Riceviamo e Pubblichiamo: Comunicato Stampa "Rete dei Comitati Vesuviani"
Comunicato a cura di Franco Matrone
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Lo
stato di contaminazione tossico-nociva in cui versa in
particolare l’area Pozzelle desta profonda preoccupazione alla luce
di quanto si evince dalla relazione annuale dell’Arpa Campania
sulla procedura di messa in sicurezza della discarica Pozzelle 3 (ex
cava Sari) e dello stato d’inquinamento della falda freatica
sottoposta all’area in questione. Relazione annuale dell’Arpa
Campania comunicata all’Assessorato regionale ed al Comune di
Terzigno da giugno u.s. e mai pubblicato all’Albo del Comune a
disposizione dei cittadini, in barba ad ogni norma sulla trasparenza
e sull’accesso alle informazioni in materia ambientale e di salute
sancito dalla Convenzione di Arhus.
Solo
a seguito dell’intervento di una cittadina di Terzigno, la dr.ssa
Esposito, avvocato, che allertata da informazioni ricevute ha
richiesto e ottenuto copia della relazione, il vice Sindaco f.f. ha
sentito il dovere di pubblicare l’atto all’Albo comunale da cui
si evince quanto controversi e quindi poco affidabili risultano i
controlli che il gestore Ecodeco e l’agenzia ispettiva Arpa
regionale dovrebbero garantire periodicamente nell’area.
Innanzitutto la procedura di messa in sicurezza dell’impianto Sari
ancora non a norma e ben lungi dal completamento con la tombatura. E
fatto ancora più grave i prelievi in falda effettuato dallo stessa
Ecodeco attraverso i piezometri di ispezione (3) che avrebbero
rilevato oltre al superamento delle CSC (soglia di contaminazione) in
particolare per alluminio e nichel (metalli pericolosi per la salute)
addirittura idrocarburi aromatici come tricloroprapano e dibromoetano
(agenti carcinogeni) in concentrazioni tali da rendere l’acqua
inutilizzabile per le irrigazioni fin dall’aprile 2012. Risultati
allarmanti trasmesse a Provincia di Napoli e ArpaC e poi smentite da
controanalisi effettuate successivamente da un laboratorio di
riferimento della stessa Ecodeco. Attivata, l’Arpa regionale ha
essa stessa effettuato i prelievi negli stessi piezometri confermando
la presenza dei metalli pesanti in concentrazioni tossiche ma
escludendo, solo a marzo 2013, la presenza degli inquinanti organici.
Ci
sarebbe da stare tranquilli. Ma non è così. Questo rimbalzo di dati
comunicati e smentiti tra il gestore e il suo controllore conferma in
toto l’inaffidabilità del delicato monitoraggio del rischio
ambientale aggravato dall’insipienza cronica di un’amministrazione
comunale, quella di Terzigno, non in grado di sovraintendere ad un
proprio compito istituzionale, salvaguardia sanitaria, a tutela della
salute collettiva dei suoi concittadini ma, cosa ancora più grave
per l’ assenza di trasparenza, a tutela dell’intero territorio,
atteso che la falda investe un’area enorme raggiungendo la piana
dell’agro sarnese con tutte le conseguenze che comporta la
captazioni e l’emungitura della stessa per l’irrigazione dei
terreni coltivati.
Tra
il Sarno pieno di scorie tossiche e la falda inquinata il problema
dell’irrigazione rischia di diventare devastante per l’indotto
economico dell’intera fascia pedemontana del Vesuvio. Con buona
pace dell’amministrazione del Comune di Terzigno che avrebbe
dovuto, in collaborazione con i comuni confinanti, attivare controlli
terzi in tutti i pozzi censiti e non dell’intera area, al fine di
risalire la linea di falda e dare certezza ai dati rilevati. Si
chiama prevenzione primaria e sta alla base dei compiti di chi
sovraintende la pubblica salute.
Ecco
perché alla luce di tali avvenimenti come Rete dei Comitati
vesuviani/Zero waste Campania presenteremo un esposto, l’ennesimo,
alla Procura della Repubblica di Nola e al comparto della Guardia
forestale provinciale di Napoli per chiedere l’immediata chiusura
in via precauzionale dei pozzi artesiani e dei canali di irrigazione,
qualora ancora in esercizio, in attesa delle indispensabili analisi
di conferma della presenza o meno di inquinanti nocivi e tossici.
Chiediamo ancora alla Procura di Nola che fine hanno fatto le
ispezioni effettuate dal CTU del tribunale al fine di verificare, nel
lontano 2011, lo sforamento delle CSC come denunciato dalla Rete dei
Comitati vesuviani a seguito della relazione della Provincia di
Napoli e dell’Ente Parco nazionale del Vesuvio. Valutando da subito
anche un intervento immediato sullo stato di degrado e abbandono in
cui versa la discarica Pozzelle 2 posta sotto sequestro perché non a
norma dallo stesso Tribunale oltre quindici anni or sono da cui
scaturisce, verosimilmente, l’inquinamento del piezometro 2 posto
in direzione della stessa atteso il tempo trascorso a far sì che i
contaminanti presenti si approfondissero fino alla falda.
Stesso
discorso per l’area delle “monnezza imballata” (ecoballe), ai
margini della ex Sari e sovrastante il piezometro 2, sprovvista da
sempre del tappetino di protezione al fondo.
Si
invitano, altresì, tutti i Sindaci dei comuni interessati dalla
falda in questione a disporre l’immediato censimento dei pozzi
autorizzati e ricercare quelli abusivi al fine di poter seguire con
buona approssimazione la linea di faglia e poter effettuare le
necessarie controanalisi e certificare con buona precisione lo stato
di salute delle acque sotterranee.
Si
invita ad horas Provincia e Regione a verificare lo stato di messa in
sicurezza e tombatura della discarica ex Sari e valutare, alla luce
delle inadempienze denunciate dall’Arpa regionale mesi or sono,
l’eventuale rimozione dell’attuale gestore se recidiva
l’inefficienza documentata e il mancato rispetto della normativa
prevista. Alla luce di tali risultati si richiama l’Assessorato
regionale della Campania a far sì che ogni comunicazione che investa
qualsivoglia azione ispettiva, di monitoraggio o di controllo
dell’area Pozzelle venga trasmessa a tutti i Comuni confinanti con
l’area in questione e all’Ente Parco del Vesuvio al fine di
evitare che la mancata comunicazione di una singola amministrazione
possa mettere a rischio la tutela del territorio, la salute dei suoi
abitanti e l’economia indotta.
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