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lunedì 13 febbraio 2017

Europa: accesso più equo alle cure con Health Technology Assessment

Europa: accesso più equo alle cure con Health Technology Assessment


di Martina Bossi



In Europa il 18% della spesa sanitaria pubblica è costituita da prodotti medicali, non solo farmaci ma anche dispositivi e terapie. È sempre più importante, quindi, poter misurare in maniera efficiente l’impatto economico e sociale delle tecnologie sanitarie. Anche perché da una valutazione corretta dei nuovi prodotti che accedono al mercato dipendono le sorti di decine di milioni di pazienti in tutto il continente. Questo è il tema di cui si è discusso nel convegno dell’Istituto per la Competitività (I-Com) dedicato al futuro dell’Health Technology Assessment (Hta) nell’Ue, in cui il think tank europeo, con sedi a Roma e a Bruxelles, ha analizzato l’atteggiamento dell’Europa nei confronti di questo strumento, con un focus sull’Italia. Per Hta si intende un approccio multidimensionale di analisi delle implicazioni medico-cliniche, organizzative, economiche, etiche e legali di una tecnologia medicale attraverso la valutazione di criteri quali: efficacia, sicurezza, costi e impatto sociale.

Secondo lo studio di I-Com, allo stato attuale in Europa, non esistono chiare linee guida sulla metodologia per la conduzione dell’Hta e questo crea difformità nei risultati nel momento in cui si valuta la possibilità di accesso dei pazienti alla stessa tecnologia sanitaria in paesi diversi. Per l’Europa il tema è di grande importanza per riuscire a garantire un equo accesso alle cure ai cittadini degli Stati membri, rispettando gli stringenti vincoli di bilancio pubblico ed evitando di far lievitare la spesa privata per le cure stesse. Si tratta di trovare uno strumento comunitario in grado di supportare un’efficiente distribuzione delle risorse. “Bisogna creare una coalizione di chi ha un interesse legittimo che l’Hta sia condotto da Stoccolma a Roma secondo una metodologia e una governance comuni, mettendo insieme i pazienti/cittadini, che avrebbero garantito un accesso più rapido alle cure più innovative, l’industria, che potrebbe avere maggiori certezze sulle decisioni di investimento in R&S da sviluppare nel tempo, e i decision maker che potrebbero essere supportati da valutazioni scientifiche rigorose nello svolgimento del loro compito”, ha dichiarato il presidente di I-Com Stefano da Empoli.

Nel report di I-Com emerge che nei Paesi più ‘all’avanguardia’ (Svezia, Olanda, Francia ma anche Spagna e Polonia), l’Hta fa parte del processo decisionale sull’accesso alle cure, la definizione del prezzo e la possibilità di rimborso da parte dello Stato (o delle assicurazioni obbligatorie) dei farmaci e dei dispositivi medici e gli esiti di questa valutazione, sebbene non vincolanti, sono necessari. In altri Stati, invece, l’Hta è condotto volontariamente, o, come in Italia, a livello regionale e da singole aziende ospedaliere. In alcune regioni l’Hta non è neanche previsto come step per poter valutare l’introduzione di una tecnologia sul mercato e nella copertura fornita dal nostro Servizio Sanitario Nazionale. In Italia non esistono linee guida uniformi sull’uso di questo strumento. Nel 2009 è stata creata la Rete Italiana Hta (Rihta) con lo scopo di sviluppare progetti e supportare iniziative per la diffusione dell’Hta ma, nonostante ciò, l’Hta non ha nessun ruolo nelle decisioni relative all’accesso al mercato o alla definizione del prezzo o delle caratteristiche di rimborsabilità di farmaci, dispositivi medici o altre tecnologie.

