Calcioscommesse, l'ex ds Vittorio Galigani accusa Claudio Lotito: "Ricatti Macalli e Tavecchio"
Un nuovo scandalo travolge il calcio italiano: scommesse, sempre scommesse. Nel mirino le partite di Serie B, "le più importanti", e a cascata tutti, o quasi, i campionati italiani. E' quanto emerge dall'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che coinvolge decine di club sportivi e di dirigenti: in una maxi-retata sono scattati 50 arresti. Circa 30 le squadre coinvolte, 70 gli indagati e, sullo sfondo, l'ombra della 'ndrangheta. Secondo quanto affermato dal procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, tre cittadini serbi avrebbero finanziato il giro di scommesse in Italia. Gli stessi avrebbero poi avuto "influenza" sul calcio cinese, su alcuni campionati di basket e su alcuni tornei di tennis internazionali. Ma, come detto, soprattutto avrebbero "taroccato" i risultati del campionato di Serie B. O quantomeno avrebbero provato a farlo.
Lotito nel mirino - E mentre il clima è incandescente, emergono anche le prime intercettazioni. Intercettazioni che puntano in alto, molto in alto. Le accuse sono contro Claudio Lotito, presidente della Lazio, considerato oggi uno dei dirigenti più potenti del pallone italiano. A parlare e ad accusare al telefono è Vittorio Galigani, ex ds di diverse squadre dalla Serie A alla Serie C e oggi editorialista della rivista online TuttoLegaPro.com. Al telefono con il ds de L'Aquila, Ercole Di Nicola, spara: "Macalli e Tavecchio (presidente della Figc, ndr) sono due rincoglioniti...in mano a Lotito, che li ricatta". La telefonata, agli atti dell'inchiesta, risale al 15 gennaio scorso, il giorno in cui Galigani (che non risulta indagato) aveva postato sul suo sito un commento in cui, secondo gli inquirenti, "lamentava una diffusa quanto generale atmosfera di prevaricazione e malaffare imperante in seno agli organi di potere della Lega Pro". Concetti che, nei fatti, ribadisce al telefono con il Ds Di Nicola (tra gli arrestati). Una dura accusa contro Lotito, dunque, dal quale si attendono repliche. In tutto ciò, Tavecchio afferma che la Figc è "parte lesa". "Ci dichiariamo parte lesa per quanto sta succedendo - dichiara Tavecchio - perché continuiamo a subire tutte le situazioni del Paese. Il calcio non viene aiutato da questi scandali. Noi siamo un soggetto che vuole difendere il sistema da certe cose ma i nostri mezzi non sono all'altezza", ha concluso.
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