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lunedì 31 agosto 2015

Il premio Nobel va alla messa del Papa Giallo in Vaticano: è scomparso da ieri

Vaticano, scomparso premio Nobel va alla messa di Papa Francesco e scompare




Giallo in Vaticano: lo scienziato dello Zimbabwe Christopher Magazda, 75 anni, premiato insieme al suo team con il Nobel nel 2007, è scomparso domenica mattina dopo essersi recato a San Pietro alla messa di Papa Francesco. Lo ha reso noto la redazione di Chi l'ha visto?, trasmissione di Raitre a cui i parenti dello scienziato si sono rivolti. Uscito di casa alle 9 del mattino, il professor Magazda (alto 165 centimetri per 85 kg di peso) indossava una camicia beige a maniche corte, pantaloni blu, sandali e occhiali da vista. Sarebbe dovuto rientrare in Zimbabwe nel pomeriggio di domenica.

SALVINI-CAV, CAMBIA TUTTO "Disposto anche a farmi da parte"

Lega Nord, Matteo Salvini: "Ticket con Berlusconi? Disposto a farmi da parte, ma Forza Italia si decida"




"Un ticket tra me e Berlusconi? Io sento di avere l’appoggio di tanti italiani, ma sono disposto a farmi da parte e non fare tutto da solo. Ma bisogna vedere cosa vuole fare Forza italia perché c'è un pezzo di partito che  vorrebbe sostenere Renzi e un altro pezzo che dice non si tocca questa Europa e questo euro, quindi che si decidano". Così, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, intervistato da Alessandro Milan a 24Mattino, su Radio 24. "Dicono - ha aggiunto Salvini - che Berlusconi preferisca Zaia o Maroni a Salvini? Ben venga che in Lega ci siano tante persone che possano fare meglio di Renzi, ma in questo momento a me interessa che l'Italia riparta".

"Forza Italia ha una sola voce, una sola linea politica ed è quella del presidente Berlusconi. Nessuno in Forza Italia vuole sostenere Renzi, chi vuole farlo è infatti uscito dal partito, così come nessuno in Forza Italia ha mai detto che questa Europa va bene così e quindi non si tocca". Lo afferma la responsabile comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini, commentando l'intervista del segretario della Lega Nord. "Abbiamo ora il dovere, assieme alle altre forze che si riconoscono nel centrodestra, di presentare un programma di governo chiaro e condiviso per poter tornare alla guida del Paese", conclude l'esponente azzurra.

L'Inghilterra chiude i confini agli europei: "Qui entrerà solo chi ha già un lavoro"

Inghilterra, la ministra dell'Interno Theresa May: "Non fare entrare gli immigrati senza lavoro, anche comunitari"




L'Inghilterra "abolisce" Schengen e la libera circolazione in Europa. L'idea, espressa dal ministro dell'Interno britannico Theresa May, è quella di una stretta sul "sistema senza confini" dell'Europa, vietando agli immigrati anche comunitari di entrare in Gran Bretagna senza un regolare contratto di lavoro: "Ridurre l'immigrazione Ue non significa minare il principio della libertà di movimento - ha spiegato sul Sunday Times -. All'inizio, quando è stata concepita, la libertà di movimento significava libertà di spostarsi per un lavoro, non libertà di attraversare i confini per cercare un lavoro o reclamare benefit".

Alfano: "Così si alimenta la paura" - "Un grave errore, che alimenta paure", ha replicato al Corriere della Sera il ministro dell'Interno Angelino Alfano. "Finora - ricorda Alfano - c'è stata l'illusione di pensare che l'Europa non fosse un'area economica unica con reazioni elettorali uniche, ma fatta di tanti pezzettini, ognuno reattivo in modo diverso. Le proteste in Germania, i sondaggi inglesi con la preoccupazione per l'immigrazione e la crescita di movimenti razzisti xenofobi in Francia con Marine Le Pen e in Italia con Matteo Salvini hanno dimostrato che non è così". Il vertice straordinario europeo sull'immigrazione? "Finalmente in Europa mi sembra prevalgano razionalità e concretezza - sottolinea il ministro -. Purtroppo ci sono voluti centinaia di morti non solo nel Mediterraneo, ma anche sulla rotta balcanica e dentro i Tir". Quanto all'emergenza italiana, per Alfano si affronta "con un sistema strutturato che preveda l'ospitalità diffusa e l'ausilio degli enti locali per evitare le reazioni violente come quelle degli ultimi mesi. Le procedure per i richiedenti asilo sono più rapide e il ministro della Giustizia Andrea Orlando sta lavorando per snellire le procedure sul giudizio di appello quando viene negato l'asilo. In questo modo possiamo rimpatriare velocemente chi non ha diritto a rimanere".

