Moody's: "Perché nel 2015 la grande fuga dall'euro è possibile"
Un report, firmato dal colosso del rating Moody's, che pronostica un 2015 di fuoco (o di rottura) per la moneta unica. La possibilità, infatti, è che inizi una grande fuga dall'euro. L'epicentro della crisi è sempre quello ellenico. Moody's scrive: "Le recenti turbolenze politiche e le elezioni anticipate hanno aumentato il rischio di un'uscita dalla Grecia dalla area dell'euro". E dopo Atene, il possibile diluvio. Infatti secondo gli analisti dell'agenzia di rating, anche se la possibilità di un'uscita della Grecia è più bassa rispetto al 2012 (quando la crisi economica toccò il picco massimo), le minacce dei comunisti di Syriza e dei neonazisti di Alba Dorata relative a un'addio all'euro, per quanto non totalmente credibili, non possono essere sottovalutate. Se per caso Atene però optazsse per una svolta radicale, le implicazioni negative per il credito degli altri paesi membri di Eurolandia sarebbero significative.
Verso il voto - Rischio inferiore rispetto al 2012, ma il rischio c'è. Occhi puntati, ora, sul 25 gennaio, giorno delle elezioni anticipate in Grecia. Più che da Alba Dorata, oggi, il rischio deriva da Syriza, molto in alto nei sondaggi. Colin Ellis, l'economista che ha firmato il report del colosso del rating, spiega: "Qualunque uscita dalla moneta unica sarebbe un momento determinante per l'euro, mostrerebbe che l'unione monetaria è divisibile, non irreversibile". E ancora: "Anche se l'uscita della Grecia oggi potrebbe probabilmente innescare una nuova recessione nel resto dell'Eurozona, l'impatto di credito sarebbe meno pronunciato che nel 2012 perché il rischio contagio da un'uscita della Grecia dall'euro è più basso e i politici ormai si sono dotati di strumenti più forti per limitare i danni da un tale evento". Infine l'ultimo allarme, che riguarda anche l'Italia: "Ci sono altri Paesi dell'area euro che hanno un alto debito e alti tassi di disoccupazione e devono fronteggiare i rischi di deboli prospettive economiche e deflazione", conclude Ellis.
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