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martedì 23 settembre 2014

MEZZO PD PUGNALA RENZI L'accusa: "Non sei stato eletto, attento, altrimenti..." Il premier: "Sulla riforma del lavoro vado avanti"

Riforma Lavoro, tensione nel Pd, Renzi: "Avanti per la mia strada"




Il Pd è nel caos. Accuse e prese di posizione sulla riforma del Lavoro si alternano in una guerra quotidiana che vede da una parte il premier Matteo Renzi e dall'altra la sinistra Pd che fa da sponda alla Camusso. Uno scontro duro che fa tremare il Nazareno. Lo spettro della scissione agita le acque del partito e la lotta intestina rischia di logorare il premier-segretario ma anche la fronda Pd che vuole affossarlo. 

La bordata di Civati - L'ultimo attacco è arrivato da Pippo Civati che in un'intervista a l'Espresso punta il dito contro Matteo: "Scissione? Ma perché dovremmo farlo noi? E’ una falsità, portata avanti con una disinvoltura sorprendente, e modi allucinanti. Se si vuol tornare a una Margherita più robusta lo si dica: ma nel Pd c’è anche una storia della sinistra, che non si può ignorare. E chi è che ha posto il tema articolo 18, dividendo tra buoni e cattivi ? Non io. Chi ha iniziato, chi vuole drammatizzare? Se il contratto a tutele crescenti prevedesse che dopo tre anni un lavoratore è stabilizzato, nessuno sarebbe in disaccordo. Se invece si parla di persone che non avranno mai la tutela del reintegro in caso di licenziamento illegittimo, a questo punto potevamo votare Berlusconi e facevamo prima”. Poi arriva l'affondo: "Renzi governa senza essere passato dalle elezioni, non è mai stato il nostro candidato premier, mentre i parlamentari del Pd hanno preso, con chi li ha eletti, impegni che erano altri da questi. Con grande velocità e furbizia, sostituendo Letta, Renzi ha voluto usarli, ma non può dimenticarsi l’equilibrio delicato sul quale tutto ciò si regge, e da dove viene”. Alle accuse di Civati risponde il sottosegretario Luca Lotti: "Non può dettare la linea chi ha perso le primarie".

Scontro Lotti-D'Attorre - Pronta la replica di Alfredo D'Attorre: "Lotti dovrebbe spiegare dove e quando Renzi ha proposto l'abolizione dell'articolo 18, non mi pare che fosse nel suo programma delle primarie, nè quelle in cui si presentò contro Bersani, nè nelle ultime in cui ha vinto". Insomma lo scontro tra i dem pare ormai fuori controllo.

Renzi tiro dritto - Renzi tira dritto e dagli Stati Uniti (in visita alla Sylicon Valley) afferma: "Il rischio dell'Italia - dice il premier - è di città straordinariamente belle ma città del passato. La sfida è trasformare noi stessi gelosi del passato e innamorati del futuro. Da parte nostra - sostiene - faremo di tutto per cambiare l'Italia: per renderla un paese più semplice, con un mercato del lavoro diverso, con una classe politica che sia dimagrita e di cui non vergognarsi. Serve una rivoluzione sistematica in Italia. Se lo facciamo non saremo mai un paese normale ma diventeremo attrattivi ma non bastano le riforme se non ci sono idee. Il cambiamento è impossibile con una testa striminzita e ripiegata sul passato. Poi è vero che servono le riforme ma anche le idee e io sono qui ad ascoltarvi". 

YARA, COLPO DI SCENA SUL DNA "Impossibile dire che sia di Bossetti"

Yara, i Ris: "Non è possibile una diagnosi certa sulle tracce di dna trovate sui vestiti della ragazza"




Sul caso Yara arriva un inaspettato colpo di scena. I Ris di Parma mettono in discussione la prova principe che tiene in carcere Massimo Bossetti: il Dna di "Ignoto 1". Secondo la perizia degli investigatori, citata anche dai legali di Bossetti nell'istanza di scarcerazione (poi rigettata) sarebbe "impossibile diagnosi certa sulle tracce Dna sui vestiti di Yara". Una perizia quella dei Ris che potrebbe avere delle ripercussioni sulla sorte di Massimo Bossetti, il principale indiziato per l'assassinio di Yara. 

