Visualizzazioni totali

giovedì 9 febbraio 2017

Tbc e scabbia, le cifre che fanno paura: immigrati e malattie, contagio a Milano

Milano, allarme profughi: 38 casi di tbc e 2000 di scabbia


di Fabio Rubini



Oltre duemila casi di scabbia e 38 di tubercolosi nei centri di accoglienza di Milano. È il bilancio 2016 dei controlli sui migranti. Numeri che sono stati resi noti ieri dall’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera e che hanno suscitato una certa preoccupazione tra i partiti del centrodestra, da sempre avversi alla politica delle «porte aperte» portate avanti negli ultimi anni dall’amministrazione milanese di centrosinistra.

Rispondendo ad un’interpellanza del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato, l’assessore Gallera ha spiegato che, «per entrambe le patologie non ci sono stati contagi» e questo «mostra come le visite mediche alle quali vengono sottoposti i migranti e le successive misure di profilassi di fronte a patologie particolari, consenta di intervenire tempestivamente e in modo efficace». Nella risposta a De Corato, poi, Gallera ha anche fatto il punto sulla tubercolosi, altra malattia riscontrata tra i migranti. «Sono stati eseguiti 1.821 test di Mantoux e 824 soggetti sono stati sottoposti ad approfondimenti specialistici e grazie a queste attività sono stati diagnosticati complessivamente 38 casi, tutti trattati o in corso di terapia». Infine Gallera ha ricordato come «in tutti i centri di accoglienza viene applicato il protocollo ministeriale del 2011 “per la sorveglianza sindromica e la profilassi immunitaria” in relazione all’emergenza migranti dall’Africa settentrionale». Un protocollo che prevede per ciascun migrante ospitato da una struttura d’accoglienza, che sia offerta la vaccinazione contro difterite, tetano e poliomielite.

«La situazione è preoccupante - ha spiegato nella replica in aula Riccardo De Corato -. Bisogna rendere obbligatorie le vaccinazioni per gli immigrati che ospitiamo, per preservare la salute sia loro che nostra, dato che il rischio di diffusione tra cittadini c’è». E dopo aver lodato il lavoro di prevenzione fatto da Regione Lombardia, De Corato ha anche spiegato che quelli letti da Gallera «sono numeri importanti ed è concreto il rischio che queste malattie si diffondano, anche perché questi migranti vivono in situazioni di promiscuità: uomini, donne, bambini tutti insieme giorno e notte. Ai migranti, ha spiegato l’assessore, vengono proposti i vaccini contro difterite, tetano e poliomielite. Vista la situazione - ha chiesto De Corato - i vaccini dovrebbero essere obbligatori per gli ospiti dei centri d’accoglienza, dato che è in pericolo sia la loro salute sia quella dei lombardi».

Pronta alle barricate anche la Lega. Il capogruppo in Regione, Massimiliano Romeo, spiega che «a quanto emerge da questi dati, il fatto che gli immigrati siano portatori di malattie che da noi risultavano ormai scomparse, non è una fantasia della Lega», e avverte: «Nonostante finora queste patologie non si siano trasmesse alla popolazione locale, credo che si tratti di un allarme da non sottovalutare».

A puntare il dito sul possibile contagio sono Paolo Grimoldi e Davide Boni, rispettivamente segretario nazionale e provinciale della Lega Lombarda: «I numeri rivelati in Consiglio regionale si riferiscono esclusivamente agli immigranti censiti, transitati nei centri d’accoglienza. Ma sappiamo bene - spiegano - che in città sono passati decine di migliaia di immigrati clandestini, che hanno poi proseguito il loro viaggio dopo un breve soggiorno milanese», senza contare «le altre migliaia di immigrati che si sono dispersi sul territorio milanese e lombardo, facendo perdere le loro tracce ed entrando nella nutrita schiera dei clandestini di cui non sappiamo nulla». Grimoldi, per questo, chiede che le vaccinazioni vengano eseguite non a Milano, ma «nelle strutture di prima accoglienza dove sbarcano gli immigrati, in Sicilia, Calabria e Puglia».

Infine Grimoldi e Boni ampliano l’allarme ad altre malattie: «Sul territorio lombardo stanno aumentando vertiginosamente i casi di tubercolosi, di malaria e naturalmente di meningite: un’emergenza sanitaria che va affrontata a monte, controllando subito gli immigrati quando sbarcano, e non distribuendoli sui territori senza sapere se portano con loro malattie contagiose».

NON SOLO LA RAGGI Trema pure la Appendino M5s, scoppia un altro caso

Chiara Appendino, pure a Torino è paralisi




In sette mesi di governo della città di Chiara Appendino, a Torino sono state approvate solo 66 delibere, contro le 150 del predecessore Pd Piero Fassino. "non si fa e non si decide nulla", dicono le opposizioni che invitano a disdire le sedute d'aula almeno per risparmiare sui gettoni di presenza dei consiglieri comunali, riporta il Tempo.