Secondo I-Com, molti passi sono stati fatti, a partire dalla creazione di un network Ue per la cooperazione tra gli Stati Membri sull’Hta, che ha portato alla nascita di strumenti a supporto dell’armonizzazione e della condivisione dei risultati di queste valutazioni tra i diversi paesi. “Tuttavia è necessario trovare un’opzione perseguibile a partire dal 2020, anno in cui terminerà il finanziamento europeo a supporto di tale progetto - ha affermato Davide Integlia, direttore Area Innovazione di I-Com - Andrebbe almeno armonizzata la parte clinico-medica della valutazione (cosiddetta Rea), lasciando agli Stati Membri libertà per quanto riguarda le valutazioni di impatto socio-economico. Ogni Stato, inoltre, dovrebbe poter designare un organismo indipendente per la conduzione dell’Hta a livello nazionale per garantire un più rapido accesso alle tecnologie più innovative”. 

Infezioni respiratorie ricorrenti un problema per molti bambini

Infezioni respiratorie ricorrenti un problema per molti bambini



di Matilde Scuderi




Le malattie del sistema respiratorio, e in particolare quelle che ne colpiscono la parte superiore, sono frequentissime nei pazienti in età pediatrica. Si tratta di una classe di patologie varia che va dal banale raffreddore alla rino-sinusite fino alle infezioni respiratorie correnti o ancora alle forme allergiche. “Dal punto di vista epidemiologico, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), le infezioni respiratorie sono la maggior causa di malattia nel mondo e sono responsabili del 18 per cento dei casi di morte nei bambini con meno di 5 anni - spiega Michele Miraglia Del Giudice, pediatra e allergologo presso la Seconda università di Napoli - In Italia rappresentano circa l’80 per cento delle visite pediatriche: infatti il 25 per cento dei bambini entro il primo anno di vita e il 18 per cento di quelli con età compresa fra 1 e 4 anni sono affetti da infezioni respiratorie ricorrenti (irr) che sono generalmente non gravi ma presentano un elevato impatto sulla qualità di vita del bambino e dei genitori che si ritrovano a fare i conti con assenze da scuola e dal lavoro fino a 10-12 volte l’anno, quasi una volta al mese. Si calcola inoltre che il 10 per cento dei bambini soffra di rinite allergica ed è opinione diffusa che i pazienti allergici possano presentare una maggiore suscettibilità a contrarre infezioni respiratorie rispetto ai bambini non allergici, generando un circolo vizioso. Possiamo infine dire che un terzo della popolazione pediatrica ha problemi alle alte vie respiratorie più o meno cronici”.

“Che si parli di raffreddore, influenza, sinusiti o allergie il naso è sempre coinvolto - precisa Matteo Gelardi, otorinolaringoiatra del Policlinico universitario di Bari - in particolare la mucosa nasale, chiamata così proprio perché produce il muco che rappresenta la prima barriera di difesa dagli agenti esterni quali batteri, virus, particolato atmosferico e pollini. La principale causa delle infezioni delle vie aeree è rappresentata dalla fisiologica immaturità immunologica del bambino. Nei primi 3 anni di vita esiste una difficoltà nella produzione anticorpale, soprattutto verso antigeni polisaccaridici. Questa scarsa efficienza delle risposte anticorpali è responsabile anche di una incompleta memoria immunologica con rischio di recidività della stessa infezione. Di fronte ad un’infezione delle alte vie aeree il primo quesito che si pone è sulla sua origine: sarà batterica o virale? È un circolo vizioso, conclude l’esperto, perché un’infezione virale determina modificazioni che favoriscono l’infezione batterica e può volgere a batterica se non trattata appropriatamente”. “I virus sono i principali microorganismi coinvolti nelle infezioni respiratorie - continua Paola Mastromarino, microbiologa e virologa presso il dipartimento sanità pubblica e malattie infettive dell'università 'La Sapienza' di Roma - In particolare in più del 60 per cento dei casi di rhinovirus ne sono la causa e sono associati ad almeno il 60 per cento degli episodi di esacerbazione dell’asma. I principali agenti eziologici delle infezioni delle alte vie respiratorie oltre ai rhinovirus sono il virus respiratorio sinciziale (Vrs), gli adenovirus, i virus influenzali e parainfluenzali. Tuttavia è possibile che queste infezioni virali possano favorire la successiva insorgenza di una infezione batterica originando quadri clinici di maggiore gravità. Solo per il virus dell’influenza è disponibile un vaccino che previene l’infezione, in generale, poche infezioni virali possono essere curate con farmaci antivirali specifici. Recenti pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato che il resveratrolo - un polifenolo naturale presente in vari tipi di frutta e verdura particolarmente abbondante nella buccia dell’uva - ha l’effetto di inibire la replicazione di rhinovirus, virus dell’influenza e virus respiratorio sinciziale. Il resveratrolo, inoltre, riduce drasticamente la sintesi di molecole pro-infiammatorie indotte dall’infezione, che sono le principali responsabili dei sintomi associati alle infezioni virali delle alte vie respiratorie. L’utilizzo del resveratrolo nella pratica medica è stato limitato dalla sua scarsa solubilità e stabilità in soluzione acquosa ma, recentemente, è stata messa a punto una formulazione acquosa in combinazione con il carbossimetilglucano che conferisce solubilità e stabilità al resveratrolo, ritardandone la naturale degradazione e aumentando anche la sua biodisponibilità, velocità di assorbimento e idratazione mucosale, senza condizionare la sua attività biologica”.

