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lunedì 5 maggio 2014

L'INTERVISTA A "IL MATTINO" - Genny 'a carogna: "State sbagliando, non preoccupatevi di me ma del ferito"

L'INTERVISTA A "IL MATTINO" - Genny 'a carogna: "State sbagliando, non preoccupatevi di me ma del ferito"

di Daniela De Crescenzo

Gennaro De Tommasso
soprannome: Genny la Carogna

NAPOLI - «State sbagliando: non è di me che dovete preoccuparvi, ma del ragazzo che è stato ferito»: Genny la Carogna, o meglio Gennaro De Tommaso, parla pacato. Non si difende. Attacca. Trovarlo non è difficile: tra Forcella e piazza San Gaetano, dove è nato, lo conoscono tutti. E i messaggi corrono veloci: basta chiedere di lui, qualcuno accetta di chiamarlo e l’appuntamento è fatto.

Jeans e giubbino, mani in tasca e viso affranto, la Carogna offre un immagine che non ti aspetti. A cominciare dal nome: non è suo, raccontano nei vicoli, lo ha ereditato dal padre, e non indica cattiveria, ma sfortuna. E di quel nome lui non fa mistero e non si vergogna, anzi sorride dell’imbarazzo di chi lo pronuncia. E non è vero nemmeno che a suo carico sabato ci fosse un Daspo, una diffida con obbligo di firma: il provvedimento, spiegano quelli della curva A, è scaduto da tempo.

Seduto tra gli amici su una panchina del centro storico non è facile riconoscere Genny, anche se la sua immagine impazza sul web e una pagina Facebook che lo sostiene in poche ore ha già raggiunto i seimila «mi piace». Il ragazzo pacato che difende le ragioni sue e dell’intera Curva A somiglia poco a quello che ha sbalordito milioni di italiani in diretta Tv. Lo abbiamo visto tutti con la maglietta che inneggia Speziale, l’ultrà del Catania, condannato per l’uccisione di un poliziotto Raciti, mentre con le braccia alzate e coperte di tatuaggi sembra dare il via alla partita tenendo in pugno i sui compagni. E quindi la squadra. E quindi le forze dell’ordine. E quindi una capitale assediata. Ma lui smentisce categoricamente che tutto questo sia successo. E racconta una storia completamente diversa. A volte confusa, lacunosa. Ma che esclude assolutamente ogni patto con la squadra e con le forze dell’ordine.

Come è andata veramente sabato a Roma?
«Quelle che sono state scritte sono tutte sciocchezze. Hamsik è venuto da noi solo per rassicurarci sulle condizioni del nostro amico, per dirci che stava meglio, che poteva farcela. Lo stesso messaggio che ci hanno dato le forze dell’ordine. Noi abbiamo parlato con tutti con calma e rispetto, senza minacce o provocazioni. Non c’è stata alcuna trattativa tra la Digos e la curva partenopea sull’opportunità di giocare o meno la partita. Il resto sono invenzioni dei giornalisti».

Quindi nessuna trattativa?
«Ovviamente no. Quello che è successo sabato è inaudito, non era mai accaduto che qualcuno sparasse ai tifosi. Di tutto questo sembra non importare niente a nessuno. Ma a noi sì, a noi interessa. Ed è per questo che abbiamo deciso di rinunciare alla coreografia che avevamo organizzato e che ci era costata quindicimila euro. E la stessa cosa hanno fatto anche i supporter della Fiorentina. Come avremmo potuto srotolare gli striscioni, e cantare, e ballare quando uno di noi era in fin di vita? Ci siamo rifiutati di farlo. Ma non abbiamo minacciato nessuno e non abbiamo detto di non giocare. Né avremmo avuto il potere per farlo. Noi non possiamo decidere nulla».

Siete rimasti sugli spalti?
«No. Nessuno poteva costringerci a restare allo stadio e infatti subito dopo il primo gol molti di noi sono andati via. Più che del Napoli ci interessava di quel ragazzo in fin di vita. Perciò siamo rimasti tutta la notte in ospedale con la famiglia e con le forze dell’ordine».

Come è stato ferito il tifoso napoletano. Cosa è successo prima dell’ingresso allo stadio?
«Ci stavamo dirigendo verso la curva Nord dell’Olimpico scortati dalle forze dell’ordine. Poi è successo l’inferno, abbiano sentito i colpi e ci siamo accorti che tre di noi erano rimasti a terra. Una cosa del genere non si era mai vista, pure quando uccisero quel tifoso all’Olimpico, Paparelli: allora non spararono un colpo di pistola, ma un razzo che purtroppo gli finì in un occhio. Perciò i fatti di Roma sono gravissimi».

