Pier Luigi Bersani a Matteo Renzi: "Nel voto finale sul jobs act sarò leale. Ma diritto di promuovere emendamenti"
Pier Luigi Bersani si piega. L'ex segretario del Pd prova a tendere una mano a Matteo Renzi sulla Riforma del Lavoro. Parlando alla Camera dei deputati coi giornalisti, spiega di "aspettarsi che il governo presenti l'emendamento e che poi a seconda del testo ci sia la possibilità di presentare sub-emendamenti", possibilità esclusa dall'apposizione della fiducia. "Nei gruppi parlamentari - afferma Bersani - ci deve essere tutto il diritto a promuovere idee e quindi sub-emendamenti". Quanto alle divisioni in direzione, aggiunge, "bisogna tener conto che la minoranza non è un'organizzazione, sono sensibilità, opinioni. Sia chi ha votato contro, che chi si è astenuto, tutti abbiamo pensato che era un passo avanti, ma non sufficiente".
La mossa - Bersani comunque voterà seguendo la linea di partito, quando sarà il momento del pronunciamento finale sul jobs act, al Tg3 l'ex segretario democratico spiega: "Io personalmente all'ultima votazione è ovvio che faccio quello che dice il Pd, non me lo spieghi gente che ha fatto diverso da questo. Però da qui a lì vorrei dire la mia...". "Tfr? Cauti, si mangiano risorse del domani".
Nodo Tfr - "I soldi del Tfr - dice l'ex segretario Pd - sono soldi dei lavoratori, non del governo. Se si vuole fare qualcosa con i soldi dei lavoratori, bisognerà che si parli con i lavoratori perché non sono soldi del governo né delle imprese". Bersani aggiunge: "Andiamoci molto cauti, quando ci si mangia oggi le risorse di domani".
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