Le tracce - "Una logica prettamente scientifica che tenga conto dei non pochi parametri che si è tentato di sviscerare in questa sede non consente di diagnosticare in maniera inequivoca le tracce lasciate da Ignoto 1 sui vestiti di Yara". È questa dunque una delle conclusioni presenti nella relazioni del Ris di Parma su cui poggia l’istanza di scarcerazione, rigettata dal gip di Bergamo, dei legali 
di Bossetti.

La perizia - Nel dettaglio nella relazione si afferma come "pare quantomeno discutibile come ad una eventuale degradazione proteica della traccia non sia corrisposta una analoga degradazione del Dna", si ricorda inoltre come "lo studio analitico dei reperti oggetto della presente indagine è stato reso particolarmente difficile dal cattivo stato di conservazione degli stessi e dalla oggettiva complessità dei susseguenti esiti di laboratorio, non sempre ben interpretabili in ragione dell’elevato livello di degradazione biologica delle tracce presenti".

L'esposizione del corpo - L’esposizione prolungata del corpo di Yara alle intemperie­ per tre mesi circa, il suo corpo fu trovato in un campo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2011, "ha indubbiamente procurato un dilavamento delle tracce biologiche in origine certamente presenti sui suoi indumenti riducendone enormemente la quantità, compromettendone la conservazione e modificandone morfologia e cromaticità, tutto a svantaggio di una corretta interpretazione delle evidenze residuate", si legge nella relazione degli esperti.

SVOLTA NEL DELITTO DI GARLASCO Il sangue (che non c'era) sulle scarpe: la posizione di Stasi si complica...

Garlasco, i periti: "Quasi impossibile che le scarpe di Alberto Stasi non si sporcassero di sangue"




Una possibile e forse decisiva svolta nel giallo di Garlasco. "Erano estremamente basse le possibilità che Alberto Stasi non si sporcasse le scarpe con il sangue della vittima, cosparso nella villetta, teatro del delitto di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco". Questo, stando alle prime indiscrezioni, è quanto emerso dall'incontro in corso all'Università di Bologna tra i periti della Corte d'Appello di Milano e i consulenti di accusa, difesa e parte civile, impegnati nell'attesissimo esperimento virtuale sulla camminata dell'ex studente della Bocconi. Una conclusione, quella dei periti, che aggrava la posizione di Stasi e che conferma le tesi di accusa e parte civile: è impossibile che sulle suole delle scarpe indossate quel giorno da Alberto, e da lui consegnate agli inquirenti la mattina successiva al delitto, non sia rimasta neppure una traccia ematica.

Capelli e unghie - Durante il confronto tra gli esperti - che si è tenuto al dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali dell'ateneo di Bologna - è stata riprodotta la camminata di Stasi, imputato per la morte di Chiara Poggi. Il confronto è avvenuto nella tarda mattinata, ed è stato preliminare al deposito delle nuove perizie disposte dai giudici. Obiettivo dell'esperimento, appunto, era accertare se fosse possibile che su quelle suole non fossero rimaste tracce. E, secondo gli esperti, non era possibile. Inoltre, altre indiscrezioni, confermano quanto trapelato negli ultimi giorni. Nel dettaglio, il capello trovato nella mano sinistra della vittima, non consentirebbe di avere informazioni sul presunto assassino della 26enne, mentre il cromosoma Y trovato su due delle unghie di Chiara non risulterebbe riconducibile con certezza ad Alberto. Dal codice genetico sarebbe stato possibile rintracciare solo cinque marcatori compatibili con Stasi; i marcatori in totali sono 17, ma per una validità in termini processuali ne servirebbero almeno la metà più uno.

La simulazione - I risultati della perizia sulla camminata svolta oggi, lunedì 22 settembre, erano molto attesi. L'esperimento era già stato effettuato in primo grado ma non aveva tenuto conto di alcuni particolari, ed è stato ripetuto al pc dopo che lo scorso giugno con il laser scanner furono per la prima volta misurati gli interni della villetta di via Pascoli dove la Poggi fu assassinata. Gli interni sono stati riprodotti in tre dimensioni, e dopo aver inserito a computer le foto delle macchie di sangue sul pavimento (scattate dopo l'omicidio) sono stati simulati i possibili percorsi di Stasi, tenendo conto degli ingombri, degli stipiti e di quant'altro avrebbe incontrato sul suo cammino. I risultati della sperimentazioni sono poi stati incrociati con quelli degli esami medico-legali.

