanto ha detto lui stesso, oggi in campo ci sarà: “Non mi passa nemmeno per la testa non giocare questa finale”.
Grandi risultati - Dal 2006, dalla finale di Parigi che riportò la Champions al Barcellona dopo 14 anni di astinenza, per Iniesta è stato un crescendo continuo. Con i blaugrana o con la Nazionale Andreas è sempre stato decisivo, e ha sempre assicurato la vittoria alla sua squadra. A Vienna nel 2008 contro la Germania, a Roma nel 2009 contro lo United, a Johannesburg nel 2010 contro l’Olanda, vincendo per la Spagna il primo mondiale della sua storia e segnando anche un goal fondamentale. E ancora, nel 2011 a Wembley ancora contro lo United e a Kiev nel 2012 contro i nostri azzurri. Una percentuale del 100% per una finale all’anno, numeri impressionanti che farebbero paura a chiunque. Certo, uest’anno non ha segnato nemmeno una rete, è vero. Ma gli era capitato anche nel 2006, quando cominciò la sua ascesa inarrestabile verso l’olimpo del calcio mondiale.
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