“Se la causa di un’infezione virale delle alte vie respiratorie - aggiunge Lorenzo Drago, microbiologo presso l'Università di Milano - le cellule ciliate del naso non riescono ad espletare al meglio il proprio lavoro, si possono instaurare delle sovrainfezioni batteriche che tendono a formare dei biofilm, un insieme di cellule batteriche adese in maniera tenace ad una superficie ed incluse in una matrice extracellulare composta essenzialmente da polisaccaridi e proteine. I biofilm costituiscono una modalità di crescita protetta che consente ai batteri di sopravvivere in un ambiente ostile e li rende in grado di resistere sia all’azione del sistema immunitario che agli antibiotici che, incapaci di penetrarlo, risultano inefficienti. Per questi motivi i biofilm sembrano essere coinvolti in un’altissima percentuale di infezioni croniche o recidivanti a carico di diversi apparati e questo è uno dei motivi principali per il quale si stanno cercando strategie alternative e sinergiche: da una parte demolire il biofilm e dall’altra superare il fenomeno della resistenza batterica dovuta ad un uso smodato e incontrollato degli antibiotici non solo negli ospedali e nelle comunità, ma anche nell’agricoltura e in particolare negli animali da allevamento”. Ma anche nelle forme allergiche, il complesso di resveratrolo e carbossimetilbetaglucano in spray nasale, brevettato da Nóos, ha dimostrato di essere efficace. Studi condotti in bambini affetti da rinite allergica persistente e infezioni respiratorie ricorrenti hanno evidenziato che la somministrazione intranasale topica di questo complesso riduce significativamente sia i sintomi nasali come prurito, starnuti, rinorrea, tosse e ostruzione, sia l’insorgenza di nuove infezioni respiratorie, e conseguentemente anche i giorni di febbre, le assenze da scuola e il numero di visite pediatriche. Tra gli effetti biologici del resveratrolo vanno sicuramente annoverati quelli antivirali e antiossidanti, quelli sul sistema immunitario - protezione dall'infezione ed aumentata difesa anti effettiva - antiallergica, sul sistema cardiovascolare. “Rispetto ad altre soluzioni terapeutiche testate sull’adulto e 'adattate' al bambino, il complesso di resveratrolo e carbossimetilbetaglucano ha dimostrato le sue proprietà con studi effettuati su pazienti in età pediatrica”, conclude Mastromarino. 