E quella maglietta che inneggia all’assassino di Raciti, non è un gesto di sfida?
«No, anzi. L’unica cosa importante di questa storia ormai è diventata la maglietta che io e gli altri tifosi indossiamo. ”Speziale libero” c’è scritto. Ma attenti: la maglietta è in onore di una città dove abbiamo tanti amici e nei confronti di un ragazzo che sta chiedendo attraverso i suoi legali la revisione del processo. È una richiesta di giustizia, non un’offesa contro una persona deceduta o contro i suoi familiari».

Ma le tifoserie non ricattano, non minacciano, non tengono in pugno le società?
«Tutte favole».

L’intervista è conclusa. Intorno alla panchina di Genny restano quattro o cinque giovanotti, poi ogni tanto c’è chi va, c’è chi viene. Insieme hanno visto le partite in un pub e ora restano riuniti in piazza tra le scritte che inneggiano «Mastifest».

Sono in attesa di notizie da Roma, hanno un filo diretto con la famiglia di Ciro Esposito e sono in collegamento anche con un gruppo di supporter della Lazio: «Perché la filosofia ultras - spiega uno - non è quello che voi raccontate. Ma è anche solidarietà tra tifosi». E un altro conclude: «Se ci sarà bisogno organizzeremo una colletta per permettere alla famiglia del nostro amico di restare a Roma per assisterlo». Poi tutti si raccomandano: «Scrivete la verità. Fateci il piacere: non vi inventate niente».

Calcio, Serie A, la Roma perde a Catania, Juventus campione d'Italia

Calcio, Serie A, la Roma perde a Catania, Juventus campione d'Italia



La Roma consegna lo scudetto alla Juventus. Con una sonora sconfitta in casa del Catania per 4-1 i giallorossi anticipano di 24 ore la festa bianconera. Una Roma molle e poco grintosa è stata asfaltata dal Catania in lotta per la salvezza sotto i colpi di Izco (doppietta per lui), Berghessio e Barrientos. L'ultimo ad arrendersi è stato il capitano Francesco Totti che ha segnato l'unico gol sul tabellino per i giallorossi. Rudy Garcia ieri aveva annunciato la resa: "Complimenti alla Juve lo scudetto è suo". Adesso è arrivata l'ufficialità. Per la Juventus di Antonio Conte è il 30° scudetto della sua storia (ma a Torino festeggiano il 32° includendo anche i due revocati dopo Calciopoli). Il terzo consecutivo dell'era Conte. La Roma per tutto il campionato ha provato a tenere testa alla Juventus, ma l'organizzazione dei bianconeri e la panchina corta dei giallorossi hanno portato il titolo verso Torino. "Un’impresa ai limiti della perfezione, che rimarrà scolpita nella storia di questo club!", ha affermato Conte. La Juventus non vinceva tre campionati consecutivi dagli anni Trenta. Il titolo, comunque, è stato festeggiato con un brindisi veloce nel giardino dell'hotel per giocatori e allenatore, con un gruppo di tifosi che esultava all'esterno. "Oggi è speciale, è il mio primo scudetto con la Juve facendo la storia. E' incredibile - è la reazione a caldo di Carlos Tevez, raggiunto da Sky Sport - È una gioia incredibile per me e i miei compagni, ma mi aspettavo di vincere domani sul campo".

Scintille di fuoco tra la famiglia di Renzi e Piero Pelù

Tiziano Renzi attacca Pelù: "Spari m... sulla mia famiglia"




Scintille di fuoco tra la famiglia Renzi e Piero Pelù. Dopo le polemiche per l'attacco a Matteo da parte del cantante durante il concerto del primo maggio arriva la risposta al veleno del padre del premier, Matteo Renzi che su facebook scrive: "Sono onorato - questo il post sul suo profilo - di non aver avuto mai rapporti di conoscenza con quel personaggio che spara merda sulla mia famiglia.Sono orgoglioso di essere agli antipodi morali , sociali, economici e spirituali di chi , per vendere un disco in più da aria alla bocca in occasione di una manifestazione credo pagata dalle organizzazioni sindacali, emettendo rantoli indecifrabili , totalmente privi di attinenza alla realta. Io uso la bocca per nutrirmi, buon pranzo a tutti .augh”.

