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lunedì 1 febbraio 2016

L'allarme di Parigi: "Sappiamo dove l'Isis sbarcherà in Italia"

L'allarme del governo francese: i terroristi sbarcheranno a Lampedusa




Vi è un «serio rischio» che i terroristi dello Stato islamico possano infiltrarsi tra i profughi che dalla Libia raggiungono le coste dell’Italia meridionale. Lo ha detto oggi il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian. Secondo il rappresentante del governo di Parigi vi è «urgente necessità» di trovare una soluzione politica alla crisi in Libia per contrastare l’espansione dell’Isis. Il ministro ha evidenziato che lo Stato islamico si trova a soli 350 chilometri dall’isola italiana di Lampedusa, il punto di approdo per migliaia di migranti e rifugiati che lasciano l’Africa per raggiungere l’Europa.

«Quando arriverà il bel tempo c’è il rischio che i combattenti possano affrontare la traversata mischiandosi ai rifugiati. È un pericolo serio», ha detto Le Drian alla tv francese. «Siamo consapevoli del rischio che il conflitto nel Levante (Siria e Iraq), dove stiamo iniziando a vedere alcuni risultati positivi, possa trasferirsi in Libia», ha aggiunto il ministro, aggiungendo che una soluzione politica in Libia è «l’unico modo per sradicare» il problema.

Statue velate, chi viene punito: il nome del big che rischia grosso

Statue velate, chi viene punito: il nome del big che rischia grosso




lva Sapora, capo del cerimoniale di Palazzo Chigi finita nel mirino poiché individuata come responsabile delle statue velate in occasione della visita del premier iraniano Rohani, ha consegnato la scorsa settimana una relazione scritta a Matteo Renzi. Da par suo, almeno con la stampa, la signora continua a tacere, sopraffatta dalla eco di una figuraccia mondiale, quella che si è concretizzata ai musei capitolini. Ma ora, che succede? Una risposta la fornisce a Repubblica un alto funzionario del governo: "Non vedo che conseguenze debbano esserci", poiché "è già accaduto tutto e quella in atto è un'indagine interna che deve restare riservata".

Insomma, la signora non rischierebbe né atti formali né licenziamento: così, secondo quanto si è appreso, la signora verrà accompagnata fino alla pensione senza grossi traumi (è nata nel 1951, nel 2016 compirà 65 anni). Eppure, per il ruolo di capo del cerimoniale, ora sono al vaglio altri nomi, e l'incarico potrebbe essere affidato ad interim al segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti. La Sapora, insomma, non verrà punita (più di tanto) anche perché ad oggi non è ancora certo che l'unica a fare la scelta di velare le statue sia stata lei: verrà affiancata o sostituita, ma non silurata.

Ancora il Pipita: il Napoli rimonta e si riprende la vetta

Serie A: il Napoli rimonta l'Empoli e si riprende la vetta della Serie A




La Juve chiama, il Napoli risponde e si riprende la vetta della classifica grazie alla vittoria al San Paolo contro l’Empoli toccando quota 50 punti. Eppure, non è stato facile per la squadra di Sarri. È stato necessario andare sotto nel punteggio (0-1 firmato Paredes) prima di trovare la reazione e ribaltare il match con Higuain (22esima rete e uscito a 20’ dalla fine), servito al bacio da Insigne che poco dopo segna direttamente su punizione la rete del 2-1. Nella ripresa, arriva la sfortunata autorete di Camporese e nel finale la doppietta di Callejon che chiudono il match sul 5-1.

Pareggio a reti involate al Ferraris per la Fiorentina che non riesce a battere il Genoa per rimanere più attaccata alle prime.La squadra di Paulo Sousa (espulso nel finale), schierata ancora con due punte (Babacar e Kalinic), rischia anche in alcune occasioni (palo esterno di Perotti e miracolo di Tatarusanu su Pavoletti) e alla fine si accontenta pareggio.