Ha vinto Sanremo, ma chi è davvero? Francesco Gabbani, semi sconosciuto di (grande) successo

Francesco Gabbani, chi è il vincitore di Sanremo 2017



Francesco Gabbani, il vincitore della 67esima edizione del Festival di Sanremo, è un cantautore e polistrumentista toscano. Classe 1982, di Carrara, si avvicina al mondo della musica da piccolissimo complice anche il fatto che la sua famiglia possiede l'unico negozio di strumenti musicali della città. All'età di 4 anni - si legge sul sito della Rai dedicato al Festival - inizia a battere i primi colpi di batteria, a 9 incomincia a studiare la chitarra e trascorre poi l’adolescenza in un vortice emozionale che gli fa capire che esprimersi con la musica è la sua ragione di vita.

A 18 anni firma il suo primo contratto discografico che lo porta, con il progetto Trikobalto, a registrare un album prodotto da Alex Neri e Marco Baroni dei Planet Funk. I video dei due singoli estratti dal disco entrano in rotazione sulle principali Tv Musicali ( MTV, All Music, RockTV...) e portano i Trikobalto a suonare nei più importanti festival italiani tra i quali l’Heineken jammin festival, a partecipare alle serate targate RockTV e anche ad aprire, al BlueNote di Milano, l’unica data italiana degli Oasis.

Nel 2010, sulla scia del successo del primo disco, arriva per i Trikobalto il secondo album. Il disco è prodotto da Marco Patrignani. All’uscita del disco segue un tour in Francia e la realizzazione del video di “Preghiera Maledetta”.

Nell'estate 2011, esce il singolo "Estate" e, in autunno, il videoclip di "maledetto amore " brano tratto dalla colonna sonora del film “L'amore fa male" di Mirca Viola. Nel 2013, esce il suo primo album ufficiale “Greitist iz” , dal quale vengono estratti i singoli “I dischi non si suonano” e “Clandestino”. Nel 2015, Francesco inizia a collaborare con BMG.

Selezionato dalla giuria di Sanremo Giovani, Francesco supera le selezioni del 27 novembre, in diretta su Rai1, ed è ufficialmente tra gli 8 artisti che partecipano all’edizione 2016 del Festival di Sanremo, nella categoria Nuove Proposte. Il 12 febbraio Francesco Gabbani vince la 67° edizione del Festival di Sanremo, il Premio della Critica Mia Martini nella sezione Nuove Proposte e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo con “Amen”. Brano scritto a quattro mani con Fabio Ilacqua, “Amen”rappresenta appieno il mondo musicale di Gabbani. Dietro ad una semplice freschezza melodica si cela infatti una sarcastica intenzione a sollecitare riflessioni sul modo di vivere dei nostri tempi.

Nordafricani in treno, orrore a Milano Bestie: cos'hanno fatto alla 15enne

Milano, studentessa 15enne picchiata e palpeggiata in treno da due nordafricani



Picchiata con calci e pugni e molestata da due uomini sul treno. È quanto accaduto l'altro ieri a una studentessa 15enne sul treno Milano-Mortara di ritorno a casa al termine delle lezioni. La ragazza partita dalla stazione di Porta Genova ha viaggiato nell'ultima carrozza insieme a una conoscente fino ad Abbiategrasso. Una volta rimasta sola è stata avvicinata da due uomini di origine nordafricana che l'hanno insultata, colpita con calci e pugni e palpeggiata nelle parti intime. La ragazza ha raccontato di aver chiesto aiuto senza però ottenere risposta. Quando il treno si è fermato in stazione la giovane è riuscita a scappare. Tornata a casa non ha riferito nulla dell'accaduto ai genitori. Ma ieri durante le lezioni ha accusato nausea e giramenti di testa e ha raccontato tutto alle compagne che l'hanno accompagnata in clinica dove i medici hanno riscontrato contusioni multiple e una costola fratturata. Sulla vicenda indaga la Polizia.