Una delle ultime mozioni approvate, circa una settimana fa, riguardava "l'inquinamento provocato dai botti di Capodanno e le relative strategie di contrasto". È stata discussa e votata dal gruppo grillino. Una delibera per impegnare la giunta "ad adoperarsi per fornire un'adeguata informazione relativa all'annoso problema derivante dall'inquinamento atmosferico prodotto dai botti di Capodanno".

In questo momento, l'attenzione è focalizzata su Virginia Raggi e questo mette al riparo la sindaca di Torino dalle critiche. La sostanza, però, non cambia: tutte e due non hanno combinato nulla. Adesso rischia di scoppiare un caso: la prossima puntata avrà per protagonista il capogruppo Pd in Consiglio comunale a Torino Stefano Lo Russo.

Feltri, la sentenza sul centrodestra: Vi spiego come e perché può vincere

Vittorio Feltri: vi spiego come e perché il centrodestra può vincere



di Vittorio Feltri



Per adesso i soli politici che hanno vinto sono i 600 parlamentari che il 17 settembre matureranno il diritto a riscuotere il vitalizio relativo alla chiusura della corrente legislatura. Se si votasse prima dell’autunno la pensioncina spettante a onorevoli e senatori in carica andrebbe a farsi benedire. Dato che ormai è assodato che ci si recherà alle urne all’inizio del 2018, l’assegno a lorsignori è garantito. Poca roba, un migliaio di euro al mese, ma è sempre meglio di due dita negli occhi.

Tutti gli altri rappresentanti del popolo che volevano a ogni costo procedere alle consultazioni anticipate, e per questo avevano bocciato il referendum del 4 dicembre, se la sono presa in saccoccia. Seggi chiusi almeno fino a febbraio del prossimo anno. Lo dice Mattarella, lo dice la Consulta, lo dice Berlusconi e ora perfino Renzi si è rassegnato al rinvio.

Noi nel nostro piccolo lo avevamo previsto non certo perché siamo più intelligenti di altri, ma davanti all’ipotesi di rinunciare al vitalizio immaginavamo come si sarebbero comportati gli onorevoli: vade retro suffragio universale, nemico del portafogli. Così è stato e non poteva essere diversamente. Mancano quindi dodici mesi alla verifica elettorale.

Frattanto governerà Gentiloni, ex estremista di sinistra rabbonito dal potere che non esercita ma che gli dà la libidine di sentirsi importante, il quale Gentiloni, consapevole di essere un premier precario, è ben felice di allungare il suo contratto a termine. Chiamalo scemo. In attesa della remota apertura dei comizi, i partiti ne approfittano per automassacrarsi. I grillini, che parevano lanciati in un galoppo sfrenato verso la vetta della classifica dei consensi, hanno subìto una battuta d’arresto a causa della Raggi della morte, che ha provocato un crollo nei sondaggi relativi ai pentastellati. Le vicende romane hanno disgustato persino i tifosi acritici del Movimento comico. Se la discesa di Grillo nel gradimento nazionale sarà confermata nei prossimi mesi, addio speranze di Beppe di diventare il primo partito.

La qual cosa potrebbe giovare al Pd - ancora in testa alla graduatoria - se non fosse che i democratici hanno preso a sbranarsi tra loro con l’intento di conquistare la leadership. Renzi contro tutti e tutti contro Renzi, all’improvviso diventato antipatico anche ai suoi amici e sodali di un tempo. Il tempo delle mele si è così trasformato in tempo dei veleni. Se gli ex di Botteghe Oscure andranno presto a congresso per decidere chi dovrà dirigere l’orchestra ne vedremo delle belle. Aspettiamo pazientemente il match. Siamo persuasi che qualora assistessimo a una scissione a sinistra, il Pd seguirebbe a ruota il M5S nel precipitarsi a valle, sbattere sul fondo e lì stare (poesia vecchia).

Rimangono da valutare i piani del centrodestra, ammesso che esistano. Se Berlusconi, pur azzoppato, dovesse riuscire ad allearsi organicamente con Salvini, Meloni, Nuovo centrodestra alfaniano e Ala verdiniana sarebbe autorizzato a puntare alla vittoria, numeri permettendo. Il problema è quello di capire come sia possibile trovare un denominatore comune che faccia da collante tra le quattro componenti citate.

