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martedì 13 giugno 2017

ESPLODE LA BOLLA Il Nobel: "Presto un bagno di sangue". Cosa farà crollare la Borsa: sarà rovina e miseria

BOOM Borsa, i timori del premio Nobel sulle cinque big della tecnologia: "Se crollano, sarà un bagno di sangue"



Ma le aziende "più ricche e affascinanti" del mondo - Apple, Microsoft, Google, Facebook, Amazon, Alphabet - sono così sicure o sono un po' gonfiate in Borsa? Cosa accadrebbe se dovessero collassare, se la loro bolla dovesse esplodere? Potrebbe accadere quello che a Wall Street chiamano "bloody nightmare", ovvero un bagno di sangue. Le 5 regine del high tech sono anche le cinque più grandi società al mondo per valore in Borsa. I tre maggiori indici del mercato americano sono ai massimi storici e il paese sta entrando nell'ottavo anno consecutivo di crescita dopo la fine della crisi nel 2009.

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A trascinare gli Usa sono proprio i giganti della tecnologia: Apple, Alphabet, Amazon, Facebook e Microsoft. "Ma quanto in alto ancora la Borsa può salire prima di bruciarsi come le ali di Icaro al sole?", si chiede Michael Hartnett, responsabile investimenti di Bank of America Merrill Lynch. Siamo forse di fronte alla più grossa bolla speculativa degli ultimi 10 anni? Possibile, proprio come accadde agli inizi degli anni Duemila con il crollo, repentino e inatteso, del Dow-Jones. Dunque, il responsabile di Merril Lynch elenca una serie di segnali che farebbero credere che il mercato tecnologico sia a rischio crollo. 

La capitalizzazione dei giganti della tecnologia americana è profondamente elevata rispetto all'economia reale. Ad esempio, solo i valori di Apple e Alphabet sommati (1.487 miliardi di dollari), sono superiori a quelli complessivi di tutti gli istituti bancari e finanziari dell'Europa e del Giappone. Il costo delle azioni delle due società sono arrivate fino a 1.000 dollari l'una. Da gennaio i titoli tecnologici si sono rivalutati più del 21%, la migliore performance dei settori dell'indice S&P500 che è cresciuta dell'8% complessivamente. Ma il 40% di questo balzo è dovuta alla crescita delle sole 5 grandi società regine del mercato mondiale. 

Per il fondatore della newsletter Edge, Anthony Mirhaydari, la concentrazione dei guadagni sulle big della tecnologia è anormale, "ma per essere equi, si deve ammettere che è giustificato. La crescita dei profitti - sottolinea - è solida". Sempre Hartnett aggiunge che "la crescita degli utili sarà del 16% che smentirebbe l'eccesso di valutazione" Ma il più grande esperto di bolle speculativa, il premio Nobel Robert Shiller, dice che i livelli delle azioni sono molto elevati e mette in guardia sul rischio di esplosione della bolla, anche se suggerisce di "non scappare subito da Wall Street". 

AZIONI CONCRETE Lui? Un pluriomicida romeno La Lega lo caccia dall'Italia: un gesto senza precedenti

AZIONI CONCRETE Florea Durac, il pluriomicida romeno cacciato dall'Italia a spese della Lega Nord: la tassa per liberarsi dai criminali


di Alessandro Gonzato



Ci voleva Naomo per espellere dall'Italia un omicida pluripregiudicato romeno? Naomo, a dispetto del nome, non è un capo indiano. Il suo vero nome è Nicola Lodi, ha 42 anni e a Ferrara è il responsabile sicurezza della Lega. Deve il soprannome a una vecchia parodia in cui Panariello imitava Briatore. Su Facebook Naomo, omone grande e grosso, posa con un altro leghista di stazza, Roberto "Pitbull" Marcato, volto noto dei salotti televisivi da battaglia.

Proprio Naomo, assieme ad altri esponenti locali del Carroccio, si è autotassato e ha raccolto 115 euro per pagare le spese di rimpatrio di Florea Durac, 54 anni, detto Dudù, nonostante il suo curriculum criminale faccia pensare a tutto tranne che al docile barboncino di Berlusconi. Durac, lunga barba e baffi bianchi, in Romania ha passato più di vent' anni in prigione, di cui otto per omicidio: "Ho ammazzato una persona con una bottigliata in testa" racconta lui stesso senza giri di parole. "Poi ho compiuto una serie di rapine". Uscito di galera, ha iniziato a vagabondare per l' Europa.