Il Bologna non perdona al Dall’Ara ed a farne le spese stavolta è la Sampdoria di Montella (senza Eder e Zukanovic ormai approdati ad altri lidi), alla quarta sconfitta consecutiva (7 punti in 10 gare nella nuova gestione) e risucchiata al quartultimo posto con solo 4 punti di vantaggio sul Carpi. Mounier ha aperto le danze, Donsah ha raddoppiato (complice un errore grossolano di Ranocchia) e il match sembrava essersi incanalato così, ma nella ripresa la ha reagito trovando il pareggio grazie alle reti di
e Correa. Nel finale, però, decide Destro trasformando un contestato penalty.

Pari senza gol anche tra Udinese-Lazio (rosso a Danilo nel primo tempo e Matri nel finale con parapiglia nel tunnel) e tra Torino e Verona, con gli scaligeri che devono ancora rimandare l’appuntamento con la prima vittoria stagionale e restano stabilmente in ultima posizione.

Salvini: il nome che cambia tutto Vuole un candidato non leghista

Matteo Salvini pensa a Daniela Santanchè candidata sindaco a Milano




Ennesimo vertice, ieri, tra i leader del centrodestra: Berlusconi, Salvini e Meloni intorno a un tavolo per discutere di candidature in vista delle prossime amministrative. Solo che il Family Day pare aver ulteriormente frammentato un fronte che, a parte il palco di Bologna di qualche mese fa, non ha mai dato segni di particolare compattezza. Le divisioni, peraltro, non sono solo fra i tre partiti Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Ma anche all'interno delle due maggiori forze dello schieramento. Tra chi, in Fi e Lega, vede con favore un'apertura ai centristi protagonisti, ieri, del Family Day, e quanti invece vogliono evitare aperture in tale direzione.

Così, ad esempio, a Milano Toti e Maroni vedono con favore una corsa di Maurizio Lupi, mentre il cosiddetto fronte lepenista del carroccio non ne vuol sapere. E oggi, il Corriere rivela che il segretario padano Matteo Salvini avrebbe in serbo un nome pesante, a pur sorprendente, per sfidare il vincitore delle primarie del centrosinistra: quello di Daniela Santanchè, che giusto pochi giorni fa, in occasione della visita milanese di Marine le Pen, ha ospitato a casa sua per pranzo la leader francese, lo stesso Salvini e giorgia meloni. Quello che diversi osservatori hanno descritto come un "golpe" in Forza Italia, visto che a pranzo dalla Pitonessa non c'era alcun esponente azzurro.

Dossier segreto dell'Ue sui migranti Numeri da panico: sarà un disastro

Dossier segreto dell'Ue sui migranti Numeri da panico: sarà un disastro




Pochi finanziamenti, l'assenza di di un mandato chiaro, scarsissimi risultati. Cioè, un casino. Il monitoraggio di Frontex realizzato da due società di consulenza (Ramboll ed Euroasylum) dà risultati sconfortanti. Realizzato, come scrive "Il Fatto Quotidiano" attraverso 500 interviste a membri dello staff e manager dell'agenzia europea per il controllo dell'immigrazione, si conclude con 29 raccomandazioni. Ma questi due rapporti, uno del 2008 e uno del 2015, non sono mai stati resi pubblici da Frontex, nonostante la stessa regolamentazione dell'Agenzia preveda che risultati e raccomandazioni debbano essere resi pubblici. Per averli è invece necessario farne esplicita e specifica richiesta a Frontex.

L' ultimo rapporto è stato realizzato in luglio, dopo un anno di gestazione. I risultati sono in linea con le ultime decisioni prese della Commissione, che a dicembre ha annunciato una riforma dell' agenzia. Tra le raccomandazioni di Eurasylum e Ramboll c' è l' idea di pensare a una Guardia costiera europea, più che un' agenzia di coordinamento delle diverse marine, come accade oggi. Perché il modello, partito nel 2005, è ormai alle corde. Nella lista degli intervistati del case study si trovano due funzionari di Frontex, un poliziotto sloveno e due funzionari del ministero della Sicurezza olandese. Non funzionano nemmeno alcuni programmi in cui si inquadrano le missioni di pattugliamento.