Pallini e fotografie - A complicare ulteriormente la posizione di Stasi c'è quanto era stato individuato dal pg. A seguito degli approfondimenti istruttori delegati ai carabinieri di Vigevano e alla Guardia di Finanza di Milano, il pg avrebbe individuato la marca, il numero 42 come quello di Stasi e il modello di calzatura (con la suola a pallini) delle scarpe che avevano lasciato impronte sulla scena del delitto. Calzature che sarebbero compatibili con quelle di Alberto, che però non presentavano tracce di sangue. Inoltre gli inquirenti avrebbero proceduto al confronto tra le scarpe calzate dall'ex bocconiano e quelle che apparivano in alcune foto finite al pg, tra le quali ce ne sarebbe una su cui gli investigatori hanno concentrato l'attenzione poiché, stando alle indiscrezioni, lo ritrarrebbero con un modello del tipo di scarpa identificato.

Quella voce su Renzi e Berlusconi: "Presto faranno un partito insieme..."

L'indiscrezione su Berlusconi e Renzi: "Faranno un partito insieme"




Se l'indiscrezione fosse vera, si scatenerebbe un terremoto politico senza precedenti. "Berlusconi e Renzi sono pronti a dar vita ad un nuovo partito, insieme". La "voce" arriva da Affaritaliani.it. Un'ipotesi che va ben oltre i limiti della fantapolitica. Ma a quanto pare, come racconta il sito di Angelo Maria Perrino, i contatti tra i due leader sarebbero partiti. Il progetto - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - comprende la creazione di un nuovo soggetto unitario nel quale ci sarebbero sia il premier, come leader, sia l'ex Cavaliere. Una sorta di nuova Democrazia Cristiana capace di raccogliere almeno il 50% dei voti e +di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento anche con l'attuale legge elettorale, quella uscita dalla Consulta. Per questo motivo Renzi spara alzo zero sulla minoranza Pd e Berlusconi ignora gli appelli degli azzurri contrari agli ammiccamenti con il segretario dem. Un retroscena che porterebbe alla rottura degli equilibri politici, ma anche alla scomparsa del Pd e di Forza Italia. 

Il nuovo quadro politico - Nella nuova Dc entrerebbe anche Angelino Alfano con il suo Ncd e i centristi ex montiani di Scelta Civica e quel che resta dell'Udc. Il piano prevede inevitabilmente l'uscita verso sinistra e quindi Vendola della minoranza Pd, i vari Cuperlo, D'Alema, Bersani e Fassina. Allo stesso tempo da Forza Italia se ne andranno quelli che contestano la "finta" opposizione al governo. Il quadro politico vedrebbe quattro schieramenti: la nuova Dc di Renzi e Berlusconi, la destra della Lega, Fratelli d'Italia e i fuoriusciti di Forza Italia, la sinistra di Vendola ed ex Pd e il Movimento 5 Stelle di Grillo. Ma l'indiscrezione di Affaritaliani per il momento pare che non possa avere un futuro. 

Draghi, scudisciate all'Europa e all'Italia: "La ripresa quasi ko. Fate qualcosa..."

Bce, Mario Draghi: "Ripresa perde slancio. I governi facciano subito le riforme"




"La ripresa perde slancio e i governi fanno riforme insufficienti". Il presidente della Bce, Mario Draghi, continua a criticare le misure adottate dai paesi dell'Eurozona per incentivare la crescita. "La ripresa nella zona euro sta perdendo impulso, la crescita del Pil si è fermata nel secondo trimestre, le informazioni sulle condizioni economiche ricevute durante l’estate sono state più deboli del previsto", ha affermato parlando al Parlamento Ue. Poi il presidente ha lanciato un allarme sulla situazione dei mercati internazionali: "I rischi di riforme strutturali insufficienti possono pesare sull’ambiente per gli investimenti", ha aggiunto. 

