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lunedì 22 dicembre 2014

L'11esimo comandamento: fare soldi Ecco quanto vale il patrimonio di Benigni

Benigni, un patrimonio tra società, case, terreni e latte in polvere




Fa ascolti, incassi e soldi Roberto Benigni. Soldi che sa anche investire molto bene. Perché il comico/attore/regista ha un ottimo senso degli affari. Con la moglie Nicoletta Braschi, infatti, Roberto Benigni ha un piccolo impero: riporta il Giornale che il bilancio 2013 della Melampo Cinematografica, società più importante della famiglia, al 50% di Roberto e al 50 di Nicoletta, attraverso la quale passano anche i contratti con la Rai ha chiuso con un utile di 2.741.828 euro (più del doppio del bilancio precedente). E alla voce "ricavi delle vendite e delle prestazioni" si trova l'importo di oltre sei milioni di euro che è molto probabilmente riconducibile al cachet pagato dalla tv di Stato al premio Oscar.

La Hollywood umbra - Tant'è. Un altro affare che hanno fatto i Benigni riguarda la vendita della Spitfire alla Cinecittà Studios. La Spitfire si chiamava Cinecittà Papigno dal nome del borgo umbro dove Benigni creò il lager de La vita è bella. Il progetto era di farne poi una piccola Hollywood ma, nonostante i finanziamenti degli enti locali, non è mai decollato e oggi gli studi sono abbandonati. Ma i coniugi sono riusciti a venderli lo stesso per 1 milione e 400mila euro. 

Case e latte - Ma non solo. Oltre alla Melampo e ad altre società, fra cui la Tentacoli Edizioni musicali che detiene i diritti delle colonne sonore dei film, i Benigni hanno anche una società immobiliare, ventuno case, venti terreni, una villa esclusiva nell'arcipelago della Maddalena, e persino una società, la Sicura srl di Cesena che vende latte in polvere per neonati e che ha fatturato un milione e mezzo di euro. 

M5s, i grillini occupano l'aula: sette espulsi, lasciano due senatori e un deputato

M5s, i grillini occupano l'aula: sette espulsi, lasciano due senatori e un deputato




Sette deputati del Movimento cinque stelle sono stati espulsi dal vice presidente della Camera Roberto Giachetti per aver occupato i banchi del governo. Davide Tripiedi, Ferdinando Alberti, Massimo Baroni, Luca Frusone, Gianluca Rizzo, il capogruppo Alessio Villarosa e Tatiana Basilio sono stati allontanati per il loro "grave comportamento". I deputati pentastellati hanno occupato i banchi mentre era in discussione la legge di stabilità.

"I presidenti delle Camere dovrebbero rendere onorevole il loro ruolo: vengono dati milioni alla difesa e vengono tolti i soldi per gli sgravi. A questo punto siamo pronti a tutto", spiega Villarosa. E protesta anche un altro espulso, Davide Tripiedi, che denuncia il fatto che la maggioranza "ha tagliato persino il fondo per i lavori usuranti". Rincara la dose Frusone: "E' il metodo utilizzato che fa capire che il Parlamento non esiste più: in America la chiamerebbero una dittatura morbida, con istituzioni solo apparentemente elette e che sono una parvenza di democrazia".

Intanto nel M5S continua il terremoto interno. Dopo il tesoriere pentastellato Giuseppe Vacciano, anche la senatrice Ivana Simeoni ha rassegnato le dimissioni a Palazzo Madama. E anche nel suo caso la lettera è già stata inviata al presidente del Senato, Pietro Grasso. Verso l’addio anche Cristian Iannuzzi, figlio della Simeoni, eletto alla Camera.

"Diventiamo uno Stato degli Usa" Ecco il piano per salvarci dall'Euro

Il commento di Pelanda: "Per salvare l’Italia dall’euro diventiamo uno Stato Usa"

di Carlo Pelanda 


Il sistema mondiale, dopo la fine della Pax Americana (1944 - 2008) si sta frammentando in blocchi regionali, ciascuno con la strategia di creare una sfera di influenza organizzata come area economica centrata sulla nazione aggregante. Il fare impero travestendolo da mercato regionale dipende dall’analisi del perché gli imperi del passato sono implosi: troppi costi economici e di dissenso. 

