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lunedì 13 febbraio 2017

Nordafricani in treno, orrore a Milano Bestie: cos'hanno fatto alla 15enne

Milano, studentessa 15enne picchiata e palpeggiata in treno da due nordafricani



Picchiata con calci e pugni e molestata da due uomini sul treno. È quanto accaduto l'altro ieri a una studentessa 15enne sul treno Milano-Mortara di ritorno a casa al termine delle lezioni. La ragazza partita dalla stazione di Porta Genova ha viaggiato nell'ultima carrozza insieme a una conoscente fino ad Abbiategrasso. Una volta rimasta sola è stata avvicinata da due uomini di origine nordafricana che l'hanno insultata, colpita con calci e pugni e palpeggiata nelle parti intime. La ragazza ha raccontato di aver chiesto aiuto senza però ottenere risposta. Quando il treno si è fermato in stazione la giovane è riuscita a scappare. Tornata a casa non ha riferito nulla dell'accaduto ai genitori. Ma ieri durante le lezioni ha accusato nausea e giramenti di testa e ha raccontato tutto alle compagne che l'hanno accompagnata in clinica dove i medici hanno riscontrato contusioni multiple e una costola fratturata. Sulla vicenda indaga la Polizia.

Il sindaco del Pd "razzista e leghista": clamoroso, cos'ha fatto agli immigrati

Immigrazione, a Vitulano (Benevento) il sindaco del Pd chiude l'unica strada che porta al centro di accoglienza




Ha stabilito con una ordinanza di chiudere l'unica strada che porta al centro di accoglienza per rifugiati. Accade a Vitulano, in provincia di Benevento, dove il sindaco Raffaele Scarinzi del Pd sabato ha firmato un provvedimento d'urgenza per chiudere la strada via Castello-Arnara "perché non percorribile in sicurezza".

A quanto spiega lo stesso sindaco nell'ordinanza, Ufficio tecnico comunale e polizia municipale hanno evidenziato "il grave pericolo nel transito della strada, già interessata da dissesti e cedimenti di alcune parti a seguito dell’alluvione, e oggi sottoposta a un utilizzo insostenibile per la presenza di una struttura, autorizzata per finalità agrituristiche e per un numero massimo di 12 persone, che oggi ne ospita il triplo". Secondo il sindaco "il predetto uso improprio dell'immobile e della strada rurale è divenuto ancora più pericoloso a seguito delle continue manifestazioni di protesta dei rifugiati e dei cittadini di Vitulano che hanno determinato un continuo andirivieni di mezzi". Unica soluzione, dunque, per tutelare incolumità dei cittadini, è la sua chiusura. "Per qualche buonista ha sbagliato, per me ha fatto bene! - commenta su Facebbok il segretario della Lega Nord Matteo Salvini - Il sindaco è del Pd: razzista, populista e leghista anche lui..? Comunque passerò appena possibile a trovare i cittadini di Vitulano".

Raggi, patata bollente? No, bollita: le mosse che la faranno finir male

Raggi patata bollente? No, bollita: gli errori che la faranno cadere



Virginia Raggi ha iniziato a pattinare maldestramente sul ghiaccio ancor prima di salire al Campidoglio. Robe di poco conto, come l'omissione della pratica da avvocato nello studio Previti nel curriculum o la promessa non mantenuta di presentare la squadra prima del voto, a cui inizialmente nessuno ha dato eccessivo peso. In realtà, si trattava di piccoli refoli che annunciavano l' imminente bufera. Al pronti via arrivano subito i primi errori grossolani. Il 28 giugno, pochi giorni dopo l'insediamento, la sindaca nomina Daniele Frongia capo di gabinetto. Il 2 luglio arriva la designazione del vice, Raffaele Marra. Il primo è incompatibile, essendo ex consigliere comunale, il secondo politicamente inopportuno, avendo lavorato al fianco di Alemanno e Polverini. Risultato: Frongia viene dirottato sulla poltrona di vicesindaco, Marra a capo del personale.

Fatta la giunta, la Raggi si accorge di non aver rispettato le quote rosa e fa fuori Enrico Stefano, designato ai trasporti. Nel frattempo la procura di Roma apre un'inchiesta sulle consulenze alla Asl di Civitavecchia mentre la sindaca era consigliera. L'indagine si concluderà con l'archiviazione, ma le grane iniziano a fare mucchio.

