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giovedì 12 giugno 2014

L'ombra del Vampiro su Renzi, Visco vuole far fuori Padoan: "Matteo ecco cosa devi fare..."

Visco e il piano contro l'evasione fiscale



Vincenzo Visco è tornato e ora detta l'agenda al governo Renzi. L'ex ministro dell’Economia ha presentato oggi alla Camera uno studio condotto dall’Associazione Nens sulle strategie di contrasto ai redditi sottratti al Fisco. Risorse, queste, da poter eventualmente utilizzare per “una drastica riduzione del prelievo”. Visco vuole dichiarare guerra all'evasione per recuperare circa 60 miliardi di euro. Il nemico numero uno per Visco è l'Iva definita "culla dell'evasione". Il gettito attualmente che si stima manchi all’appello – secondo lo studio ed in linea con altre simulazioni analoghe - è di circa 39,5 miliardi. Ma per capire come aggredire questa somma occorre, innanzitutto, conoscere “come si evade”. Sono 15 i diversi sistemi individuati nel testo integrale: 15 modi per non pagare, o pagare meno l’Iva. 

Evasione dell'Iva - Il principale, che sottrae quasi 23,8 miliardi ogni anno, riguarda l’omessa dichiarazione al consumo. Vale a dire da parte di chi, come i negozianti, nell’ultima filiera della vita dell’imposta nasconde l’Iva al Fisco. O non dichiara pur fatturando per apparire meno sospetto di evasione. O ancora chi, ed è il caso più familiare ai cittadini, non applica proprio l'imposta. Altri 9,3 miliardi, spiega lo studio Nens, arrivano dall’omessa dichiarazione non più nella fase finale, ma in quelle intermedie. In altre parole, il possibile gettito Iva si riduce lentamente da un passaggio all’altro. Sarebbe invece di 6,4 miliardi la stima dell’Iva evasa attraverso l’utilizzo “discrezionale delle aliquote”, per esempio acquistando lo stesso bene con una aliquota e cedendolo con un’altra.

Le soluzioni - A questo punto Visco propone le soluzioni per battere l'evasione. Lo studio rileva alcune misure di contrasto che potrebbero trasformare la lotta all’evasione da stanco ritornello della politica ad offensiva reale volta ad abbassare sensibilmente le tasse. A partire dall’utilizzo di un’aliquota unica, in sostituzione della moltitudine che oggi caratterizza il nostro Paese (4, 10 e 22 a seconda dei beni). E accanto a misure più complesse, come l’applicazione di un’aliquota ordinaria (al 22%) agli scambi intermedi proprio per scongiurare l’evasione in questo ciclo di vita dell’imposta o l’applicazione di un diverso metodo di determinazione della tassa (il cosiddetto “base su base”) che insieme potrebbero valere circa 14 miliardi. Lo studi guidato da Visco, come racconta l'Huffingtonpost propone di mettere ad esempio in comunicazione le “casse” dei negozianti direttamente con l’erario. Contante o pagamento elettronico che venga utilizzato, ogni incasso verrebbe automaticamente registrato dal Fisco. Un'altra soluzione per la lotta all'evasione sarebbe l’introduzione del pagamento con carta elettronica delle prestazioni professionali. Infine Visco propone anche la reverse charge o inversione contabile. Facendo sparire cioè tutte le fasi intermedie di versamento dell’Iva e lasciando in campo all’ultimo anello della catena il pagamento dell’imposta.

Messaggio a Padoan - Come arrivare ai quasi 60 miliardi di recupero di evasione? Attraverso un mix delle diverse misure, applicate secondo una tabella di marcia indicata dal governo che, contando sull’effetto “a cascata” anche su imposte sui redditi potrebbe valere 40 miliardi nel 2016, 55,9 milairdi nel 2017, 28,7 nel 2018. Insomma Visco cerca di sostituire Padoan nelle "grazie" di Renzi. E all'inquilino di via XX settembre lancia un messaggio chiaro: "Spero – ha spiegato Visco ai cronisti - che il ministro si renda conto che c’è bisogno di una forte innovazione”.

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