Riforma giustizia, invariati i tempi di prescrizione dei processi, niente depenalizzazione del falso in bilancio
L'accordo su un pezzo importante della riforma anticorruzione stavolta sembra raggiunto. Il dubbio potrà scioglierlo solo il Parlamento quando riceverà il testo dell'emendamento sul falso in bilancio che il ministro Andrea Orlando e i rappresentanti di Ncd e Pd hanno concordato. E il passo in avanti è un giro di vite che spazza via le ipotizzate soglie di non punibilità dei bilanci e delle comunicazioni truccate o sbagliate.
I dettagli - Non ci sarà più una soglia percentuale sotto la quale il reato non sarà perseguito: tutto rientrerà nell'area penale e sarà reintrodotta la procedibilità d'ufficio. Per le piccole aziende con volume d'affari fino a 600 mila euro di ricavo lordo annuo, la pena rimarrà minima (da uno a tre anni di carcere), lasciando aperta la strada a patteggiamenti e altre soluzioni per la prima volta. Negli altri casi, quindi, di falsi in bilancio ordinari la pena sarà fissata tra due e sei anni di carcere, mentre per quotate in borsa le pene oscilleranno tra i due anni minimi fino a un massimo di otto.
Prescrizioni - Rimane da vedere se il testo concordato tra Orlando e i partiti di maggioranza sarà lo stesso che piomberà al Senato, basterebbe una virgola o una parola diversa per far vacillare l'accordo. Stessa sorte successa alle proposte del governo sulla prescrizione, che dall'annuncio estivo è arrivata solo il 16 febbraio 2015 alla Camera. In quel testo è rimasta coerente l'idea di sospendere il calcolo dei tempi per un massimo di due anni dopo la condanna di primo grado, e fino a un anno dopo la sentenza di Appello. Per i casi ordinari invece i tempi rimangono inalterati.
Silvio stai sereno - All'interno di una norma transitoria c'è scritto che questa riforma della giustizia sarà applicata solo ai procedimenti giudiziari successivi alla data di pubblicazione della legge. Quelli in corso sono esclusi e seguiranno le norme in vigore prima della riforma. Tra questi c'è il processo a Napoli che vede imputato Silvio Berlusconi con l'accusa di corruzione per la compravendita dei parlamentari. Il reato sarà prescritto nell'autunno del 2015 e difficilmente potrà arrivare prima la sentenza definitiva.
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