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Germania, Francia, Svizzera, Spagna. Per vivere ha continuato a delinquere. È finito in carcere un po' ovunque, tranne che in Italia, se non per qualche giorno. Per un anno e due mesi Dudù è stato il terrore degli abitanti del quartiere Gad di Ferrara: ha collezionato denunce per possesso d'armi, oltraggio, danneggiamento, reati contro il patrimonio. Ha urinato e defecato davanti a supermercati e negozi.

Lo scorso 31 maggio, all'ennesima segnalazione, gli era stato consegnato il foglio d'espulsione: per abbandonare l'Italia aveva un mese di tempo. Lo stesso Dudù voleva andarsene già da un po', ma non aveva più i documenti né i soldi per rifarli: glieli avevano rubati una notte mentre dormiva in strada. "Per potersene andare, oltre a un centinaio di euro, gli mancava la carta d' identità" dice Lodi-Naomo a Libero. "La questura ci ha negato il documento e così abbiamo deciso di accompagnare Durac al consolato romeno di Bologna, dove in 24 ore siamo riusciti a sbloccare la situazione e a ottenere il nulla osta per il suo ritorno in patria".

"Ma come si fa a espellere una persona e poi rendere impossibile il suo allontanamento per questioni burocratiche? Con la nostra azione - continua Lodi - abbiamo dimostrato alle istituzioni che il modo per fare le cose c' è, basta volerlo". E dunque, mentre scriviamo, Dudù sta raggiungendo a bordo di un pullman Craiova, nel sud-ovest della Romania. Lì vivono alcuni suoi parenti. Il gruppo leghista di Ferrara è in costante contatto con l'autista. "Una volta arrivato - aveva detto sabato Durac prima della partenza dall'Emilia - lavorerò la terra coi cavalli». Prima di salire in autobus, ricorda Naomo, si era anche scolato due bottiglie di vino rosso. "In Italia non ci torno più, lo prometto" aveva ripetuto. Dudù in Italia ha sei figli. Bivaccano tra le stazioni di Bologna, Rimini e Mestre, nel Veneziano. "A Bologna - prosegue Lodi - quando lo abbiamo accompagnato in stazione per fargli le fototessere per i documenti, una delle figlie ci ha avvicinati e ci ha detto che non vedeva il padre da vent'anni".

Naomo, assieme ai leghisti di Ferrara, festeggia per il risultato raggiunto, ma si sta già preparando alla prossima battaglia. "Cercheremo di far allontanare dall' Italia Tatiana, una rom pluripregiudicata che bivacca nel Ferrarese e che si è macchiata anche di violenza sessuale nei confronti di un minore". Pure in questo caso il rimpatrio è bloccato da questioni burocratiche. Ora però che ha capito come fare, Naomo non lo ferma più nessuno: basta una colletta di pochi euro a testa, una visita al consolato di turno, e via, il rimpatrio da impossibile diventa possibile. Certo, perché tutte le persone espulse lascino effettivamente l'Italia servirebbe un Naomo in ogni città.

Fiamma, lei è la fascista sexy eletta a Mantova Il suo trionfo: Laura Boldrini perde la testa / Foto

CUORE NERO Fiamma Negrini, la neofascista eletta in provincia di Mantova. E la Boldrini perde la testa: "Minniti intervenga subito"



È la democrazia, bellezza. A Sermide e Felonica, provincia di Mantova, la "Lista dei Fasci italiani del lavoro" - con tanto di fascio littorio come simbolo - ha ottenuto ben il 10,41%, pari a 334 voti. Risultato, è stata eletta in Consiglio comunale la candidata sindaco, Fiamma Negrini, di 20 anni. Una neofascista in consiglio comunale, a rappresentare una lista neofascista sia nei contenuti sia nel nome. Forse non il massimo dell'eleganza, ma tant'è: il popolino ha votato.

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Ma ovviamente, l'elezione di Fiamma ha scatenato un putiferio. In primissima fila - e chi se no - Laura Boldrini, la quale ha scritto al titolare del Viminale, Marco Minniti: "L'ammissione alle elezioni di una lista che si richiama dichiaratamente a nomi e immagini del partito fascista desta forti perplessità sul piano giuridico in quanto - come rilevato, tra gli altri, dall'Anpi - sembra contrastare con le norme costituzionali e legislative che vietano la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista. In questo senso - continua la presidenta della Camera - ricordo che anche le Istruzioni per la presentazione e l'ammissione delle candidature, emanate nello scorso mese di maggio dal Ministero dell'Interno, stabiliscono che le commissioni elettorali circondariali ricusano i contrassegni in cui siano contenute espressioni, immagini o raffigurazioni che facciano riferimento a ideologie autoritarie (per esempio le parole fascismo, nazismo, nazionalsocialismo e simili), come tali vietate dalla XII disposizione transitoria della Costituzione". Dunque, la Boldrini, chiede a Minniti di intervenire sul caso che scuote la provincia di Mantova.