Dipenderà molto dalla legge elettorale che sarà servita sulla tavola politica. Ma soprattutto dipenderà dalla convenienza che ciascun leader dei sullodati partiti e partitini avrà nel recuperare un accordo siffatto. Forza Italia è europeista, sia pure tiepida, tanto è vero che Tajani è presidente del bordello di Bruxelles. Salvini viceversa è ostile alla Ue e la Meloni è favorevole alle sovranità nazionali. Alfano e Verdini sono contro le salvinate e le melonate. Chiudere nello stesso serraglio cani, gatti e vari galli non sarà una operazione semplice da portare a termine, eppure è l’unica da cui possa sortire un centrodestra competitivo e capace di superare gli avversari dem e grillini.

Noi, cari amici antiprogressisti, una soluzione ve l’abbiamo indicata. Tocca a voi adottarla col desiderio di applicarla sino in fondo, cioè alla vittoria, seppur consapevoli di un particolare: quand’anche riusciste a sconfiggere la sinistra, poi, una volta al governo, comincereste a beccarvi l’un l’altro. Come avete sempre fatto in passato. Ma questo è un altro discorso che faremo presto.

mercoledì 8 febbraio 2017

L'HANNO MESSO AL MURO A casa Renzi quel giorno Dago fa i nomi / Guarda

Dagospia: il giorno dopo il referendum Boschi e Lotti a Pontassieve a implorare Renzi di non mollare



Certo, si era messo lui nella scomoda posizione di dover levare le tende se fosse stato il "No" a vincere. Anche per non replicare quel modello di "vecchia politica" da lui tanto spesso deprecato: quello di chi dice una cosa e poi non la fa. O fa l'esatto contrario. Così, la sera tardi dello scorso 4 dicembre, a urne "ancora calde", Matteo Renzi era andato davanti alle telecamere per annunciare che di lì a poco avrebbe lasciato Palazzo Chigi e la guida del governo a qualcun altro. La frittata era fatta. Eppure, rivela oggi il sito di news e gossip dagospia.com, il giorno seguente a Pontassieve, dove renzi ha la casa e vive con la famiglia, ci fu una vera e propria processione di renziani. Tutti a chiedere al leader di ripensarci, di non fare quel fatidico passo indietro. "Non te lo chiede nemmeno la sinistra del Pd" avrebbero spiegato Boschi, Lotti e altri del cosiddetto (e oggi un po' appassito) "giglio magico". Lui niente. E così ci siamo trovati con Gentiloni.

Sarkozy, la sua caduta definitiva Clamoroso: cos'ha deciso il giudice

Spese per le presidenziali 2012: Nicholas Sarkozy rinviato a giudizio



Il giudice istruttore francese Serge  Tournaire ha disposto il rinvio a giudizio dell’ex presidente Nicolas Sarkozy ed altri 13 protagonisti dell’inchiesta sulle spese della  campagna elettorale durante le presidenziali 2012, legata a quella  sulle false fatture della società Bygmalion. La procura accusa Sarkozy di aver superato il massimo autorizzato di spesa nella campagna per la sua rielezione, persa con la sconfitta subita per mano di François  Hollande. L’Ump di Sarkozy, ora ribattezzato ’Les Républicains’, avrebbe coperto spese di campagna elettorale con fatture false per non superare il limite di 22,5 milioni di euro. Sarkozy ha sempre preso le distanze  dalle accuse contestategli. L’ex presidente è stato sconfitto alle  recenti primarie della destra in vista delle prossime presidenziali vinte da François Fillon, a sua volta travolto ora da uno scandalo per presunti impieghi fittizi alla moglie e ai figli.

Napoli, prevenzione e conoscenza contro la violenza sulle donne

Napoli, prevenzione e conoscenza contro la violenza sulle donne



Alessandra Gallo


NAPOLI - "Il tema della violenza di genere è purtroppo sempre di maggiore attualità. Bisogna insistere sulla prevenzione e sull'educazione, soprattutto nelle scuole, affinché si possa portare avanti una vera e propria cultura al rispetto delle donne". Lo ha detto Alessandra Gallo, presidente dell’Associazione Formatime, presentando il forum “Da donna a donna - Violenza di genere e prevenzione”, che si terrà giovedì 9 febbraio alle ore 17 nella sala conferenze del Pan di Napoli (Palazzo Roccella - via dei Mille, 60).

Alla manifestazione parteciperanno Chiara Marciani, assessore alla Formazione e Pari Opportunità della Regione Campania; Alessandra Clemente, assessore ai Giovani del Comune di Napoli; Daniela Villani, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Napoli; Gaetano Daniele, assessore alla Cultura del Comune di Napoli; Michele Schiano Di Visconti, consigliere della Regione Campania; Alberto Capuano, giudice del Tribunale di Napoli; Michele Spina, dirigente della Polizia di Stato; Libera Cesino, presidente sportello “Libera dalla violenza”; Antonella Formicola, criminologa investigativa; Ottavio Lucarelli, presidente Ordine dei giornalisti Campania; Marino D’Amore, prof. Università Ludes; Anna Borrasi, esperta processi formativi; Rosaria Cataletto, psicologa criminologa; giornalisti Emilio Orlando e Massimo Mangiapelo.

