Carabinieri umiliati: su che auto li mandano in giro, ridotti così
Sono verdi, di quel verde smeraldo che caratterizza la Forestale, ma hanno la scritta bianca “Carabinieri” sulle fiancate, sul cofano e sul retro. Già, curiose e intriganti: sono le automobili che saranno a disposizione, dal primo gennaio 2017, del “Comando tutela ambientale, agroalimentare e forestale”, cioè la vecchia Guardia Forestale accorpata all’Arma, come stabilisce il decreto legislativo 177 di riorganizzazione delle forze di polizia.
«Sembrano le macchine della Lega Nord», è uno dei tanti commenti pepati che circolano in queste ore tra i forestali arrabbiati per una riforma che faticano a digerire. Le fotografie si riferiscono a un prototipo: il mezzo (un’Alfa Romeo attualmente in uso alla Forestale ridipinta in un’officina dei Carabinieri a Roma) porta ancora il numero di telefono 1515 per l’emergenza ambientale e la targa con la sigla Cfs, Corpo forestale dello Stato. Un paio di settimane fa i bozzetti della nuova livrea delle macchine e la nuove divise sono stati presentati ufficialmente in una cerimonia nella quale è stato ribadito che a dirigere il Comando tutela ambientale sarà il generale di Corpo d’armata Antonio Ricciardi.
«La ministra Marianna Madia ipotizza un risparmio di 100 milioni di euro con l’accorpamento, cifra impossibile perché solo per modificare la livrea degli elicotteri per uniformarla a quella dei Carabinieri servirebbero 4,5 milioni», ha commentato Marco Moroni, segretario del Sapaf, il sindacato autonomo dei Forestali. «Anche il servizio bilancio del Senato ha espresso dubbi. Adesso però cominciamo a capire da dove arriva il risparmio. Dal maquillage. Prendono le nostre macchine e cambiano la scritta sulle portiere. Ci sembra poco dignitoso, sia per l’Arma e la sua storia bicentenaria, sia per i forestali».
Il Sapaf ha presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, perché con l’accorpamento il sindacato si dovrà sciogliere. E al Tar sono stati depositati migliaia di ricorsi da parte dei forestali che non vogliono essere militarizzati. Già, e lunedì sono stati pubblicati i primi decreti attuativi, che dividono i 7.563 forestali così: circa settemila possono andare nei Carabinieri, un centinaio nella Polizia, una settantina nella Finanza, quattrocento nei Vigili del Fuoco e una sessantina al dicastero dell’Agricoltura. Manca ancora il decreto della Presidenza del consiglio che dovrà individuare le amministrazioni pubbliche a cui potranno fare domanda di transito chi si rifiuterà di vestire una divisa militare. «Le auto dei “forebinieri” rendono perfettamente l’idea del pastrocchio di una riforma che è nata male e sicuramente finirà peggio», ha detto Luca Comellini, del Partito dei Militari. «Renzi è ancora in tempo per fermare questa baggianata».