Le accuse - Pelù in un'intervista a La Stampa aveva puntato il dito proprio contro il "signor Tiziano": "Sappiamo altrettanto bene quanto il padre di Renzi sia uno dei grandi capi della massoneria toscana". Idee confermate anche al Fatto Quotidiano: "ll padre del premier è un noto massone, inserito bene nel tessuto toscano, ha in mano molta informazione". Insomma la polemica tra Renzi e Pelù sfocia in rissa. E con l'intervento del padre di Matteo lo scontro è totale. 

La rottamazione di Marina Berlusconi. Promossi e bocciati in Forza Italia: Ecco chi rischia con lei in campo

Forza Italia, cosa cambia se arriva Marina Berlusconi


Marina Berlusconi

"E' preparata, ha intuito e ha carattere". Silvio Berlusconi nella sua lunga intervista con Lucia Annunziata a In Mezz'Ora, non abbandona del tutto l'idea di lanciare in politica sua figlia Marina. La discesa in campo della Cavaliera potrebbe ribaltare gli scenari, dare linfa nuova a Forza Italia (col Cav nel ruolo di padre nobile) e mettere in allarme Renzi. Nonostante il debutto di Marina Berlusconi in politica sia ancora tutto da decidere, dentro il partito di Silvio c'è chi ha già preso posizione su un suo impegno in prima persona.

Chi rischia - Così qualcuno comincia già a delineare la "grande rottamazione" che potrebbe partire con l'arrivo di Marina in Forza Italia. Nel mirino della Cavaliera potrebbero entrare Renato Brunetta "contrario alle dinastie", Bondi che in un'intervista al Corriere è stato paragonato dalla stessa Marina ad "Alfano e Bonaiuti". Discorso a parte per Denis Verdini. Lui è l'uomo forte della vecchia guardia del partito e dopo un'iniziale critica alle "dinastie" si è riposizionato su un più morbido "Marina va benissimo avrei visto bene anche Pier Silvio". Critico su Marina è sempre stato Raffaele Fitto: "La scelta migliore non sarebbe per eredità", ha affermato il big di Forza Italia al sud. 

I "fan" di Marina - Tra gli sponsor principali di Marina invece ci sono le donne azzurre. Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi da tempo chiedono la sua discesa in campo. Con loro anche Michaela Biancofiore e Daniela Santanchè. La Pitonessa è stata molto chiara: "La storia continua ed è una grande storia". A tifare Marina c'è anche l'eurodeputata Licia Ronzulli e con le pure Giovanni Toti, pure lui uomo d'azienda prestato alla politica. Insomma se Marina decidesse di fare il grande passo sicuramente dentro Forza Italia cambierebbero gli equilibri e qualcuno potrebbe anche lasciare, dopo anni, il partito...

Berlusconi: "Supereremo il 25%"

Berlusconi: "Supereremo il 25%"

Poi avverte Renzi sulla riforma del Senato: "Se non cambia il testo, lo bocciamo"

di Franco Grilli


"FI alle europee avrà un buon risultato, sicuramente superiore al 25%, che con altri partiti del centrodestra dovrebbe portarci a prevalere, in una futura tornata delle elezioni nazionali, sul centrosinistra". Ne è certo Silvio Berlusconi ospite a "In mezz’ora". Il Cavaliere poi afferma: "Io non sono depresso, sono invenzioni dei giornali. Anche se sono in un momento molto difficile. Non pensavo di dover ritornare a occuparmi in prima fila della politica e del mio paese, ci sono dovuto ritornare perché quando dovetti dare forzatamente dimissioni, decisi di lasciare Pdl nelle mani di Alfano e di altri e mi occupai di quello di cui mi piacerebbe occuparmi in futuro, del mio Milan, dell’universià della Libertà, di costruire ospedali nei paesi poveri del mondo per i bambini. Ma sono stato di forza richiamato".

In merito alla condanna ai servizi sociali: "Di ciò che è avvenuto a seguito della sentenza di condanna, dovermi recare in ospedale e stare con persone che soffrono è cosa che non mi da assolutamente fastidio, di natura sono per dare conforto a chi sta male. Lascio alla storia di chiarire gli eventi: la storia chiarirà molto presto e io ne uscirò assolutamente mondato da tutte le accuse che mi hanno fatto e diventerò il padre della Patria".

