Lavoro, che laurea conviene scegliere per non rimanere disoccupati
Laurearsi conviene ancora. Secondo i dati riportati dal rapporto 2015 di Almalaurea, il 70% dei laureati magistrali ha trovato lavoro entro un anno dalla laurea, l’86% entro cinque. Il vero problema però è a quale facoltà iscriversi, in un paese dove vi è una netta discrepanza tra le materie scientifiche e quelle umanistiche.
La scienza conviene - I più avvantaggiati sono coloro che possiedono una laurea tecnica. Infatti solo il 10% di chi ha scelto un percorso in ingegneria o nelle discipline medico-sanitarie e scientifiche è disoccupato a un anno dal conseguimento della laurea. Fra questi sono i medici quelli nettamente più avvantaggiati, con un tasso di occupazione dell’84%; bene anche gli ingegneri, con un 67%.
Umanisti in crisi - Più buia invece la situazione per i letterati. Come scrive Il Giornale, a un anno dal diploma è disoccupato il 35% di quelli che hanno scelto una laurea nel gruppo disciplinare giuridico o psicologico e letterario. Inoltre spesso i laureati in materie umanistiche sono costretti a scendere a patti, accettando lavori dequalificanti o non coerenti con gli studi fatti. Tuttavia, nonostante il percorso di assunzione sia più lento e sottopagato rispetto a lavori più “scientifici”, il 71% di quelli che hanno scelto la carriera da insegnante ha trovato lavoro a un anno dalla laurea.
Viaggiare non spaventa - Sarà l’Erasmus, la caduta delle frontiere in Europa o una maggiore apertura mentale. Sta di fatto che le nuove generazioni sono pronte a partire per cercare lavoro, il 48% dei giovani nati fra il 1984 e il 2000 è pronta a andare all’estero. Secondo il rapporto Italiani nel mondo 2014 della fondazione Migrantes, a lasciare l’Italia sono soprattutto i giovani fra i 18 e i 34 anni. Le mete più gettonate sono il Regno Unito, la Germania, la Svizzera e la Francia, mentre che va in altri continenti sceglie gli Stati Uniti, l’Argentina e il Brasile.
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