Il sindaco del Pd "razzista e leghista": clamoroso, cos'ha fatto agli immigrati

Immigrazione, a Vitulano (Benevento) il sindaco del Pd chiude l'unica strada che porta al centro di accoglienza




Ha stabilito con una ordinanza di chiudere l'unica strada che porta al centro di accoglienza per rifugiati. Accade a Vitulano, in provincia di Benevento, dove il sindaco Raffaele Scarinzi del Pd sabato ha firmato un provvedimento d'urgenza per chiudere la strada via Castello-Arnara "perché non percorribile in sicurezza".

A quanto spiega lo stesso sindaco nell'ordinanza, Ufficio tecnico comunale e polizia municipale hanno evidenziato "il grave pericolo nel transito della strada, già interessata da dissesti e cedimenti di alcune parti a seguito dell’alluvione, e oggi sottoposta a un utilizzo insostenibile per la presenza di una struttura, autorizzata per finalità agrituristiche e per un numero massimo di 12 persone, che oggi ne ospita il triplo". Secondo il sindaco "il predetto uso improprio dell'immobile e della strada rurale è divenuto ancora più pericoloso a seguito delle continue manifestazioni di protesta dei rifugiati e dei cittadini di Vitulano che hanno determinato un continuo andirivieni di mezzi". Unica soluzione, dunque, per tutelare incolumità dei cittadini, è la sua chiusura. "Per qualche buonista ha sbagliato, per me ha fatto bene! - commenta su Facebbok il segretario della Lega Nord Matteo Salvini - Il sindaco è del Pd: razzista, populista e leghista anche lui..? Comunque passerò appena possibile a trovare i cittadini di Vitulano".

Raggi, patata bollente? No, bollita: le mosse che la faranno finir male

Raggi patata bollente? No, bollita: gli errori che la faranno cadere



Virginia Raggi ha iniziato a pattinare maldestramente sul ghiaccio ancor prima di salire al Campidoglio. Robe di poco conto, come l'omissione della pratica da avvocato nello studio Previti nel curriculum o la promessa non mantenuta di presentare la squadra prima del voto, a cui inizialmente nessuno ha dato eccessivo peso. In realtà, si trattava di piccoli refoli che annunciavano l' imminente bufera. Al pronti via arrivano subito i primi errori grossolani. Il 28 giugno, pochi giorni dopo l'insediamento, la sindaca nomina Daniele Frongia capo di gabinetto. Il 2 luglio arriva la designazione del vice, Raffaele Marra. Il primo è incompatibile, essendo ex consigliere comunale, il secondo politicamente inopportuno, avendo lavorato al fianco di Alemanno e Polverini. Risultato: Frongia viene dirottato sulla poltrona di vicesindaco, Marra a capo del personale.

Fatta la giunta, la Raggi si accorge di non aver rispettato le quote rosa e fa fuori Enrico Stefano, designato ai trasporti. Nel frattempo la procura di Roma apre un'inchiesta sulle consulenze alla Asl di Civitavecchia mentre la sindaca era consigliera. L'indagine si concluderà con l'archiviazione, ma le grane iniziano a fare mucchio.

L'estate è rovente. Accanto al tormentone del no alle Olimpiadi annunciato ma non formalizzato e alle feroci polemiche interne al M5S, l'assessore all'ambiente Paola Muraro, sommersa dalle polemiche per le sue vecchie consulenze con l'Ama, ingaggia un duello violento proprio col presidente dimissionario della municipalizzata romana dei rifiuti, Daniele Fortini. Il quale ricambia con dossier al vetriolo ed esposti in procura. Tra accuse, sospetti, denunce, veleni e immondizia la tensione sale alle stelle. Si arriva cosi a settembre. Il primo giorno del mese si dimettono a raffica il capo di gabinetto Carla Romana Raineri, giudice della corte d'Appello di Milano, l'economista Marcello Minenna, super assessore al bilancio, il nuovo amministratore unico di Ama, Alessandro Solidoro, e il direttore generale dell'Atac, Marco Rettighieri, l'unico ad essere già in carica prima della Raggi.

