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venerdì 12 settembre 2014

La confessione del poliziotto: "Così ho preso la Tbc" La denuncia: "Col contatto con gli immigrati si rischia"

Virus, la confessione del poliziotto: "Così mi sono ammalato di tubercolosi"




"Sono stato contagiato dalla Tbc mentre partecipavo all'operazione Mare Nostrum". La confessione choc di un poliziotto arriva a Virus, il talk show su Rai Due condotto da Nicola Porro. "Con i migranti che giungono nel nostro Paese ho un contatto più che ravvicinato, ho un contatto diretto", racconta l'operatore di polizia, "Un giorno è stato accertato un caso di tubercolosi bacillica che è lo stadio nel quale la persona infetta può contagiare le persone vicine. A seguito di questo siamo stati sottoposti, io e alcuni miei colleghi, a un test Mantoux e nel mio caso è stato accertato il contagio". 

"Contagio evitabile" - Poi arriva l'amara verità: "Era evitabile adottando dei sistemi di collocazione idonei, ma soprattutto qualora la persona ahimé malata, contagiosa non fosse giunta sul mio posto di lavoro a quasi mille chilometri di distanza", aggiunge l'agente. "La sua sorte non la conosco. Non possiamo impedire che un ammalato arrivi nel nostro Paese o che sbarchi sulle nostre coste, ma nel momento in cui è sulle nostre coste abbiamo il dovere di impedire che l'ammalato possa contagiare altre persone e il dovere di curarlo". Infine il poliziotto parla della cura: "La profilassi che sto facendo ha un periodo minimo di sei mesi. Terminata la chemioprofilassi, l'infezione tubercolare (nell'auspicata ipotesi che sia rimasta nella sua fase latente) è un'infezione permanente. Ovvero il batterio stanzierà nell'organismo per tutta la vita. Quindi io per tutta la vita posso ammalarmi di tubercolosi". 

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