LE NUOVE PENSIONI Maxi-tagli agli assegni, prestiti a chi lascia prima

Pensioni, idea riforma: tagli fino al 30% per chi lascia prima, ipotesi "prestito"




Pensioni tagliate fino al 30% per chi lascia il lavoro prima del previsto. Riforma previdenziale sì, dunque, ma al risparmio. Il governo sembra orientato a una soluzione con meno costi possibili per le casse dello Stato, anche se le posizioni in Parlamento non sono omogenee e tra Pd e sindacati non mancano le alternative. Difficile, però, che Renzi, Padoan, Poletti e il presidente Inps Tito Boeri riescano a salvare capra e cavoli. 

Tagli fino al 30% - La flessibilità delle pensioni è comunque un'esigenza (lo ha detto anche l'ex ministro Elsa Fornero, che ora vorrebbe riformare la sua riforma), anche per favorire il turnover nelle aziende e cercare il rilancio dell'occupazione giovanile, che ha raggiunto il suo record negativo: è senza lavoro il 44,2% mentre il tasso di occupazione è addirittura al 14,5%, alla faccia del Jobs Act. Come detto, però, il problema restano i conti. Il governo e l'Inps giudicano troppo costosa per lo Stato la proposta dei dem Damiano e Baretta, con il 2% in meno per ogni anno di anticipo sulla pensione, che al momento vede come requisiti di vecchiaia 66 anni e 3 mesi per gli uomini e 63 anni e 9 mesi per le donne. Seconda possibilità: calcolare la pensione con il metodo contributivo, con tagli agli assegni che arriverebbero fino al 3,5 per cento. Si tratta però di una media, perché come ricordava anche il Messaggero le punte di decurtazioni arrivano addirittura al 20-30 per cento. 

L'idea del prestito - Un sistema così penalizzante difficilmente però farà ottenere allo Stato un risparmio significativo, rendendo di fatto vana la riforma. Per questo resta sempre valida l'ipotesi dell'ex ministro Giovannini, quella di un "prestito pensionistico": chi va in pensione anticipata percepirebbe un assegno senza tagli o quasi fino a quando avrà raggiunto i requisiti di vecchiaia, per poi dover rimborsare questa sorta di aggiunta nei mesi successivi.

GRASSO GUAIO AL SENATO Trappolone sulla riforma: perché ora Renzi può cadere

Riforma del Senato, Pietro Grasso vuole far votare anche sull'articolo 2: perché ora il governo trema




Adesso il governo di Matteo Renzi trema davvero. Tutta colpa del presidente del Senato Pietro Grasso, che dopo mesi di silenziosa indagine costituzionale, codice alla mano, ha intenzione di sancire l'emendabilità dell'articolo 2 della riforma costituzionale. Tradotto, fuor di politichese: si potranno proporre emendamenti anche all'articolo-cardine del "nuovo Senato" disegnato da Renzi e Maria Elena Boschi, quello che prevede la non eleggibilità dei futuri senatori. Un disastro, perché proprio su questo punto il premier ha sempre detto di voler blindare la riforma e di non essere disposto a trattare. E sempre su questo punto, invece, le opposizioni ufficiali e quella interna al Pd potrebbero trovare una convergenza per dare la spallata decisiva all'esecutivo. Renzi, solo domenica nell'intervista al Corriere della Sera, non negava di essere pronto a "forzature" (da leggere, voti di fiducia su materie costituzionali) pur di centrare il suo obiettivo. Si profila, dunque, un braccio di ferro che sarà fatale per qualcuno. 