Tornando al passato da presidente del Consiglio, Berlusconi rivela: "Fu l’attuale presidente della Repubblica a consigliare autorevolmente a Berlusconi a dimettersi nell’autunno 2011. Nel 2011 si è scatenata contro di me una tempesta perfetta che è stata creata attraverso le vicende di Milano (cioè la vicenda Ruby ndr) nonché attraverso la vendita di Titoli di Stato italiani da parte delle banche tedesche che ha fatto salire lo Spread a 550". Renzi? "Non dura al di là di un anno, un anno e mezzo, la situazione generale dell’economia imporrà un cambiamento nella classe dirigente e di governo con una nuova che sappia anche affrontare i rapporti con l’Ue. Voglio vedere quale sarà il tragitto futuro di Renzi, avevo speranze su di lui ma sono rimasto deluso, ha messo in campo i vizi della sinistra, va al governo senza passare da elezioni. Si è parlato tanto di riforme ma ora si parla solo della riforma del Senato. Renzi in Consiglio dei ministri, senza consultarci, ha presentato un’ipotesi del Senato inaccettabile. È tutta da ridiscutere. Io non credo che arriveranno a presentarla perché sanno che sarà bocciata".



domenica 4 maggio 2014

Berlusconi lancia la rimonta: ecco il piano anti astensione

Berlusconi lancia la rimonta: ecco il piano anti astensione


di Adalberto Signore 



Oggi videoconferenza con Bari e intervista dall'Annunziata. "Grillo e Renzi? Due rischi possibili per il Paese"


È ormai da qualche giorno che Silvio Berlusconi ha dato il via a quella che dalle parti di Arcore chiamano «la campagna anti-astensione». Una sorta di martellamento mediatico per convincere indecisi e delusi del centrodestra a non disertare le urne, come annunciano invece i sondaggi riservati arrivati sulla scrivania dell'ex premier la scorsa settimana. Oltre un terzo del potenziale voto ai partiti dell'area di centrodestra sarebbe infatti per il momento «congelato» da chi minaccia di andare al mare, senza contare quei delusi che sono passati al M5S o, addirittura, chi è tentato dal lasciare Forza Italia per votare non tanto il Pd quanto il suo leader, Matteo Renzi. A poco più di venti giorno dal voto, insomma, il quadro non è tranquillizzante. Tanto che il Cavaliere ha deciso di spingere sull'acceleratore già da ora, nonostante la campagna elettorale sia appena agli inizi.

Un Berlusconi che ieri, intervenendo telefonicamente ad una manifestazione dei Club Forza Silvio di Furnari (nel Messinese), ha detto chiaro e tondo che «in Italia gli elettori sono per la maggior parte sfiduciati e non vogliono andare a votare». È su questi che bisogna lavorare, come su coloro che sono tentati da Beppe Grillo o da Renzi. Non è un caso che il leader di Forza Italia abbia iniziato a picchiare duro sia sul comico genovese che sul segretario del Pd già da qualche giorno. «Due pericoli», li definisce Berlusconi in un'intervista al Tg2. «Due rischi possibili per tutti noi italiani», insiste l'ex presidente del Consiglio. «Il primo – dice – è un aspirante dittatore, un urlatore, uno sfasciacarrozze. Il secondo ci ha deluso perché è tornato ad aumentare le tasse, dimostrazione che la sinistra non cambierà mai». Ma ce n'è anche per Angelino Alfano. «I parlamentari del Nuovo Centrodestra – attacca il Cavaliere – fanno da stampella alla sinistra. Sono degli ingrati eletti con il simbolo del Pdl e la scritta “Berlusconi presidente” che hanno tradito il voto degli elettori».

Quello sui cui davvero punta il leader di Forza Italia, dunque, è una vera e propria rimonta rispetto a sondaggi che per il momento vedono gli azzurri tra il 18 e il 20%. E pur di portarla a casa, l'ex premier è deciso a non risparmiarsi. Lui si barcamenerà tra gli obblighi imposti dai giudici di sorveglianza, tanto che oggi – come avrebbe invece voluto - non farà né l'intervista negli studi di Roma di In mezz'ora né parteciperà al comizio di Bari. Il tribunale di Sorveglianza ha infatti detto «no» a che Berlusconi lasciasse la Lombardia (a Roma può andare solo dal martedì mattina al giovedì sera) e così l'intervista con Lucia Annunziata si terrà al Circolo della stampa di Milano (e andrà in diretta su RaiTre), mentre per il comizio organizzato da Raffaele Fitto al Teatro Team di Bari si dovrà accontentare di un intervento in videoconferenza. Un appuntamento importante quello pugliese, visto che per la prima volta saranno presenti tutti e cinque i capilista di Forza Italia alle Europee del 25 maggio (Giovanni Toti per il Nord Est, Elisabetta Gardini per il Nord Ovest, Antonio Tajani per il Centro, Fitto per il Sud e Gianfranco Micciché per le Isole). Di fatto, una sorta di battesimo della campagna elettorale.
Un Berlusconi che è attivissimo su tutti i fronti, tanto che l'ex premier è pronto a lanciare Azzurra libertà, un movimento giovanile all'interno di Forza Italia che sarà presentato ufficialmente a Roma il 7 maggio. Oltre all'ex premier, all'appuntamento parteciperanno Daniela Santanché, il responsabile dei Club Forza Silvio Marcello Fiori e Tajani.