L'estate è rovente. Accanto al tormentone del no alle Olimpiadi annunciato ma non formalizzato e alle feroci polemiche interne al M5S, l'assessore all'ambiente Paola Muraro, sommersa dalle polemiche per le sue vecchie consulenze con l'Ama, ingaggia un duello violento proprio col presidente dimissionario della municipalizzata romana dei rifiuti, Daniele Fortini. Il quale ricambia con dossier al vetriolo ed esposti in procura. Tra accuse, sospetti, denunce, veleni e immondizia la tensione sale alle stelle. Si arriva cosi a settembre. Il primo giorno del mese si dimettono a raffica il capo di gabinetto Carla Romana Raineri, giudice della corte d'Appello di Milano, l'economista Marcello Minenna, super assessore al bilancio, il nuovo amministratore unico di Ama, Alessandro Solidoro, e il direttore generale dell'Atac, Marco Rettighieri, l'unico ad essere già in carica prima della Raggi.

I motivi precisi della fuga in massa, tra rilievi dell'Anac sui contratti e dissapori interni, non sono mai stati chiariti. La Raineri dice di essere stata «fatta fuori dal raggio magico», il circolo ristretto composto dalla sindaca, Romeo, Marra e Frongia. Il 6 settembre arriva il nuovo assessore al bilancio, l'ex pg della Corte dei Conti del Lazio, Raffaele De Dominicis. Due giorni dopo si scopre che è indagato per abuso d'ufficio. Fuori anche lui. Negli stessi giorni la Muraro va in Parlamento e ammette di essere indagata. Lo sapeva da luglio e lo aveva detto alla Raggi. Lei dice di averlo detto al supermembro del direttorio pentastellato Luigi Di Maio. Lui smentisce.

Spunta una mail del membro del minidirettorio Paola Taverna. Lui dice di non averla capita. La bomba inizia a detonare. Qualche settimana più tardi, il 7 ottobre, le nubi iniziano ad avvicinarsi a Salvatore Romeo, fedelissimo capo della segreteria della Raggi. Per l'Anac il suo stipendio è troppo alto. La sindaca lo sforbicia da 120mila a 93mila euro.

L'atmosfera si fa incandescente. A dicembre la deflagrazione. Il 13 la Muraro riceve un avviso di garanzia. Abuso d' ufficio e violazioni ambientali. Si dimette. Il 15 la polizia si presenta in Campidoglio per acquisire atti e documenti relativi alle nomine di dirigenti dell' amministrazione. Nel mirino ci sono Marra, Raineri e Romeo. Passano 24 ore e Marra finisce in carcere. Il potente capo del personale è accusato di corruzione insieme al costruttore Sergio Scarpellini. L'arresto di Marra, da sempre osteggiato dall'establishment grillino, provoca una sorta di commissariamento del Comune. Il «raggio magico» si spezza.

Frongia lascia la poltrona di vicesindaco e si «accontenta» dell'assessorato allo Sport. Romeo rinuncia alla segreteria politica. Nel frattempo l'Oref, l'organismo di revisione dei conti del Comune, boccia il bilancio: «Spazi di finanza pubblica non sufficienti e programma di recupero delle entrate non adeguato». Non era mai successo nella storia dell'amministrazione capitolina.

Il Natale trascorre tra ansie e paure. I romani restano senza concertone di Capodanno per colpa, denuncia l'opposizione, di un bando sbagliato. Ma la giunta ha altro a cui pensare. La voce di un avviso di garanzia per la Raggi inizia a circolare con insistenza. Quando Beppe Grillo il 2 gennaio, a sorpresa, cambia il sacro codice etico grillino introducendo il beneficio del dubbio per chi è indagato, tutti capiscono che il momento è vicino.

Il 24 gennaio arriva l'avviso di garanzia per Virginia Raggi. L'accusa della procura di Roma è di abuso d' ufficio e falso in atto pubblico per la nomina di Renato Marra, vigile urbano fratello di Raffaele messo a capo del dipartimento turismo.

