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domenica 8 gennaio 2017

Ora parla l'ex capo dei servizi segreti: "Attentato in Italia, le mie informazioni"

Nicolò Pollari: "Terrorismo islamico, il rischio di attacchi non è remoto"



Dopo le parole del capo della polizia, Franco Gabrielli, che ha detto di ritenere probabile un attacco terroristico in Italia, parla Nicolò Pollari, il generale della Guardia di Finanza e direttore del Sismi. "Niente di nuovo sotto il sole. L'escalation terroristica di matrice islamica non dovrebbe sorprenderci, è la cronaca di una morte annunciata. Ma è anche vero che se finora l'Italia è stata utilizzata come una sorta di hub dai jihadisti, e quindi non colpita, l'intensificarsi di attività preventive e delle espulsioni potrebbe rendere possibile un fatto acuto sul nostro territorio". Così in un'intervista a Il Tempo, dove dunque Pollari spiega che, in effetti, un attentato terroristico nel Belpaese è molto più che un'ipotesi.

Virginia Raggi, la settimana del terrore Soffiata: "Cosa le accadrà tra poche ore"

Raggi, l'indiscrezione: a giorni l'avviso di garanzia per abuso d'ufficio?



Beppe Grillo ha detto chiaro e tondo che non può sostenerla all'infinito. E ora, l'orizzonte temporale della sindaca-disastro Virginia Raggi potrebbe essere ridotto. Anzi ridottissimo. Le voci sull'avviso di garanzia che potrebbero colpire la grillina si rincorrono da tempo. Ma il quotidiano La Stampa dà informazioni più precise: la settimana della verità potrebbe essere quella che inizia già domani, lunedì 9 gennaio. Ogni giorno infatti potrebbe essere quello giusto, quello in cui verrà notificata la notizia d'indagine alla Raggi. Nel caso, si tratterebbe di un avviso di garanzia per abuso di ufficio. Alla luce del nuovo codice etico M5s, va ricordato, la Raggi non sarebbe costretta a dimissioni immediate nonostante l'ipotetico avviso di garanzia.

Sondaggio: italiani bocciano (quasi) tutti Si salvano solo in tre. Chi finisce a picco

 Sondaggio: Ecco la fiducia degli italiani a chi va



Il Papa, le forze dell'ordine e, nonostante tutto, la scuola. Sono, secondo un sondaggio Demos presentato dal quotidiano La Repubblica, le uniche tre istituzioni del nostro Paese nei confronti delle quali la maggioranza degli italiani ha fiducia. Ossia, che riscuotono l'approvazione di più del 50% dei nostri connazionali. Tutto il resto è sotto quella soglia, in alcuni casi in un vero abisso rispetto a quel 50%.

Se si presentasse alle elezioni, papa Bergoglio le vincerebbe a mani basse, visto che l'82% degli italiani ha fiducia in lui. Rispetto al 2010 (quando c'era Ratzinger), la fiducia del Pontefice ha guadagnato 31 punti di gradimento. Poi ci sono le divise: il 71% degli italiani ha fiducia nelle forze dell'ordine. Sopra il 50% (54) anche la scuola. In entrambi i casi, rispetto al 2010 non è cambiato molto.

Appena sotto il 50% c'è il Presidente della Repubblica, la cui figura ha visto un crollo di ben 22 punti di gradimento rispetto al 2010, quando al Quirinale c'era giorgio Napolitano. Parrebbe tutto demerito di Mattarella, ma la verità è che tra il 2015 e il 2016 l'indice di gradimento del Capo dello Stato è rimasto stabile al 49%. Segno che i 22 punti percentuali li ha persi tutti Napolitano nel corso del suo terzo mandato.

Seguono la Chiesa (44%, -3% rispetto al 2010), il Comune (39%, -2% rispetto al 2010), la magistratura (38%, -12% rispetto al 2010), l'Unione europea (29%, -21% rispetto a sei anni prima) e giù a scendere fino alle banche (14%, -9% rispetto al 2010), il parlamento (11%, -3% rispetto al 2010) e sul fondo i partiti, nei quali ha fiducia solo il 6% degli italiani (che siano gli iscritti?), con un calo del 2% rispetto al 2010.

Il Napoli in rimonta aggancia la Roma al 95'. L'Empoli affossa il Palermo

Il Napoli in rimonta aggancia la Roma al 95'. L'Empoli affossa il Palermo



Riesce per un soffio l'aggancio in classifica del Napoli alla Roma. I partenopei, sotto di un gol con la Sampdoria al San Paolo al termine del primo tempo per un'autorete di Hysaj al 30', riescono a raddrizzare la partita e ad arraffare i tre punti solo nell'ultimo quarto d'ora grazie prima a Gabbiadini che al 32' insacca al volo da due passi un cross dal fondo di Callejon e poi a Tonelli che al 50' infila sotto la traversa dal dischetto del rigore un pallone servitogli dal fondo da Trinic. Napoli a quota 38 punti in classifica, Samp ferma a 23.

Nell'altro anticipo della 19esima giornata di Serie A, l'Empoli ha battuto per 1-0 il Palermo in una sfida-chiave per la salvezza grazie a una rete di Maccarone al 78'. I toscani agganciano il Sassuolo a quota 17 punti, Palermo bloccato a 10.