L' esempio più clamoroso è Eurosur (European Border Surveillance System), il sistema paneuropeo per il controllo delle frontiere per il quale si usano droni e satelliti per tracciare gli immigrati irregolari: alcuni dati non sono disponibili per gli Stati membri, scrive il rapporto. I giudizi più negativi delle operazioni congiunte tra Frontex e Paesi membri provengono da Italia, Spagna e Grecia, dove l' agenzia è stata più attiva. Il 47% degli intervistati sostiene che l' intervento di Frontex nelle operazioni congiunte non aiuti a renderle più efficaci. Anzi. Frontex lavora sempre sottofinanziata e il budget che ha disposizione è risibile rispetto al suo mandato.

BERGOGLIO E DINTORNI L'analisi di Socci: chi ha vinto e chi ha perso nella Chiesa

Antonio Socci sul Family Day: chi ha vinto e chi ha perso nella Chiesa


di Antonio Socci


Antonio Socci

C' è chi rosica amaramente per l' immenso ed epocale Family day di ieri che, per la prima volta nella storia d' Italia, ha riempito il Circo Massimo di Roma senza alcuna organizzazione (sindacale o politica o industriale) alle spalle e senza viaggi spesati. È un popolo che a proprie spese si è mosso, con enormi sacrifici, per un ideale, per i propri figli, di fronte a una classe politica che gli ideali li ha buttati al macero e si muove solo per il potere.

Una classe politica che non è all' altezza di rappresentare questo popolo e non è mai stata investita dall' elettorato. Ci sono "rosiconi" nei Palazzi del Potere (politico, ideologico e giornalistico), ma anche in quei palazzi del potere clericale che hanno fatto di tutto per disinnescare il Family day.

Basti dire che ieri l' Osservatore romano è uscito senza avere nemmeno una riga in prima pagina su questo eccezionale evento (come pure Repubblica, l' altro giornale bergogliano). "Osservano" all' Osservatore per non essersi accorti di un mare di popolo cristiano in arrivo? Evidentemente non la realtà, ma il Palazzo bergogliano, che stava rosicando di brutto. Il papa argentino esordì nel 2013 dicendo che un pastore deve prendere l' odore delle pecore, ma l' evento di ieri ha dimostrato che Bergoglio ama i profumi dei salotti scalfariani e non gli odori del gregge cristiano.

Il vescovo di Roma sembra detestare questo popolo immenso che si è radunato, in difesa della famiglia, nella memoria di Giovanni Paolo II e ricordando gli insegnamenti di Benedetto XVI. Del resto Bergoglio, che per due anni ha dissestato la Chiesa con due Sinodi contro la famiglia, è percepito come parte dello schieramento opposto (cioè opposto alla famiglia e al popolo cattolico). È visto come idolo degli avversari di sempre. Ma lo vedremo dopo, perché il primo a essere stato "sfiduciato" dal "pueblo" è Matteo Renzi, il premier mai eletto.

Lo striscione "Renzi ci ricorderemo", opportunamente segnalato da Mario Adinolfi, dice tutto perché in quella enorme piazza c' erano anche diversi che votarono Pd (e anche non cattolici) e d' ora in poi "ricorderanno": lo stesso Adinolfi fu tra i fondatori del Pd e oggi non ha più rinnovato la tessera. Adinolfi ha ricordato pure che al Family day del 2007 aveva aderito anche Renzi, da presidente della Provincia di Firenze e come "politico cattolico".