I motivi precisi della fuga in massa, tra rilievi dell'Anac sui contratti e dissapori interni, non sono mai stati chiariti. La Raineri dice di essere stata «fatta fuori dal raggio magico», il circolo ristretto composto dalla sindaca, Romeo, Marra e Frongia. Il 6 settembre arriva il nuovo assessore al bilancio, l'ex pg della Corte dei Conti del Lazio, Raffaele De Dominicis. Due giorni dopo si scopre che è indagato per abuso d'ufficio. Fuori anche lui. Negli stessi giorni la Muraro va in Parlamento e ammette di essere indagata. Lo sapeva da luglio e lo aveva detto alla Raggi. Lei dice di averlo detto al supermembro del direttorio pentastellato Luigi Di Maio. Lui smentisce.

Spunta una mail del membro del minidirettorio Paola Taverna. Lui dice di non averla capita. La bomba inizia a detonare. Qualche settimana più tardi, il 7 ottobre, le nubi iniziano ad avvicinarsi a Salvatore Romeo, fedelissimo capo della segreteria della Raggi. Per l'Anac il suo stipendio è troppo alto. La sindaca lo sforbicia da 120mila a 93mila euro.

L'atmosfera si fa incandescente. A dicembre la deflagrazione. Il 13 la Muraro riceve un avviso di garanzia. Abuso d' ufficio e violazioni ambientali. Si dimette. Il 15 la polizia si presenta in Campidoglio per acquisire atti e documenti relativi alle nomine di dirigenti dell' amministrazione. Nel mirino ci sono Marra, Raineri e Romeo. Passano 24 ore e Marra finisce in carcere. Il potente capo del personale è accusato di corruzione insieme al costruttore Sergio Scarpellini. L'arresto di Marra, da sempre osteggiato dall'establishment grillino, provoca una sorta di commissariamento del Comune. Il «raggio magico» si spezza.

Frongia lascia la poltrona di vicesindaco e si «accontenta» dell'assessorato allo Sport. Romeo rinuncia alla segreteria politica. Nel frattempo l'Oref, l'organismo di revisione dei conti del Comune, boccia il bilancio: «Spazi di finanza pubblica non sufficienti e programma di recupero delle entrate non adeguato». Non era mai successo nella storia dell'amministrazione capitolina.

Il Natale trascorre tra ansie e paure. I romani restano senza concertone di Capodanno per colpa, denuncia l'opposizione, di un bando sbagliato. Ma la giunta ha altro a cui pensare. La voce di un avviso di garanzia per la Raggi inizia a circolare con insistenza. Quando Beppe Grillo il 2 gennaio, a sorpresa, cambia il sacro codice etico grillino introducendo il beneficio del dubbio per chi è indagato, tutti capiscono che il momento è vicino.

Il 24 gennaio arriva l'avviso di garanzia per Virginia Raggi. L'accusa della procura di Roma è di abuso d' ufficio e falso in atto pubblico per la nomina di Renato Marra, vigile urbano fratello di Raffaele messo a capo del dipartimento turismo.

Gli argini sono ormai rotti. E dalle segrete stanze del Campidoglio inizia ad uscire di tutto. Chat di whatsapp, indiscrezioni, dossier. Malgrado la bufera la Raggi riesce a correggere il bilancio del Comune e ad approvarlo. Risultato di cui si vanta con la stampa: «Due mesi di anticipo. Risultato storico». Ma il 2 febbraio si torna in trincea. La sindaca viene ascoltata dai pm. E sulla stampa inizia a circolare la vicenda delle polizze vita sottoscritte da Romeo e intestate alla Raggi come beneficiaria «per stima nei suoi confronti». La sindaca va dai pm e spiega di non saperne nulla. Ma la vicenda si ingarbuglia ogni giorno di più. Si scopre che la «stima» di Romeo è stata ricambiata lautamente. La Raggi è infatti indagata anche per abuso d'ufficio in riferimento al passaggio di Romeo da funzionario nel Dipartimento partecipate, con stipendio di 39mila euro, a capo della segreteria, 120mila, poi diventati 93mila grazie all'Anac. L'ultimo tassello, in attesa di nuovi colpi di scena, è storia di questi giorni. L'assessore all'Urbanistica, Paolo Berdini, incalzato da un giornalista della Stampa, spara ad alzo zero: «Raggi impreparata, amante di Romeo e circondata da una corte dei miracoli». Si dimette pure lui. Ma il sostituto ancora non c'è. E la questione del nuovo stadio incombe. La Raggi ci pensa un po'. Poi l'illuminazione: dimissioni respinte, ma «con riserva».