Gli argini sono ormai rotti. E dalle segrete stanze del Campidoglio inizia ad uscire di tutto. Chat di whatsapp, indiscrezioni, dossier. Malgrado la bufera la Raggi riesce a correggere il bilancio del Comune e ad approvarlo. Risultato di cui si vanta con la stampa: «Due mesi di anticipo. Risultato storico». Ma il 2 febbraio si torna in trincea. La sindaca viene ascoltata dai pm. E sulla stampa inizia a circolare la vicenda delle polizze vita sottoscritte da Romeo e intestate alla Raggi come beneficiaria «per stima nei suoi confronti». La sindaca va dai pm e spiega di non saperne nulla. Ma la vicenda si ingarbuglia ogni giorno di più. Si scopre che la «stima» di Romeo è stata ricambiata lautamente. La Raggi è infatti indagata anche per abuso d'ufficio in riferimento al passaggio di Romeo da funzionario nel Dipartimento partecipate, con stipendio di 39mila euro, a capo della segreteria, 120mila, poi diventati 93mila grazie all'Anac. L'ultimo tassello, in attesa di nuovi colpi di scena, è storia di questi giorni. L'assessore all'Urbanistica, Paolo Berdini, incalzato da un giornalista della Stampa, spara ad alzo zero: «Raggi impreparata, amante di Romeo e circondata da una corte dei miracoli». Si dimette pure lui. Ma il sostituto ancora non c'è. E la questione del nuovo stadio incombe. La Raggi ci pensa un po'. Poi l'illuminazione: dimissioni respinte, ma «con riserva».

Vittorio Feltri fa i nomi e i cognomi: "affare-patata", così ribalta tutti

Vittorio Feltri: la Raggi, la patata e i depensanti


di Vittorio Feltri



Ringraziamo tutti quelli che non si sono accodati all’esercito della salvezza che lancia in resta ha aggredito Libero, reo di aver pubblicato un titolo, giudicato licenzioso e volgare, dedicato alle rocambolesche vicende del Comune di Roma, fonte di barzellette più che di delibere atte a risolvere i problemi rancidi della città. Fa piacere e un po’ sorprende scoprire che in Italia c'è ancora qualcuno non contaminato dal conformismo politico e linguistico. Il titolo in questione è noto: «Patata bollente», riferito alla situazione scottante in cui la sindaca Virginia Raggi si è ficcata, probabilmente a causa della propria inadeguatezza al ruolo. Ringrazio soprattutto Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, che pur non avendo citato la testata del mio giornale, ha ricordato un titolo blasfemo del Manifesto, pubblicato l'indomani dell'elezione a Papa di Ratzinger. Questo: «Pastore tedesco». Espressione geniale finché volete, il cui significato però era (e rimane) il seguente: quel Pontefice è (visto che è ancora vivo) un cane. I commenti all'iniziativa del quotidiano comunista per eccellenza furono improntati ad ammirazione.

Non un cane, neppure pastore tedesco, ebbe parole di biasimo per il direttore che aveva ideato quel titolo da brivido e fortemente offensivo. Da questo episodio si evince che è lecito dare della bestia al Papa, mentre è vietato parlare delle patate bollenti servite in Campidoglio. Segnalo lo stravagante fenomeno a coloro che si sono stracciati le vesti dopo aver letto venerdì la prima pagina di Libero recante il famigerato accostamento di Virginia al tubero focoso. Per Ratzinger paragonato a un quadrupede teutonico non si scandalizzò alcuno, né progressista né conservatore. Non abbaiò nemmeno l'Ordine dei giornalisti; non sporse manco il muso dalla cuccia e tenne la coda rigorosamente tra le zampe. Si trattava di non disturbare i manovratori di un giornale di sinistra. Molto chiaro. D'altronde, il Papa è un bieco cattolico talmente mite da non sognarsi di protestare né di querelare, invece con la Raggi c'è poco da scherzare, cribbio, è una pentastellata raccomandata addirittura da Peppino Grillo. Quindi bisogna fare quadrato e difenderla anche dalle bischerate commesse da lei stessa. 