A quel tempo - lo ricordiamo noi - Renzi dichiarava che quella delle «coppie di fatto» non era «la questione prioritaria su cui stare mesi a discutere. Mi sembra un controsenso rispetto alle vere urgenze del paese».

Aggiungeva che erano «provvedimenti ideologici» e che «toccano la minoranza delle persone. Basti pensare all' assoluta inutilità dei registri civili nei Comuni che ne hanno approvato l' istituzione». Diceva anche dell' altro: «La famiglia è la cellula della società non perché lo dicono i cattolici, ma perché è il fondamento di un modo di stare insieme. E se il matrimonio è un sacramento per chi crede, per la comunità è comunque un istituto del diritto e come tale impone assunzione di responsabilità davanti alla società».

Si riferiva all' art. 29 della Costituzione. Sul Family day del 2007 dichiarò: «È difficile capire perché c' è uno sguardo carico di ideologia sulla famiglia. Tutto ciò che viene detto dalla Chiesa viene visto come ingerenza. Non c' è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia.

Quando non si coglie il fatto storico di un milione di persone in piazza si commette un errore gravissimo». Vedremo ora se da premier Renzi compirà l'"errore gravissimo" di non cogliere "il fatto storico" di "due milioni di persone in piazza".

Stavolta infatti non solo sta dall' altra parte, ma è addirittura lui il promotore di una legge peggiore di quella del 2007. Come sia avvenuta una tale metamorfosi non si sa, ma appare evidente che per il potere Renzi è pronto a tutto.

L'altro ieri al Circo Massimo i tre applausi più forti si sono sentiti quando una signora slovena ha raccontato come là hanno vinto il referendum per la famiglia. Il primo applauso è scattato quando ha detto che il presidente che si era opposto ha poi perso le elezioni, il secondo quando ha detto che il premier aveva perso il posto e un vero boato si è alzato quando ha concluso: «Renzi ricordatelo».

Renzi ha tradito le aspettative, anche quelle del popolo cattolico, per compiacere il "pensiero unico" internazionale. Quello che Benedetto XVI definiva «la dittatura del relativismo». Ieri uno striscione ricordava proprio questa espressione. Da oggi l' Italia potrebbe essere l' avanguardia di una novità politica in Occidente.

Non a caso, infatti, contro questo "pensiero unico" imposto ai popoli, in barba alle convinzioni della maggioranza, si stanno schierando proprio i popoli dell' Est europeo, che già hanno sperimentato il totalitarismo comunista e non hanno intenzione di subire una tale "colonizzazione ideologica".

È un' espressione di papa Francesco di cui purtroppo ieri è stata evidentissima l' assenza e palpabile la freddezza. È stato ricordato e di certo sarebbe stato accolto con immensa gioia un suo segnale, ma lui non ha inviato nemmeno un saluto al Family day e nel discorso dell' udienza del mattino non ha fatto cenno al popolo cristiano radunato all' altro capo della città. Non ha nemmeno trovato il tempo per una di quelle telefonate che riserva, in abbondanza, all' amico fraterno Scalfari o perfino a Pannella. È imbarazzante che un papa così loquace, che parla con tutti, taccia ostinatamente su un tema che i suoi predecessori hanno definito vitale, un tema che incendia il parlamento e mobilita così tanto il popolo cattolico.

Lui parlò perfino al Centro sociale Leoncavallo, ma alle famiglie del Family day no. Del resto i naturali punti di riferimento ieri, al Circo Massimo, sono stati Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Dal Vaticano di Bergoglio hanno fatto di tutto perché il Family day si sgonfiasse, ma sono riusciti solo a "imbavagliare" Kiko Arguello.