Vittorio Feltri fa i nomi e i cognomi: "affare-patata", così ribalta tutti

Vittorio Feltri: la Raggi, la patata e i depensanti


di Vittorio Feltri



Ringraziamo tutti quelli che non si sono accodati all’esercito della salvezza che lancia in resta ha aggredito Libero, reo di aver pubblicato un titolo, giudicato licenzioso e volgare, dedicato alle rocambolesche vicende del Comune di Roma, fonte di barzellette più che di delibere atte a risolvere i problemi rancidi della città. Fa piacere e un po’ sorprende scoprire che in Italia c'è ancora qualcuno non contaminato dal conformismo politico e linguistico. Il titolo in questione è noto: «Patata bollente», riferito alla situazione scottante in cui la sindaca Virginia Raggi si è ficcata, probabilmente a causa della propria inadeguatezza al ruolo. Ringrazio soprattutto Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, che pur non avendo citato la testata del mio giornale, ha ricordato un titolo blasfemo del Manifesto, pubblicato l'indomani dell'elezione a Papa di Ratzinger. Questo: «Pastore tedesco». Espressione geniale finché volete, il cui significato però era (e rimane) il seguente: quel Pontefice è (visto che è ancora vivo) un cane. I commenti all'iniziativa del quotidiano comunista per eccellenza furono improntati ad ammirazione.

Non un cane, neppure pastore tedesco, ebbe parole di biasimo per il direttore che aveva ideato quel titolo da brivido e fortemente offensivo. Da questo episodio si evince che è lecito dare della bestia al Papa, mentre è vietato parlare delle patate bollenti servite in Campidoglio. Segnalo lo stravagante fenomeno a coloro che si sono stracciati le vesti dopo aver letto venerdì la prima pagina di Libero recante il famigerato accostamento di Virginia al tubero focoso. Per Ratzinger paragonato a un quadrupede teutonico non si scandalizzò alcuno, né progressista né conservatore. Non abbaiò nemmeno l'Ordine dei giornalisti; non sporse manco il muso dalla cuccia e tenne la coda rigorosamente tra le zampe. Si trattava di non disturbare i manovratori di un giornale di sinistra. Molto chiaro. D'altronde, il Papa è un bieco cattolico talmente mite da non sognarsi di protestare né di querelare, invece con la Raggi c'è poco da scherzare, cribbio, è una pentastellata raccomandata addirittura da Peppino Grillo. Quindi bisogna fare quadrato e difenderla anche dalle bischerate commesse da lei stessa. 

Scaricare le sue colpe su Libero è un gioco da ragazzi cui partecipano entusiasticamente e gratuitamente anche i presidenti di Senato e Camera. Al mio stimato amico Francesco Merlo, che sulla Repubblica ci tira le orecchie e ci impartisce una lezione di stile, rammento pure il titolo cinofilo sul Pontefice, casomai se lo fosse scordato, pregandolo di prenderlo in esame per verificare se sia migliore o peggiore della patata, gradita peraltro ai vegani, quasi tutti di sinistra. Inoltre, gli do un consiglio. Invii ai professori che hanno denunciato l'italiano sgangherato degli studenti qualche articolo del suo direttore, Calabresi, che temo consideri la sintassi un odioso pregiudizio borghese.