Glicemia alta e colesterolo: nemici del cuore!


Chi ha la glicemia alta e colesterolo in eccesso è 3 volte più esposto al rischio di morire a causa di una... 

L'Istituto superiore di sanità (Iss) presenta la nuova organizzazione

L'Istituto superiore di sanità (Iss) presenta la nuova organizzazione



di Matilde Scuderi


Walter Ricciardi
Presidente Iss

Nuova squadra e nuova organizzazione per l'Istituto superiore di sanità (Iss): a presentare il nuovo assetto sono Walter Ricciardi e Lino Del Favero, rispettivamente presidente e direttore generale dell'Iss, che hanno illustrato le numerose novità introdotte quest'anno all'interno del più grande istituto di sanità pubblica a livello europeo. L'area tecnica-operativa è stata riorganizzata nel rispetto della storia e dell’identità dell'Iss ma vedrà nuove competenze, espresse in sei dipartimenti, sedici centri nazionali, due centri di riferimento e un organismo notificato : accanto alle attività tradizionali di studio e ricerca, controllo e sorveglianza in materie come neuroscienze, malattie infettive, sicurezza alimentare, oncologia, ambiente o malattie cardiovascolari sono stati creati un centro di valutazione delle tecnologie sanitarie, uno per quelle innovative in sanità pubblica, un centro nazionale per l’eccellenza clinica, la qualità e la sicurezza delle cure, uno per la telemedicina, in modo da fornire indicazioni per supportare le scelte di ciò che è realmente efficace evitando sprechi e dispersioni di energie umane e finanziarie. Grande attenzione alla prevenzione con un centro interamente dedicato alla promozione della salute e un altro alle dipendenze patologiche. “Abbiamo disegnato un istituto coerente con la sua missione principale di tutelare la salute pubblica - dichiara Ricciardi - valorizzando le alte competenze di cui dispone, capaci di produrre in un anno oltre 12mila interventi tra controlli, valutazioni, pareri e ispezioni. Ma il nuovo istituto sarà in grado anche di investire sempre più risorse nella ricerca poiché è in crescita la previsione del finanziamento di progetti di ricerca scientifici: a fonte del finanziamento di 30 milioni di euro ottenuto lo scorso anno le entrate previste per il 2017 ammontano a circa 35 milioni. Questa è una delle nostre priorità perché è una ricerca pensata per tradursi in diagnosi e cura, a diventare tecnologia e a rappresentare uno strumento competitivo per la crescita economica del Paese”.

La ristrutturazione, pur sommando nuove competenze, è riuscita a eliminare molti duplicati. C’è stata una forte contrazione dei reparti che da 123 sono diventati 50 distribuiti in tutte le nuove strutture, aggregati secondo un disegno complesso ma coerente di funzioni trasversali. “Per conciliare la missione dell’Iss alla sostenibilità economica - afferma Del Favero - serviva una macchina più efficiente e più snella. Il nostro modello permetterà un recupero in termini di costi/benefici di circa due milioni l’anno, una cifra che reinvestiremo in salute, a vantaggio dei cittadini”. In questo nuovo contesto, l’Istituto, che nel 2016 ha gestito ben 119 progetti internazionali, riceverà per il 2017 circa 35 milioni di euro finanziamento per progetti di ricerca nazionali e internazionali. Per sfruttare al meglio tutte le possibilità di finanziamento delle attività di ricerca, l’Istituto si è dotato di un grant office che assisterà i ricercatori nel reperimento dei bandi di ricerca e supporterà i percorsi di brevettazione e di tutela della proprietà intellettuale. Fino ad oggi sono circa 78 i brevetti in possesso dell’Iss di cui 53 in condivisione con altri enti di ricerca e riguardano tecnologie per malattie infettive, tecnologie oncologiche, vaccinali o nuovi biomarker diagnostici. Se le attività di ricerca, controllo e sorveglianza rappresentano il cuore dell’attività dell’Istituto, sarà più marcata anche l’attenzione alla comunicazione e ai canali di dialogo e di informazione con gli utenti per promuovere la conoscenza medico-scientifica su aspetti fondamentali della salute pubblica. Rafforzati e presenti sui social network, i telefoni verdi dell’Iss rispondono a tutti coloro che hanno bisogno di un orientamento, si pensi al fumo e alle malattie a trasmissione sessuale che nell’ultimo anno hanno evaso dalle 500 alle 1000 chiamate al mese per indirizzare i cittadini su queste tematiche e anche il telefono verde patologie rare evade ogni mese oltre cento richieste di orientamento soprattutto da pazienti e famiglie ma non mancano richieste d’aiuto anche da parte degli stessi operatori sanitari.