Scaricare le sue colpe su Libero è un gioco da ragazzi cui partecipano entusiasticamente e gratuitamente anche i presidenti di Senato e Camera. Al mio stimato amico Francesco Merlo, che sulla Repubblica ci tira le orecchie e ci impartisce una lezione di stile, rammento pure il titolo cinofilo sul Pontefice, casomai se lo fosse scordato, pregandolo di prenderlo in esame per verificare se sia migliore o peggiore della patata, gradita peraltro ai vegani, quasi tutti di sinistra. Inoltre, gli do un consiglio. Invii ai professori che hanno denunciato l'italiano sgangherato degli studenti qualche articolo del suo direttore, Calabresi, che temo consideri la sintassi un odioso pregiudizio borghese.

domenica 12 febbraio 2017

Esclusiva il Notiziario / Nasce la "Rubrica della Salute" a cura del Dott. Francesco Pellegrino

Nasce la "Rubrica della Salute" a cura del Dott. Francesco Pellegrino


Esclusiva il Notiziario


Dott. Francesco Pellegrino


Inizio questa mia esperienza editoriale su il Notiziario, diretto da Gaetano Daniele, tracciando quello che è il senso della Salute che anima il mio quotidiano lavorativo e personale. La Rubrica uscirà settimanalmente, aggiornando i lettori de il Notiziario, di come è possibile tenere presente alcune tematiche che nel quotidiano tendiamo a dimenticare, sia per lo stress quotidiano che per altri motivi. 

La Salute è quello stato di equilibrio favorevole all’individuo che può e deve essere tutelato nell’interesse dello stesso individuo ma soprattutto nell’interesse della Comunità, qualsiasi sia l’entità con cui si voglia caratterizzare la Comunità stessa. 

Infatti che questa sia il nucleo familiare od una Comunità di quartiere, una Comunità di paese, una Comunità di città, di regione, di stato oppure di federazione di stati l’interesse futuribile resta la tutela e la salvaguardia della Salute al fine di autopreservare una potenzialità biologica futura vitale e sana. 

Questo interesse ha fatto sì che nell’aggregato di Cnosso o Festa in Creta i Micenei avessero già sviluppato dei canali per lo scorrimento di acque chiare ed acque scure, che l’ingegneria idraulica della Roma Imperiale fosse un elemento determinante del vivere opulento del Municipium romano e la forza determinante delle bonifiche e relative rese agrarie. La stessa Roma Imperiale conosceva il valore prezioso del sale marino al punto da usarne quale salario per i soldati e intitolare una via consolare Salaria. 

Insomma nei millenni la curiosità e l’osservazione umana hanno permesso all’uomo di tracciare un percorso di miglioramento dei propri standard sanitari, correlando un allungamento della prospettiva di vita da alcuni decenni al centenariato, celebrato stranamente prioritariamente in areali come nel bacino mediterraneo ed il sudest asiatico piuttosto che in stati moderni dove potremmo trovare l’innovazione più avanzata.

Difatti fino al secolo scorso il vero spartiacque della vita sono state le malattie infettive fino alla messa a punto degli antibiotici farmaceutici, ma l’uomo con la sua osservazione attenta aveva già selezionato alimenti e stili di vita che potessero migliorare la propria vita.

Tutti ricordiamo la campagnola che fino a qualche decina di anni fa peregrinava per le città campane proponendo l’acquisto di rane. I nostri nonni già conoscevano in modo intuitivo il valore dei GlicosAminoGlicani (GAG) estratti con il brodo dell’anfibio per la loro capacità di sostenere e potenziare l’adolescente nella crescita e nello sviluppo ottimale delle cartilagini degli adulti così ne facevono regolare uso, alternando la fonte dalla rana con quella del piccione (palombo etimo che in ambito marinaro individua lo squaletto mustelus mustelus altra fonte nota di cartilagine soprattutto per giapponese e cinesi)per cui  i nostri nonni ne allevavano nei fori areatori delle soffitte dalle pareti in tufo dei cortili delle vecchie case padronali.

Questi anziani li ricordiamo soprattutto perchè tutelavano la propria salute con una medicina basata sulle evidenze ante litteram dove la medicina era un uso consuetidinario tramandato di genitore in figlio, quale tesoro orale familiare. Riuscendo in tal modo ad allungare la prospettiva di vita di generazione in generazione.

Oggi allora siamo al massimo dell’espressione della potenzialità della salute ?