Al coro delle proteste si sono uniti anche Pd, la "cosina rossa" di Bersani & Co, Sinistra Italiana, Anpi e l'Unione delle comunità ebraiche italiane. La polemica, per inciso, covava già da qualche giorno, tanto che Claudio Negrini (padre di Fiamma, che come foto profilo su Facebook ha la scritta "boia chi molla"), di fronte agli attacchi e agli insulti aveva pensato di ritirare la lista. Cosa che poi non è avvenuta, tanto che la pargola è stata eletta.

lunedì 12 giugno 2017

STANGATA CLAMOROSA Fede massacrato in tribunale: condannato e rovinato Quanti anni si becca e quanti mln deve pagare subito

LA STANGATA SENZA PRECEDENTI Emilio Fede condannato a 3 anni e mezzo per il crac di Lele Mora: deve pagare subito 1,1 milioni di euro



Una stangata per Emilio Fede, condannato a 3 anni e mezzo di carcere dai giudici del Tribunale di Milano per concorso in bancarotta nell'ambito della vicenda legata al fallimento della società di Lele Mora - il quale ha patteggiato - e del presunto dirottamento a suo favore di 1,1 milioni di euro della cifra stanziata da Silvio Berlusconi per salvare la società dell'ex manager della tv. I giudici, inoltre, hanno stabilito che Fede risarcisca per intero e immediatamente la somma distratta a Mora.

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Nel dettaglio, quella stabilita dai giudici è una pena più alkta da quella chiesta dal pm Eugenio Fusco, che alla terza sezione penale aveva chiesto tre anni di carcere per concorso in bancarotta e distrazione. L'ex direttore del Tg4, stando alle indagini, avrebbe portato Mora ad Arcore, facendo pressioni sul Cavaliere perché gli concedesse un consistente prestito. Appena il denaro veniva erogato, hanno ricostruito gli investigatori, chiedeva il 40% della somma per sé:

Secondo il pm, "quel finanziamento sarebbe servito per sanare la disastrosa situazione in cui versava l'impresa di Mora. Quei denari non dovevano essere dirottati in parte a Fede per i suoi buoni uffici presso Berlusconi. Non ne aveva diritto".

Corona, urla e pugni in tribunale Il giudice gli legge la sentenza Cosa succede dopo... pazzesco

Corona condannato a 1 anno anzichè 5: pugni sul tavolo e urla in tribunale



Pugni sul tavolo, della difesa in tribunale, Salti e urla di giubilo. Poi, rivolto al suo avvocato: "Sei un grande". Così Fabrizio Corona, l'ex fotografo dei vip, ha accolto la sentenza pronunciata oggi nei suoi confronti dai giudici milanesi. Corona è stato condannato a un anno di reclusione, mentre per lui la procura aveva chiesto 5 anni in relazione al ritrovamento di quei 2,6 milioni di euro nel controsoffitto della sua collaboratrice Francesca Persi, che è a sua volta stata condannata a tre mesi.

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Il fotografo è stato ritenuto colpevole di sottrazione fraudolenta delle imposte, mentre è stato assolto per gli altri due capi d'accusa, tra cui quello più grave di intestazione fittizia di beni (i 2,6 milioni di euro). Caduta anche l'accusa di violazione delle norme  patrimoniali durante la misura di prevenzione perché "il fatto non  sussiste".

"Corona resta in carcere perchè il Tribunale di sorveglianza ha revocato il suo affidamento, ma, essendo venuto meno il mandato di cattura, le cose cambiano di molto. Fabrizio riprenderà, quindi, il suo percorso». Così l’avvocato Ivano Chiesa spiega lo scenario che si apre davanti al suo assistito.

TRAGEDIA A GUIDONIA Poliziotto fuori servizio spara e uccide il rapinatore Un eroe italiano: come lo può rovinare il giudice

Sparatoria a Guidonia: poliziotto fuori servizio uccide un bandito e ferisce l'altro



Sangue e scene da far west a Guidonia, vicino a Roma. Un rapinatore è rimasto ucciso in un conflitto a fuoco con un agente di polizia a Guidonia Montecelio. Poco prima delle 9 l'agente, libero da servizio, è intervenuto in via degli Aromi dove un furgone con alcune persone a bordo, armate e con il volto coperto da passamontagna, ha speronato il conducente di un'altra auto nel corso di un tentativo di rapina. Il poliziotto, che ha assistito alla scena, ha intimato l'alt ai rapinatori, uno dei quali è rimasto ucciso nel conseguente conflitto a fuoco.

