Europa e euro: cosa pensano gli Stati dell'Unione
Non è un buon momento per l'Unione Europea e per l'euro. E non solo per la la vicenda greca, in generale in Europa c'è un diffuso sentimento di diffidenza, di distacco dall'Europa. I dati del sondaggio condotto nelle ultime settimana da Demos e Pragma per la Fondazione Unipolis parla chiaro. Solo in Germania c'è un sentimento di fiducia per l'Unione, in Francia, in Spagna e in Polonia coinvolge circa quattro cittadini su dieci. In Gran Bretagna e in Italia questo sentimento è ai minimi. Di più: l'Italia è il Paese più euroscettico in assoluto.
Euro-odio - La causa principale del disamore vero l'Unione Europe è proprio l'euro. Ed è per questo quindi che solo lo una minoranza ristretta dei cittadini dei Paesi dove è stato introdotto lo ritiene una scelta vantaggiosa. Circa il 10% in Italia. Poco più in Germania. Il 20% in Spagna e in Francia. Mentre per la maggioranza della popolazione (45-50%) è un "male necessario". Teme che abbandonarlo sarebbe peggio. In Italia un terzo dei cittadini se potessero uscirebbero subito dall'euro: oltre il 30%, dunque, in linea teorica sposa la battaglia anti-euro di Matteo Salvini. Ma perfino in Germania la nostalgia per il marco è forte e il 37% lo vorrebbe ancora. In Polonia e in Gran Bretagna poco più del 10% della popolazione (intervistata) sarebbe favorevole a introdurlo.
Il confronto - Tra il 30% italiano, l'ostilità verso l'euro supera il 40% e non solo fra gli elettori vicini alla Lega, ma anche tra i simpatizzanti di Forza Italia e del M5s. Mentre in Francia l'ostilità verso la moneta unica coinvolge circa un terzo degli elettori dell' UMP (centro-destra) e, soprattutto, quasi metà di quelli del Front National. In Gran Bretagna il distacco verso l'euro è più trasversale. In Italia, come detto, l'interprete maggiore di questo diffuso sentimento anti-euro è il leader della Lega Matteo Salvini che dal nord sta scendendo sempre più a sud, facendo incetta di voti e insistendo nella sua battaglia.
Ascesa Lega - Non per caso Salvini ha organizzato una manifestazione a Roma, proprio domenica prossima. Ma ne ha annunciata un' altra, in aprile, insieme ai Fratelli d' Italia, con la presenza di Marine Le Pen. Per rafforzare l' alleanza - e la frattura - antieuropea. Scrive Ilvo Diamanti su Repubblica: "La crisi greca, dunque, non può essere trattata come un male regionale. Confinato ai margini dell' Europa. Perché riflette e riverbera un malessere diffuso. Che si respira dovunque. In Italia, evidentemente. Ma anche in Francia. In Spagna. Nella stessa Germania. Non credo proprio che l' Unione Europea possa proseguire a lungo il suo cammino confidando sulla "reciproca sfiducia" e sulla paura degli altri. In nome di una moneta impopolare. Io, europeista convinto, penso che non sia possibile diventare europei per forza. O per paura.
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