Sul paesino piovono 5 milioni di euro Ecco tutti i biglietti vincenti: dove sono

Sul paesino piovono 5 milioni di euro. Tutti i biglietti vincenti: dove sono



Il biglietto del primo premio della Lotteria Italia da 5 milioni di euro è stato venduto a Ranica, in provincia di Bergamo: Q 425840. Il secondo premio da 2,5 milioni, riferisce Agipronews, è andato al possessore del biglietto T 116627 venduto a Tarsia, in provincia di Cosenza, rendendo ancora una volta la Calabria protagonista dopo il 6 centrato a fine ottobre al Superenalotto a Vibo Valentia con la vincita del super jackpot da 163 milioni di euro e alla vigilia di Natale, invece, il bottino da 624 mila euro centrato con una cinquina al Lotto da un giocatore di Reggio Calabria. E infine sempre per la Befana e sempre a Cosenza è stato centrato anche un 5+1 nell’estrazione dell’Eurojackpot, per un bottino di 596 mila euro.

Il terzo premio della Lotteria Italia, è andato al biglietto R 053568, venduto a Milano: 1,5 milioni di euro. Il biglietto con serie e numero C 045521 venduto a Livorno vince un milione di euro. Il biglietto che vince 500mila euro è il tagliando N 337298, venduto a Milano. Non ci sono solo i tre premi di prima categoria a far ricca la Lombardia per l’edizione 2016 della Lotteria Italia: la lista dei fortunati, aggiunge Agipronews, si allunga grazie ad altri 6 biglietti vincenti da 50 mila euro ciascuno. In questa tipologia di premio, solo il Lazio, con 12 premi, riesce a fare meglio per questa edizione.

Ed è proprio il Lazio la regione con il maggior numero di premi di terza categoria centrati nell’edizione 2016 della Lotteria Italia: sono 33 i tagliandi che si aggiudicano 25mila euro ciascuno, a cui si aggiungono altri 12 biglietti da 50mila euro, per un totale di 45 ticket fortunati e un montepremi regionale da oltre 1,4 milioni di euro a fronte di circa 1,6 milioni di tagliandi venduti (-2,6%). La Lombardia, precisa Agipronews, si piazza subito dietro nella speciale classifica del maggior numero di tagliandi vincenti per la terza categoria, sono stati 28 a cui si aggiungono sei premi da 50 mila euro e soprattutto il primo premio centrato a Ranica (Bergamo) e la doppietta di Milano con i premi da 1,5 milioni e mezzo milione di euro. In pratica con 37 biglietti vincenti complessivi, in regione sono finiti premi per 8 milioni di euro a fronte di 1,4 milioni di tagliandi venduti (+0,1%).

Con «solo» tre premi complessivi la Calabria è però una delle regioni più vincenti dell’ultima edizione: al tagliando da 2,5 milioni di Tarsia (Cosenza) si aggiungono un premio da 50mila e uno da 25mila. Toscana ben piazzata grazie al milione di euro vinto a Livorno, a cui si aggiungono un premio da 50mila euro e ben 11 da 25mila, per un totale regionale da 1.325.000 euro. Buono il bilancio per il Veneto: 4 premi di seconda categoria e 15 di terza per un montepremi regionale da 575mila euro. In Emilia Romagna vincite per 500mila euro arrivate con 4 premi da 50mila euro e 12 da 25mila.

In Piemonte sono 5 i premi da 50mila euro, altrettanti da 25mila per un montepremi da 375mila euro, stesso importo totale in Sicilia grazie a un premio da 50mila euro e ben 13 da 25mila euro. Due le regioni rimaste totalmente a secco: il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige, mentre lo scorso anno lo zero in casella toccò a Molise, Sardegna e Val D’Aosta.

Lo sfregio del vescovo di Palermo: "Stragi islamiche? Di chi è la colpa"

Lo sfegio del Vescovo. Stragi islamiche in Europa: "Vi dico io di chi è la colpa"



"Sulle nostre coste arriva chi scappa dalla fame e dalla guerra». A dirlo all’AdnKronos è l’arcivescovo di Palermo, don Corrado Lorefice, parlando della stretta del governo sui migranti irregolari e sulle espulsioni. Né basta a giustificare una posizione securitaria la paura di attentati. «Il terrorismo l’abbiamo fomentato per altri motivi - dice -, per come noi europei siamo stati in alcune parti del mondo. Forse questa è la conseguenza". Allora secondo l’arcivescovo di Palermo "l’Europa deve rivedere i suoi stili di vita. Non dobbiamo dimenticare - conclude - che noi siamo andati verso il Sud del mondo a volte per depredarlo. Non lo dobbiamo dimenticare".

Terrorismo, il capo della polizia: "Cosa so", frase da brividi sull'Italia

Attentati in Italia, cosa rischiamo ora. La frase da brividi del capo della polizia



"Il rischio attentati c’è. E anche l’Italia avrà il suo prezzo da pagare". Lo dice, in un’intervista a Il Giornale, il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli. "Le indagini, spesso successive ai rimpatri - spiega - hanno dimostrato che buona parte delle persone fermate nel nostro paese perchè considerate vicine all’Isis stava realmente per compiere attentati e fare morti. Questo però non deve toglierci la nostra libertà". Il prefetto, annuncia l’assunzione di mille uomini, sottolinea che esiste una propaganda tra i terroristi che individua obiettivi in Italia come il Vaticano e il Colosseo e chiarisce: "Non c’è una ricetta, però sottovalutare la minaccia, oggi, è un errore gravissimo. Lo dico in maniera molto cruda: anche noi un prezzo lo dovremo pagare. Ci auguriamo sia quanto più contenuto possibile. Noi dentro quella minaccia ci siamo. La cittadinanza di contro deve comprendere che deve continuare a vivere normalmente, altrimenti i terroristi avrebbero già vinto togliendoci la libertà. Per quanto ci riguarda non si devono sottovalutare eventuali segnali ma nemmeno amplificarli in maniera abnorme. Intelligence e controlli del territorio sono i due pilastri con i quali si costruisce il sistema della sicurezza nel nostro Paese. I cittadini devono pretendere comunque che gli apparati di sicurezza facciano il loro lavoro".