Riforme concrete - Draghi ha anche parlato delle imprese e della crisi che frena l'economia: "La crisi sarà davvero finita solo quando tornerà la fiducia dell’economia reale, quando ci sarà di nuovo la volontà delle aziende di assumere rischi". E ancora: "Le Riforme strutturali coraggiose sono elementi chiave per la fiducia delle imprese e per la crescita. Le riforme integrano le politiche accomodanti della Bce" e ha ribadito che "nessuno stimolo monetario o fiscale" può aiutare ad uscire dalla crisi senza riforme. Insomma dalla Bce arriva un richiamo forte anche all'Italia. Il governo deve portare avanti con convinzione le riforme. Soprattutto quella sul lavoro, da cui dipende anche il futuro di Rezni a palazzo Chigi. 

"Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi". Il teletribuno Santoro e la santorina Innocenzi come non li avevate mai visti...

Michele Santoro e Giulia Innocenzi, le foto da bambini per il lancio di "Servizio Pubblico"




Giovedì il teletribuno tornerà a calcare il palcoscenico: torna Michele Santoro. E torna anche Giulia Innocenzi. Santoro ha annunciato che sarà la sua ultima stagione di Servizio Pubblico: dal prossimo anno vuole misurarsi con un nuovo format e cedere lo scettro del giovedì sera proprio alla sua santorina preferita, Giulia Innocenzi. Ma questo è il futuro. Qui, invece, si parla del presente. Anzi, del passato. Già, perché per la campagna pubblicitaria per il lancio della nuova edizione del programma la premiata ditta Michele-Giulia ha deciso di puntare sul passato. Per la precisione, sul loro di passato. Ed ecco che in televisione e sui social network appaiono le fotografie di Santoro e santorina da piccoli, da bambini. Santoro in bianco e nero con inconfondibile sguardo truce e capello riccioluto, la Innocenzi invece a colori, e con la stessa identica espressione che offre in televisione da quando in televisione la vediamo. Il teletribuno e la santorina, in questa gallery, come non li avete mai visti.

Sesso e potere, Simona Ventura smaschera le colleghe: "Ecco chi per fare carriera è andata a letto con chi contava..."

Simona Ventura: "Non sono mai andata a letto con nessuno per fare carriera"




"Non ho mai fatto sesso per la carriera". Simona Ventura si racconta in un'intervista al Fatto Quotidiano e parla del rapporto tra sesso e potere. Un binomio che spesso va di pari passo. Non nel caso di Simona che rivendica come la sua carriera sia stata scandita solo dai suoi successi e dal suo talento senza mai dover dare qualcosa in cambio a chi doveva giudicarla. "No, non mi sono mai dovuta abbassare a questo. Lo dico con orgoglio, a me non chiedevano di andare a letto". Poi però arriva un'accusa: "Ne avevano altre che si buttavano tra le loro braccia". Poi la Ventura racconta come abbia costruito il suo successo: "Io penso di essere la dimostrazione che sesso e potere non sempre coincidono. Alla lunga chi arriva con scorciatoie non esiste un giorno di più. Serve grande professionalità. Io ho fatto molta gavetta. Sono arrivata a Mediaset e sono entrata dalla porta principale. Mi fecero un contratto con Mai dire gol. Undici puntate, cinquecento mila lire a puntata. E' stata la mia scuola". 

La storia con Bettarini - Poi i figli, l'amore, e i ricordi: "Bettarini, il papà di due dei miei figli. Molto presente, sempre. Fu un amore giovane, bello, di pancia, molto diverso da quello di oggi (Carraro, ndr). Ma io volevo far tutti. Pensavo alla carriera. Volevo lavorare, uscire la sera, fare la mamma. E lui giocava in un'altra città. Non era possibile", spiega al Fatto. 

"Fango su di me" - Infine un ricordo amaro: "Una volta scrissero che durante la separazione da Stefano facevo uso di droghe. Mi ha fatto male. Io sono sempre stata una sportiva, sana, ho ballato. Sopra le righe lo sono ancora oggi, è il mio essere, non c'è mai stato niente di chimico".