Quella leggerezza grammaticale - Secondo Repubblica, Grasso in via informale ha già comunicato la sua posizione al presidente Sergio Mattarella, prima ancora che a Palazzo Chigi. Ma cosa ha fatto decidere Grasso per il "voto ragionato" sull'articolo 2? Un particolare grammaticale, una leggerezza o una svista nella redazione del testo arrivato al Senato dopo l'approvazione della Camera: mentre il ddl Boschi originale prevedeva l'elezione dei senatori "nei" Consigli regionali, il nuovo testo afferma l'elezione dei senatori "dai" Consigli regionali. 

L'incontro con Bersani - Tecnicamente, dunque, non si tratterebbe più di una "doppia lettura conforme" e si obbligherebbe il Senato a rivotare l'articolo, aprendo ad emendamenti che potrebbero spaccare in due la maggioranza. Il pretesto che in molti, tra Nazareno e Forza Italia, aspettavano per il regolamento di conti con Renzi. Non a caso, il premier secondo Repubblica starebbe già per correre ai ripari, organizzando un faccia a faccia risolutore con Pierluigi Bersani, capo della fronda democratica. 

domenica 30 agosto 2015

Innocenzi e amica, ferie "hard" in Iran Sberla dal giornalista Rai: "Siete solo..."

Il giornalista della Rai Ruggero Po insulta su Twitter Giulia Innocenzi e la sua amica: "Due sgallettate a piede libero"





Dopo l'imperdibile reportage dall'Iran di Giulia Innocenzi, durante il quale ha raccontato di tutte le molestie sessuali subite da diversi uomini, sulla testa della santorina sono cadute decine di critiche e qualche incitamento a portare avanti il suo coraggiosissimo lavoro giornalistico. E tra le critiche più inaspettate c'è stata quella del giornalista di Radio Rai Ruggero Po che su Twitter ha definito "due sgallettate a piede libero" riferendosi alla Innocenzi e alla sua amica. Immediata la reazione della conduttrice aspirante giornalista: "Non so se è chiaro - ha scritto su Twitter - esigo le scuse di Ruggero Po per averci dato delle "sgallettate". Le chiederò ogni giorno finché non le otterrò". Chissà se la minaccia farà tremare il giornalista della Rai.

Ruggero Po @Ruggero_Po
Ignoranti e incoscienti. Il fatto che in realtà giornaliste non siano, poco cambia. Solo sgallettate a piede libero. http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/15_agosto_28/selfie-moschea-lonely-planet-molestie-viaggio-iran-giulia-innocenzi-fb983f1c-4d59-11e5-816c-ead72dc4bf5c.shtml …
14:56 - 28 Ago 2015 · Rome, Lazio, Italia

Terrorismo sui treni, nuove regole Ue Biglietti e bagagli, ecco che cosa cambia

Terrorismo, nuove misure di sicurezza sui treni europei a lunga percorrenza: biglietti nominativi





L'attacco terroristico sul treno Thalys in Francia ha messo a nudo quanto il trasporto ferroviario possa rappresentare uno dei più clamorosi buchi nel sistema di sicurezza europeo. È partita così la stretta dell'Unione europea sulle misure da prendere perché anche sui treni ci siano sistemi di controllo semrpe più simili a quelli già in atto sugli aerei. Nove ministri di altrettanti Paesi europei si sono riuniti a Parigi e hanno approvato alcune novità che entreranno presto in vigore in buona parte dell'Unione. A cominciare dai biglietti per le tratte a lunga percorrenza, che in futuro saranno nominativi. Ci sarà poi un maggiore controllo delle forze dell'ordine a bordo dei convogli che attraversano le frontiere, con pattuglie miste, e poi verifiche più serrate sui bagagli. Presente per l'Italia il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio che però ha chiarito che le nuove misure non saranno una rinuncia: "Al criterio di Shengen della libera circolazione delle persone, perché è un fatto di civiltà e il terrorismo da questo punto di vista non ci piega".