Potrebbe sembrare poichè le malattie infettive sono, al momento facilmente controllabili con gli antibiotici, abbia, inoltre, abitazioni dove la vivibilità è molto confortevole e l’esposizione al rischio di salute biologico sembrerebbe ridotto, ma il benessere inteso dall’etimo anglosassone di welfare sembrerebbe aver raggiunto una sua massima espressione per seguire l’uomo nella evoluzione 2.0 oppure già 3.0.

Il Welfare nell’accezione anglosassone intende una fusione tra il senso di salute e di sociale come viene ben identificato dal ministero europeo che supera il senso prettamente italiano di salute scissa dal sociale. Gli anglosassone hanno ben inteso da sempre che il benessere possa essere solo uno stato in cui l’individuo possa godere delo stesso benessere stando bene in salute e contemporaneamente esprimendosi al meglio nella propria Società, quindi cogliendo la partecipazione attiva al diritto ed al dovere del convivere con propri simili, con la propria personale caratterizzazione ed esprimendo le proprie fragilità.

Sarà questo la criticità del mondo globale individualista che stiamo vivendo in quesi giorni e che stiamo preparando per i nostri discendenti?

Sono convinto di no.

Infatti una lobby che vuole intendere la salute ed il welfare come un valore finanziario unicamente speculativo ha un limite stesso nella propria ipotesi di lavoro e proposizione. Riusciremo pure a dare un costo ad una invalidità o ad una malattia con un prontuario ma sarà sempre più complesso e prezioso il valore della sofferenza e del contrapposto benessere.

L’esempio ci viene fornito dal libro dall’Altra parte (1) in cui l’oncologo Gianni Bonadonna, il cardiochirurgo Sandro Bartoccini ed il chirurgo toracico Francesco Sartori, grazie alla loro malattia, hanno capito che non è sufficiente per l’ammalato una medicina anche se ad alto livello, come è stata la loro, che segua correttamente le linee guida, ma piuttosto la ricerca della restituzione del benessere, ben più complesso.

Infatti non saranno possibili mura di divisione che possano dividere la biologia in areali reconditi da areali di benessere economico, prima o poi la biologia mostra il conto ( la selezione di ceppi batterici super resistenti, la speculazione finanziaria sul prezzo di farmaci di nicchia Daraprim-Turing pharmaceuticals-Shkreli oppure i farmaci per l’epatite C).

Il sistema sanitario italiano ha da diversi anni scelto l’organizzazione aziendalista con la nascita delle USL e ASL AO attuali, mancando nella formazione di un management correlato alla messa sul mercato imprenditoriale della Salute delle proprie Aziende.

Questo ci tiene ancora oggi in stallo.

La Storia ci insegna che queste fasi preludono grandi slanci dell’Umanità verso nuove conquiste.

Dott. Francesco Pellegrino
Via G.A. Acquaviva, 39
81100 Caserta.
E_mail: frankpiglrim@gmail.com
Cell: 348.8910362

Feltri: patata e "pistola fumanti" Umiliate le verginelle a 5 Stelle

Patata bollente e pistola fumanti, Feltri umilia le verginelle 5 stelle


di Vittorio Feltri



Il caso del nostro titolo di ieri, Patata bollente, riferito alla vicenda tribolata di Virginia Raggi, è paradigmatico dello strabismo che affligge il mondo politico e quello dei media. Attivisti di partito e cronisti usano due pesi e due misure nel valutare i fatti, anche i più semplici. Ne diamo immediata dimostrazione. Il 15 gennaio 2011 Libero se ne uscì con lo stesso titolo succitato: Patata bollente. Ma nessuno se ne scandalizzò, zero polemiche, zero accuse di sessismo al nostro quotidiano.

Sapete perché, cari lettori? Allora, quel titolo era dedicato (identica posizione in prima pagina, apertura) non certo alla Raggi bensì a Ruby Rubacuori, la minorenne che, stando alle notizie dell'epoca, dilettava le serate di Silvio Berlusconi a Villa San Martino di Arcore. Capito l'antifona? Se ti occupi delle ragazze che allietavano le cene eleganti dell'ex premier puoi tranquillamente scrivere che si trattava di patate bollenti. Ovvio, di Silvio potevi dire di tutto, e delle sue amiche, idem. Lui era definito da varia stampa nano, caimano eccetera. E loro, le fanciulle, erano impunemente liquidate quali escort e anche peggio. È evidente la malafede. Sei anni orsono non ci fu anima che abbia osato criticare Libero per il medesimo titolo riservato ieri alla sindaca di Roma. Come se Ruby avesse minor dignità umana rispetto alla Virgo potens.