Sull'episodio indaga la Squadra mobile. Le persone a bordo del furgone sarebbero state due. Hanno cercato più volte, speronando l'auto della vittima della rapina, di mandarla fuori strada. C'è stato quindi l'intervento dell'agente di Polizia, che ha assistito alla scena: oltre a uccidere un malvivente, ha ferito gravemente l'altro, che è stato trasportato all'ospedale di Tivoli.

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Il fatto che il poliziotto fuori servizio potrebbe metterlo in difficoltà a livello giudiziario. La memoria infatti corre subito al febbraio di quest'anno quando uscì la sentenza del Tribunale di Ancona nei confronti di Mirco Basconi, carabiniere 41enne condannato a un anno di carcere per aver colpito di rimbalzo un bandito albanese in fuga.

I fatti risalgono al 2015. Basconi ed altri due colleghi erano di pattuglia a Ostra Vetere, in provincia di Ancona. Ricevono la segnalazione di una Mercedes (rubata) con all'interno tre banditi sorpresi a commettere un furto. Pochi minuti dopo le segnalazioni diventano due, poi se ne aggiunge una terza. Sempre per rapine in appartamento. Quando trovano la macchina è buio. Il comandante si avvicina e accende la torcia per osservare all'interno del Suv.

A quel punto si sente un botto, il bandito schiaccia l'acceleratore e fugge a tutta velocità a fari spenti, premendo sul clacson e rischiando di investire i due carabinieri. Basconi, rimasto vicino all'auto di servizio, esce allo scoperto, fa qualche passo verso il Mercedes in fuga ed esplode quattro colpi. Tutti all'altezza delle ruote. Uno dei proiettili rimbalza sull'asfalto, rompe il lunotto posteriore e trapassa la testa di Korab Xheta, ladro 24enne albanese seduto sul sedile di dietro. Lui muore. Dopo il processo la condanna: carcere (pena sospesa) e risarcimento  del defunto bandito. 

Secondo la sentenza, la decisione di Basconi di sparare era stata definita "sproporzionata".

Caivano (Na): BOOM Monopoli pronto a dimettersi per la seconda volta?

 BOOM Monopoli pronto a dimettersi per la seconda volta in meno di due anni? 


di Gaetano Daniele



Dott. Simone Monopoli
Sindaco in fase di dimissioni

Il Sindaco Monopoli pare non avere nessuna intenzione di assumersi responsabilità di governo. Infatti, dopo aver annunciato su Facebook la volontà di formare una nuova Giunta Politica, (la terza in meno di due anni), diserta le riunioni, e si nasconde, ancora una volta, dietro frasi fatte e battute psicologiche-infelici. Infatti, fresca di rete, sempre su Facebook, la nuova super-provocazione: "Pronto a cadere pur di non strisciare". Al Sindaco piacciono Cobra, serpenti e tutto ciò che striscia, evidentemente la materia lo appassiona. "Ma chi ci crede? Questo è un Film già visto e rivisto", rilanciano i cittadini esausti di Caivano. Infatti, Monopoli, usò più o meno la stessa strategia politica quando pur di ottenere una Giunta Tecnica di "Alto Profilo", si dimise. Per non parlare dell'enorme salario degli assessori di "Alto Profilo" tutti o quasi nominati da Monopoli, circa 50 mila euro l'anno, nonostante le casse comunali vuote. 

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Insomma, il Sindaco Monopoli già è reduce di dimissioni poi rivelatesi farsa, pur di testare il grado di resistenza alla poltrona dei suoi consiglieri comunali. Infatti, vinse. E forse, forte di questo gioco che al momento sta tenendo in ostaggio un'intera comunità, Caivano, ripresenta alla maggioranza di governo lo stesso copione. Un "the same". Ma Forza Italia, cadrà nuovamente nella strategia politica del Sindaco Monopoli, se trattasi di strategia, oppure staccherà una volta per tutte la spina ad un sindaco, forse troppo accentratore? 

Sono due anni che il braccio di ferro tra il Sindaco Monopoli e Forza Italia, continua imperterrito, mortificando in primis il confronto politico, poi, portando il Paese sotto cumuli e cumuli di spazzatura. "Sindaco, non strisci, si dimetta e ponga fine a questo scempio". Anche perchè il legname questo è!. Sono ragazzi perbene. Sono ragazzi con la schiena dritta. Sono ragazzi con le mani pulite. Si ricorda in campagna elettorale?