Marò, l'Italia avvia la procedura internazionale
di Chiara Sarra
Dopo due anni l'Italia chiede che il processo a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sia più bilaterale. Il ministro Pinotti: "Non accettiamo un processo indiano di cui non riconosciamo la validità"
Per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone "si apre una fase nuova, la procedura internazionale". Lo ha detto Federica Mogherini annunciando che in merito è stata già inviata una nota verbale al governo indiano.
Si tratta di un primo passo che, se non darà esiti, sfocerà nel ricorso a strumenti internazionali, quali l’arbitrato. "Il 18 aprile scorso l’Italia ha inviato una nota verbale alle autorità indiane, la quinta in due mesi, ricevuta da Delhi il 21 aprile, in cui si riconferma il richiamo all’immunità funzionale dei due fucilieri di marina e al diritto internazionale", ha spiegato il ministro degli Esteri ricordando che "dopo due anni c’è ancora una divergenza sulla giurisdizione. Divergenza che ho potuto constatare anche all’Aja il 25 marzo scorso".
Con la nota l'Italia chiede "l’avvio di un exchange of views (uno scambio di vedute) sulla disputa e il ritorno dei marò in Italia". "Siamo usciti dall’alveo bilaterale, per innalzare il contenzioso a livello internazionale: siamo ancora aperti a discutere con gli indiani ma non abbiamo altra via che ricorrere all’arbitrato internazionale", ha aggiunto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, "Non accettiamo un processo indiano di cui non riconosciamo la validità".
Viene "pensionato" quindi Staffan De Mistura, visto che la nuova fase "esaurisce quella in cui ha operato" l'inviato del governo "che voglio ringraziare a nome per la dedizione e l’instancabile impegno con cui ha seguito la vicenda". "Servono figure nuove", ha aggiunto la Mogherini, "Stiamo definendo un collegio di esperti, sotto la guida di un coordinatore".
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