Tutti gli uomini (e le donne) di Matteo Renzi: le poltrone e gli incarichi finiti a fiorentini e toscani

Tutti gli uomini (e le donne) di Matteo Renzi: le poltrone e gli incarichi finiti a fiorentini e toscani



Lo chiamano Giglio magico, ma a contare i nomi e le poltrone più che un fiore sembra una quercia. Da quando è diventato premier, lo scorso 22 febbraio, Matteo Renzi ha promesso di andare "di corsa" e di "cambiare verso". Tra tante parole, qualche fatto l'ha realizzato: un numero spropositato di suoi amici o fedelissimi ha trovato una collocazione prestigiosa nei Palazzi del potere romani. C'è la ministra, c'è la Vigilessa, c'è "Il lampadina" e pure il Paparazzo. Fiorentini, della città o della provincia, hanno trovato una nuova casa: più lontana da Palazzo della Signoria ma decisamente a due passi da Palazzo Chigi.

Le donne di Matteo - I più noti toscani de Roma sono il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e l'onorevole Luca Lotti, così biondo da essere stato soprannominato I' lampadina. In rampa di lancio, ora, c'è anche Simona Bonafè, varesina di nascita ma politicamente toscanissima. Assessore a Scandicci, con la Boschi è stata tra le coordinatrici della campagna di Renzi per le primarie democratiche 2012, è diventata l'ombra di Matteo e ora è capolista nella circoscrizione Centro alle europee. 

Poltrone e nomine - Tra le donne del premier rischia di arrivare, tra qualche tempo, anche Antonella Manzione: già dirigente della polizia municipale a Firenze e direttore generale del Comune, era stata indicata da Renzi per la guida del dipartimento Affari giuridici legislativi di Palazzo Chigi. La Corte dei Conti, per il momento, ha bloccato tutto. Caso singolare: il fratello di Antonella, l'ex magistrato Domenico Manzione, è sottosegretario al Viminale (prima che arrivasse Renzi). Nella squadra di sottosegretari, capi-dipartimento e affini sta per entrare Giuliano da Empoli, presidente del prestigioso Gabinetto Viesseux di Firenze, ex assessore alla Cultura e prossimo consigliere politico del presidente del Consiglio. Come sottolinea Filippo Ceccarelli su Repubblica, non potevano mancare nomine toscane nei consigli d'amministrazione delle grandi partecipate statali: Alberto Bianchi (Enel), Fabrizio Landi (Finmeccanica), Elisabetta Fabri (Poste), Marco Seracini (Eni). Nell'ombra, ma non troppo, il gran visir degli affari renziani: Marco Carrai, l'uomo più potente di Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere in Toscana, gran cerimoniere della diplomazia renziana tra politica e alta finanza.

Poca trasparenza - Poi c'è il paparazzo. Tiberio Barchielli, storico fotografo di Rignano sull'Arno (il paese del premier), è passato in poche settimane dalle belle ragazze in bikini del sito che dirige (Gossip Blitz) a Palazzo Chigi: è lui l'autore degli scatti ufficiali di Renzi con i leader del mondo Obama, Hollande, Cameron. Come sottolinea L'Espresso, in nome della trasparenza da sempre sbandierata il premier potrebbe far sapere quale sia, se c'è, il compenso per il fotografo. Si racconta, sussurra il settimanale, che Barchielli abbia anche una stanza a Palazzo Chigi... Stesse domande per gli altri collaboratori di Renzi: sulla pagina web della Presidenza del Consiglio tutte le sezioni che dovrebbero informarci al riguardo sono "in aggiornamento". Non si sa nulla neppure del segretario generale di Palazzo Chigi, Mauro Bonaretti, nominato con Dpcm del 22 febbraio 2014.