La nuova formula permette alla nazione aggregante sia di evitare tali costi sia di ottenere un megaprofitto da signoraggio geoeconomico, per esempio la Germania dopo l’aggregazione dell’Eurozona. L’America sta tentando di integrare le democrazie sia asiatiche (negoziato TTP) sia atlantiche (negoziato TTIP) in un unico mercato con al centro l’America stessa ed il dollaro. L’opzione di riserva o ancillare è quella di controllare l’America meridionale, vero motivo della recente apertura verso Cuba per rafforzare il nucleo della sua sfera di influenza che include le democrazie anglofone del Commonwealth. La Cina sta costruendo un’ampia area di influenza (Greater China) perseguendo due strategie: (a) formazione di un mercato integrato sinocentrico comprendente le nazioni asiatiche geograficamente prossime; (b) penetrazione economica in tutto il resto del mondo per scopi di condizionamento geopolitico. La prima azione è molto contrastata da Giappone, Vietnam, Filippine, ecc., nonché da un’azione strategica statunitense di contenimento sistemico, pur "leggero", dell'espansione cinese. 

La seconda non ha finora trovato contrasti importanti in Africa e, soprattutto, nell'Europa in crisi alla caccia di capitali. Ma li sta per trovare in America latina dove la penetrazione cinese è in frizione diretta con l'espansione statunitense. La Russia sta tentando di riorganizzare le nazioni ex-sovietiche rimaste nella Csi in un’area di mercato integrato, ma è il blocco regionale più a rischio di implosione per sua debolezza. Tale nuovo gioco multiplo, alla fine, verrà semplificato come competizione tra due potenze principali, America e Cina, che conquisteranno le altre: Russia, Europa, Indonesia, Giappone. Per gli attori principali ora è utile tenere aperto il mercato globale. Ma l’architettura geopolitica in formazione predispone il sistema a chiudersi in mercati regionali alla prima crisi. Inoltre, l’export sta diventando sempre più politico. Il punto: per l’Italia, potenza esportatrice, conviene essere parte di un mercato globale delle democrazie oppure di un’Europa neutrale che spera così di commerciare con tutti o di un’Eurasia con Russia e Cina guidata da Pechino? La Germania mostra al momento una posizione confusa, ma tende al neutralismo. La Francia punta ad un’Eurasia dove poter mantenere una posizione di privilegio e tenta un convergenza con la Russia sia per sostituire Berlino sia per mostrare a Pechino che in una possibile alleanza euroasiatica Parigi conterà. Londra è assente, Roma ferma. 

In questa situazione è probabile che l’Europa divisa e, per questo passiva, sarà terreno di scontro tra gli imperi americano e cinese in formazione, la Russia già quasi conquistata da Pechino per errori sia dell’America sia di Putin. Vi aggiornerò sullo scenario in sviluppo, ma devo subito avvertire che per l’interesse nazionale italiano il massimo vantaggio è già ben chiaro nelle simulazioni che combinano sicurezza, business e stabilità finanziaria: (a) formazione di un mercato euroamericano a sua volta parte di un mercato globale delle democrazie; (b) mediazione tra America e Russia per non lasciare la seconda, cliente primario per l'Italia, nelle mani di Pechino (qui il Vaticano dovrà aiutare con la Chiesa ortodossa come sembra aver già iniziato). Realismo? Senza l’Europa l'America, anche se le riuscisse il dominio dell'America latina, sarà sconfitta dalla Cina e ciò rende rilevante l'Europa stessa agli occhi dei due competitori. E se non fosse possibile portare la Ue verso tale scenario nonché renderla sufficientemente compatta per negoziare alla pari con la tipicamente etncentrica diplomazia statunitense? Penso che Roma dovrà agganciarsi, probabilmente con Londra e Madrid, all'America, cercando autonomia e rilevanza offrendo in cambio una missione di presidio proconsolare del Mediterraneo, opzione utile anche per predisporre il passaggio al dollaro nel caso non escludibile che l’euro imploda. Ma utile anche per segnalare a Francia e Germania, per dissuaderle, che l’Italia non le seguirà nel caso scegliessero l’Oriente o il neutralismo. 

Il papà di Renzi davanti ai pm in segreto Ecco cosa ha detto e sul figlio....

Tiziano Renzi interrogato a Genova




Il papà del premier, Tiziano Renzi, è stato interrogato nelle scorse settimane, in gran segreto, a Palazzo di Giustizia di Genova. Secondo quanto scrive il Secolo XIX. Tiziano è riuscito a dribblare i cronisti nascondendosi sotto un grande cappello. E' stato sentito nell'ambito dell’inchiesta sul fallimento della sua ex società “Chil Post”, fascicolo in cui è accusato di bancarotta fraudolenta. Il verbale dell'interrogatorio è stato secretato ma una cosa è emersa: Tiziano ha detto che suo figlio "non c'entra niente". 

"Non ti legge nessuno, ti porto in tribunale, guarda che io...". Caprarica scatenato: ecco con chi ce l'ha...