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Pubblichiamo la documentazione di quanto abbiamo asserito da cui risulta, incontestabilmente, che i soloni del politicamente corretto cambiano parere sul linguaggio a seconda delle persone oggetto di attenzione. Ruby, dato che stava col Cavaliere, era considerata alla stregua di uno straccio col quale era lecito lustrarsi le scarpe, mentre la Raggi che ha triplicato, per affetto, lo stipendio al suo Romeo, che a sua volta ha regalato a lei, ignara, una polizza da 30 mila euro, non può essere sfiorata nemmeno con una patata né bollente né fredda. Ma vi sembra, questo, un metodo accettabile?

Nel presente numero di Libero spicca una foto ricavata dal sito di Beppe Grillo. Guardatela, rimarrete a bocca aperta davanti a cotanta volgarità.

Accusano noi di sessismo e dimenticano che il Movimento 5 stelle nacque col vaffaday, cioè con l'ideologizzazione del vaffanculo. D' accordo che il culo è neutro, maschile e femminile, però non è più chic della patatina fritta. Perfino Matteo Salvini in questa circostanza ha espresso solidarietà a Virginia. Ne siamo sorpresi. Solidarietà di che? Di casta?

Noi siamo cronisti e raccontiamo quello che vediamo con una scrittura il più colloquiale possibile, e tu Salvini, che pur ci conosci, per fare il figo ti allei coi grillini allo scopo di crocefiggerci come se fossi una qualsiasi Boldrini? Scusa, ma ti senti bene?

Poi ci sono Di Maio e una schiera di pentastellati che ci insultano secondo il loro stile, dimenticandosi di essere essi stessi i teorici del vaffanculo su cui hanno fondato successi elettorali incomprensibili sul piano logico. Non sanno i verbi ma sono verbosi. Non sanno parlare ma straparlano. Ignorano che i giornali di opinione se non avessero una opinione non avrebbero senso di esistere, e non è obbligatorio che tale opinione coincida con quella di Grillo.

E veniamo all'Ordine dei giornalisti. Mi informano che il presidente nazionale, Iacopino, considera il nostro titolo disgustoso. Gli farei notare che, sei anni fa, era già al vertice della corporazione, ma non si accorse del trattamento che usammo per Ruby, identico a quello usato ora per la Raggi. Il che significa che per lui Virginia è di una razza superiore a quella della marocchina?

Spero di non offendere nessuno se affermo che siamo di fronte a un plotone di esecuzione formato da "pistola fumanti". Gente che spara alla cieca per adeguarsi al conformismo più vieto. Non abbiamo la pretesa che si condividano le nostre idee. Ci accontentiamo di poterle esprimere senza dover affrontare tribunali speciali. Siamo sessisti? Forse. Ma noi lo siamo a parole, e gratis. Altri lo sono in pratica e si fanno triplicare la paga solo perché vogliono bene a chi gliela dà. La paga. E magari non solo quella.

Per la Raggi altra patata bollente La soffiata: cosa vogliono farle i pm

Virginia Raggi, la procura vuole chiedere l'interdizione per due mesi




La procura di Roma starebbe valutando l'ipotesi di fermare Virginia Raggi per due mesi. L'idea, secondo quanto riporta il quotidiano "Il Giornale" sarebbe del procuratore aggiunto Paolo Ielo, che starebbe valutando se chiedere al giudice per le indagini preliminari un provvedimento di "interdizione" della sindaca. Durerebbe, appunto, due mesi. Il gip dovrebbe pronunciarsi dopo un nuovo interrogatorio di garanzia. La sindaca interdetta, a quel punto, potrebbe fare ricorso e ottenere rapida udienza. Ielo ci sta pensando, il sostituto procuratore Francesco Dall'Orto è pronto a seguirlo nella richiesta, più cauto pare il procuratore capo Giuseppe Pignatone.

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