ETA' PENSIONABILE: RECORD IN
ITALIA
di Sabatino Laurenza
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Satira. |
Non è vero che siamo sempre in
fondo
a tutte le classifiche europee quando si tratta di dati
relativi al tema lavoro. Certo, siamo al Qunint'ultimo posto nella
lista che identifica la ricchezza dei salari, però siamo al primo posto in un’altra graduatoria, quella che riguarda l’età del
pensionamento. La nostra, per dirla breve, è la più alta tra i
Paesi membri. Insomma, non ce ne va bene una: sia che siamo al top
siamo che siamo in fondo, deteniamo in entrambi i casi un amaro
record che si ripercuote tristemente sulla vita dei cittadini
italiani. Facendo due calcoli, già a partire dal 2020, gli abitanti
dello stivale (uomini e donne indistintamente) potranno godersi il
loro "ritiro" non prima dei 66 anni e 11 mesi.....in
ritardo di circa un anno e qualche mese a confronto di Paesi come
Germania e Danimarca. Questa età è, però, destinata ad aumentare
perché viene adeguata al consolidamento delle aspettative di vita.
Così, nel 2040 si andrà in pensione a 68 anni e 11 mesi e nel 2060
a 70 anni e 3 mesi! Mentre i nostri colleghi tedeschi saranno già
fuori dal mercato da ben tre anni. Si lavorerà di più e più a
lungo per contenere la spesa che attualmente supera in media il 10%
del Pil e che, nonostante le riforme, si calcola toccherà quota
12,5%. L’Italia è un caso a parte poiché è il Paese più longevo
del continente e questo fa sì che i costi previdenziali arrivino al
15%. La "ricetta" per arginare questa triste realtà a cui
andremo incontro di questo passo? La formula è semplice......più
lavoro ben pagato e più entrate contributive significano più soldi
da destinare alle pensioni e più crescita, con il conseguente
miglioramento del rapporto spesa previdenziale-Prodotto interno lordo
(Pil).
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