Antonio Caprarica ad Aldo Grasso: "Io snobbone? Ti leggono in dodici"




Dopo l'addio ad Agon Channel di Antonio Caprarica e le accuse di Aldo Grasso sul Corriere che lo ha definito uno "snobbone" arriva la risposta velenosa dell'ex corrispondente Rai. "Aldo Grasso un critico? Ma lo leggono in dodici, per fare una citazione manzoniana. Se continua a dirmi che a Londra ho fatto lo snobbone e mi sono concesso chissà quali lussi, questa è la volta che lo querelo. Ce l’avessi io la rendita di posizione di cui gode Grasso", ha affermato Caprarica a La Zanzara su Radio 24. Poi la stoccata finale: "Ha una colonna quotidiana per sparare a zero contro tutti i suoi nemici e salvare regolarmente tutti i suoi amici. Questa in alcune zone d’Italia viene definita mentalità di un certo genere". Insomma tra Caprarica e Grasso è guerra aperta. 

Revisioni auto videosorvegliate: Così il Grande Fratello stana i furbetti

Revisione auto: sarà videosorvegliata dal 2015




Il "Grande Fratello" arriva anche nei centri autorizzati per le revisioni di auto e moto. Dal primo gennaio saranno dotati di sistemi di videosorveglianza per monitorare in tempo reale il corretto svolgimento delle attività di controllo. La revisione, che deve essere eseguita obbligatoriamente per la prima volta dopo quattro anni dalla data d'immatricolazione e successivamente ogni due, dal 2015 sarà quindi filmata con una telecamera. La tariffa per l'operazione resterà invariata a 65,68 euro. L'installazione di videocamere, decisa dal governo, serve per evitare che vengano eseguite particolari “promozioni” di vetture o moto non perfettamente a norma di legge. Le videocamere quindi riprenderanno le operazioni di manutenzione e le comunicheranno in real time alla Motorizzazione Civile, come sancito dal nuovo protocollo per le revisioni denominato “Mctcnet2”.

I costi - Ma questo cambiamento non è una buona notizia per i meccanici e i centri di revisione. Il nuovo sistema di controllo previsto dal nuovo protocollo però non sembra ben visto dai centri di revisioni in quanto hanno dovuto affrontare immancabili aumenti di costi e nuovi adempimenti burocratici da esplorare. I centri autorizzati hanno infatti già sostenuto una spesa di almeno 10.000 euro per l'adeguamento dei macchinari e dei software, a fronte di una tariffa ministeriale che, ricorda la Cgia, è ferma da oltre 7 anni. "La nuova normativa, innanzitutto, comporterà - spiega Roberto Bottan, Presidente sia degli Autoriparatori sia della Cgia - una maggiore sicurezza dei dati, un'imparzialità dei risultati e uno stop alle frodi sulle revisioni". 

Bancomat e carte a rischio truffatori: Le tecniche per la clonazione

Natale, truffe a bancomat e alle carte di credito: ecco come difendersi




Natale, tempo di acquisti ma anche di truffe. Gli italiani in questi giorni si riversano nei negozi per gli acquisti per le feste e usano molto spesso il bancomat o le carte per pagare. Il periodo ideale per i truffatori per agire e clonare le carte per svuotare i conti correnti. La Polizia di Stato ha diffuso un video con qualche consiglio per evitare amare sorprese sotto l'albero. La clonazione delle carte di credito e dei bancomat è un fatto molto preoccupante, che sempre di più innervosisce i possessori e gli utilizzatori delle carte magnetiche per i pagamenti. Sempre più frequenti sono i casi di clonazione di carte di credito o di bancomat. 

Le tecniche - I malviventi, infatti, hanno come obiettivo quello di acquisire le informazioni contenute nella banda magnetica della carta ed il codice pin che serve per autorizzare qualsiasi operazione bancaria. Per questo negli sportelli bancomat modificati viene inserito innanzitutto uno “Skimmer”, ovvero un lettore di codici che registra i dati della carta e che si può vedere controllando per bene l’alloggio nel quale si inserisce la carta.

Come difendersi - Altro elemento da considerare per quanto riguarda il pin è la presenza di un foro proprio in direzione della tastiera, che potrebbe nascondere una telecamera, e la manomissione della tastiera. Muovendo un po’ i tasti, infatti, se c’è stata una manomissione si può notare lo spostamento dell’intera tastiera, che ha ricoperto quella originale. Per proteggere il proprio pin dalla telecamere occorre sempre coprire la tastiera con la mano. Piccoli accorgimenti che però possono sventare tentativi di clonazione di carte di credito o bancomat. In ogni caso il video rimanda al 113 per qualsiasi dubbio possa sorgere sull’eventuale manomissione dello sportello.