Padova, i vigili sequestrano l'elemosina: la battaglia dei sindaci contro i mendicanti
di Matteo Mion
Da vent’anni, quando qualcuno mi chiede della mia Padova, mi rabbuio. Glisso. Cerco di cambiare discorso: troppo desolante descrivere lo stato di degrado in cui l’hanno relegata tre giunte del comunista Zanonato. Così a maggio i padovani, nauseati dal lassismo progressista che agevolava lo spaccio indisturbato e una moltitudine di mendicanti nel centro storico, hanno sorprendentemente deciso di affidare il governo della città alla Lega, nella persona dell’ex senatore Bitonci.
Il neo sindaco si è messo subito all’opera per mettere in sicurezza il capoluogo del Santo: lo sforzo è ammirevole quanto probante, perché riportare ordine dopo vent’anni di caos non è semplice. Le varie associazioni sinistrorse e i rappresentanti del Pd hanno subito tacciato di razzismo Bitonci. La Procura ha aperto un’indagine per istigazione al sequestro di persona, quando il nuovo assessore alla sicurezza Saia ha dichiarato: «Dobbiamo trattenere il più possibile i mendicanti nei presidi di polizia». Segnali inequivocabili che la giunta di centrodestra è sulla strada giusta per ripristinare un minimo di decenza e civiltà a Padova. Il primo cittadino patavino spesso stupisce per le misure di sicurezza innovative che intende applicare: «A settembre farò approvare in Consiglio comunale una riforma del Regolamento di Polizia urbana, inserendo il divieto di accattonaggio, inasprendo le multe e - novità assoluta - prevedendo il sequestro dei soldi raccolti dai mendicanti, la maggior parte dei quali svolge quest’attività in maniera molesta, importunando le persone ed esibendo menomazioni fisiche che spesso nemmeno sono vere». Queste le dichiarazioni agostane del sindaco Bitonci: insomma, il giro di vite contro delinquenti e mendicanti non va in ferie, anzi raddoppia.
Corretta l’intenzione del sindaco leghista, perché è inutile multare accattoni che mai pagheranno le sanzioni pecuniarie dei verbali a loro carico, ma continueranno indisturbati la loro attività. Solo il sequestro in flagranza dei denari raccolti a garanzia del successivo adempimento della sanzione pecuniaria può essere deterrente valido nei confronti di mendicanti e accattoni. Altrimenti siamo alle solite: ovvero multe e tasse le pagano solo le persone perbene, gli altri sono liberi d’infischiarsene senza alcuna conseguenza.
Complimenti per l’iniziativa, sindaco, ma si accerti sino in fondo che la Polizia municipale applichi le disposizioni, altrimenti rimarranno ottime sulle carta, ma troveranno l’ostruzione di chi desidera che tutto rimanga come prima. Se poi si leverà qualche Cassandra rossa per strimpellare ai quattro venti che Bitonci è un fascista perché se la prende con i mendicanti, sarà solo la conferma che il provvedimento è giusto. Per un decennio i perbenisti rossi hanno vituperato e accusato di nefandezze il leghista Gentilini che ha tenuto Treviso ordinata e pulita come una bomboniera. Se la città del Santo sciatta e stracciona splenderà come Treviso, Bitonci sarà razzista e Padova una perla…
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