Perché un così assurdo boicottaggio? Non solo a protezione del governo Renzi, ma anche perché questo evento mostra dove batte veramente il cuore del popolo cristiano, mostra il suo "sensus fidei" che è stato smarrito dai pastori vaticani. Questa è la vera "sorpresa dello Spirito Santo", non le tesi eterodosse che Kasper e Bergoglio hanno provato a far passare al Sinodo. E questo evento è l' ennesima bocciatura del braccio destro di Bergoglio, mons. Galantino. Molti militanti cattolici in questi mesi nelle piazze si sono presi insulti e sputi e spesso il dileggio dei media. Dov' erano i pastori? E i politici cattolici?

Il ministro dell' Interno Alfano è quello che avrebbe il potere di far saltare il Ddl Cirinnà: gli basterebbe minacciare (e poi eventualmente fare) la crisi di governo. Ma può Alfano lasciare le sue poltrone (e quelle che proprio nelle ultime ore Renzi ha assegnato al Ncd) per una questione ideale? C' è qualcosa che valga più del potere per questi politici? Sembra di no. Anche se le poltrone sono comunque transitore e Alfano, se non risponde alla piazza di ieri, decreta la fine politica del Ncd.

Per uno straordinario colpo di fortuna l' Ncd, che non ha né identità, né linea politica, né un programma, né un popolo, avrebbe di colpo la possibilità di trovarsi fra le mani tutto questo enorme patrimonio politico. Ma se è impossibile che privilegi gli ideali sulle poltrone è anche improbabile che Alfano si metta a far seriamente politica. Vedremo, ma tutto fa pensare che si faccia bastare le poltrone del momento.

Il Family day oceanico di ieri però sarà un terremoto anche nel mondo cattolico, dove "el pueblo", con la sua passione civile e religiosa, ha trascinato o sfiduciato le leadership. Il caso più clamoroso è quello di Comunione e Liberazione, con buona parte del movimento che è andata al Circo Massimo (c' era pure lo striscione), mentre don Carron è rimasto isolato nella sua equidistanza tra Family day e Pannella.

Profezia di Ennio Doris: "Vi dico quali banche resteranno in piedi"

Ennio Doris: "Ci sarà una selezione e resteranno solo le banche migliori"




"I risparmiatori devono imparare a selezionare la banca cui si affidano. Se questo processo avverrà, è inevitabile che il cliente scelga sempre di più e che sopravviveranno solo le banche più solide, quelle che spranno dare maggiori garanzie". Il numero uno di Mediolanum, Ennio Doris, commenta così in una intervista al quotidiano "Il Giornale" il primo Forex del governatore di Bankitalia Ignazio Visco dopo l' adozione del bail-in e la bad bank leggera.

Doris alzerebbe la capienza del fondo di solidarietà così da risarcire tutti i piccoli obbligazionisti di Etruria, Marche, CariFe e CariChieti. "Il vero pericolo - spiega - è che i risparmiatori perdano la fiducia nelle banche. Il patrimonio più grande da tutelare è la stima dei clienti, o potrebbero essere a rischio anche i consumi. Il bail-in è stato pensato per non far pesare le crisi bancarie sui contribuenti ma anche la prima ipotesi di intervento, che l' Europa ha bocciato, nella sostanza rispettava la legge. Bruxelles ha autorizzato aiuti di Stato veri sia in Portogallo per 1,7 miliardi, sia in Germania per 3 miliardi. Davvero non capisco questa disparità di trattamento, se si fosse adottato in modo graduale il bail-in avremmo evitato molti problemi".

Secondo il patron di Mediolanum, "è falso che l' Italia non ha provveduto per tempo a salvare i suoi istituti di credito. Quelli di molti Paesi sono andati in crisi dopo il fallimento Lehman Brothers perché pieni di titoli tossici, ma non era il caso italiano. A fine 2008, il governo studiò un fondo da 20 miliardi per entrare nel capitale delle banche, ma non servì mai. Pochi giorni dopo l' Inghilterra finanziò un fondo da 80 miliardi di sterline e gli Usa da 700 miliardi di dollari. Il salvataggio delle banche nel mondo ha quindi preso spunto da un decreto italiano".