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lunedì 24 ottobre 2016

Yi: Medicina Tradizionale Cinese Museo Maxxi Roma, il 29 ottobre

Yi: Medicina Tradizionale Cinese 29 ottobre al Museo Maxxi



La medicina tradizionale cinese è un sistema medico dalle origini antichissime, ma per quanto alcune pratiche da essa derivate siano ormai di uso comune anche in Occidente, come agopuntura, digitopressione, riflessologia, shiatsu, nel suo complesso viene ancora percepita come esotica e ‘alternativa’. Per comprendere meglio le origini, le tecniche e i possibili benefici, il 29 ottobre presso il Museo MAXXI a Roma (ore 11.00, Spazio D) si terrà l’incontro ‘Yi, Medicina Tradizionale Cinese - Tesoro della Cultura Shaolin’, appuntamento promosso da Fondazione Santa Lucia Irccs e Associazione Shaolin Quan Fa Italia. Alla presentazione parteciperà il maestro Shi Yan Hui, Monaco Guerriero di 34° generazione e rappresentante ufficiale del Tempio Shaolin in Italia.

Molti i temi che saranno affrontati: la circolazione dei meridiani, i metodi del Qi Gong, la meditazione Chan, moxibustione, coppettazione, digitopressione. All’evento interverranno anche il professor Carlo Caltagirone, Direttore Scientifico della Fondazione Santa Lucia Irccs e il professor Vincenzo Saraceni, membro del Comitato Etico della Fondazione e Docente Ordinario di Fisiatria presso l’Università di Roma Sapienza. Insieme affronteranno il tema dal punto di vista della medicina occidentale e dei suoi possibili punti d'incontro con la tradizione cinese. Chiuderà l’incontro una dimostrazione di arti marziali con gli allievi del maestro Shi Yan Hui. La partecipazione è gratuita con ingresso fino a esaurimento posti. Seguiranno nelle giornate di sabato 5, 12 e 19 novembre 2016, sempre presso lo Spazio D del MAXXI, tre Seminari di Qi Gong e Yi Jin Jing. L’iniziativa è stata realizzata da Fondazione Santa Lucia Irccs e Associazione Quan Fa Italia con la collaborazione del Museo MAXXI.

Stefano Tognoli, Fondazione Santa Lucia Irccs - Ufficio Stampa, cel. 334.6966433, s.tognoli@hsantalucia.it

Gianluca Meola, Associazione Shaolin Quan Fa Italia - Ufficio Stampa, cel. 339.6657801, gianluca.meola@gmail.com

Altro che la Panda Rossa di Marino... Vergogna-grillina: dove entra in auto

Paola Taverna peggio di Ignazio Marino: al Campidoglio in auto senza autorizzazione


Roba da far impallidire la Panda Rossa di Ignazio Marino. Protagonista della malefatta è la senatrice grillina Paola Taverna, una dura e pura che tuona contro casta e privilegi. Bene, ma che ha fatto la Taverna? Presto detto: un bel giretto in macchina fino all'area riservata del Campidoglio, quella in cui possono entrare solo i mezzi di sicurezza e i pochissimi autorizzati da Palazzo Senatorio. Un bel giretto per portare il figlio a un laboratorio organizzato nella sala della Promoteca. Un bel giro senza permesso. Una vicenda di cui dà conto Il Messaggero, che dà conto anche della rabbia degli altri genitori: "Lei è potuta arrivare fin sopra al colle capitolino. Ha superato il blocco dei vigili urbani dicendo che è una senatrice, mentre tutti noi abbiamo dovuto trovare parcheggi lontanissimi e percorrere la salita a piedi".

Bello essere Casta, vero?

La verità su quei milioni di Corona Parla il megatestimone: lo sfogo in tv

La verità su quei milioni di Fabrizio Corona. Parla il supertestimone: lo sfogo in televisione



"Non sono mai stato un autista di Corona. Io organizzavo le famose serate di Fabrizio. Gestivo tutte le chiamate dal novembre 2015, da quando lui ha avuto il permesso per andare in giro. Penso che abbiamo fatto circa 500 eventi. Facevamo ospitate più o meno brevi in lounge e negozi di abbigliamento. Capitavano situazioni grottesche e per questo motivo le chiamavamo ’macellerie". Così Fabrizio Scippa, responsabile eventi dell’agenzia Atena di Fabrizio Corona, ospite in studio a Domenica Live, programma condotto da Barbara d’Urso su Canale 5. Il fotografo dei vip è tornato nei giorni scorsi in carcere, a San Vittore, dopo il ritrovamento di un milione e 760mila euro nel controsoffitto dell’appartamento di una sua collaboratrice, Francesca Persi. "Certo che la conosco. Si è anche confidata molto con me, come si può fare tra colleghi. Era titolare dell’Atena. Non mi permetto di dire se era prestanome", ha aggiunto. "Se Corona si credeva infallibile? Questo è un atteggiamento che ha avuto sempre, lui non se ne rendeva conto. È stato ripreso dal vortice di anni fa", ha sottolineato ancora Scippa. Che ha poi spiegato tornando sull’attività dell’agenzia: "Nel momento in cui ricevevo la richiesta per una data di Fabrizio prima pattuivamo il cachet in base alla tipologia della serata. Non so nulla di pagamenti in nero. I contratti non venivano mai stracciati. Se faccio un calcolo di logica, è impossibile che tutta quella cifra sia stata fatta per le serate. La maggior parte delle lamentele dei clienti era per le voci di contratto non rispettate". "Da lunedì a giovedì - ha raccontato ancora Scippa - facevamo lavori d’ufficio e nel weekend le serate. Io non ho mai guidato la macchina. Chiedevo aiuto ad alcuni amici per le auto. Trentamila euro di multe non pagate? Siamo praticamente arrivati alle mani in ufficio con Corona. Gli ho chiesto di pagarmi le multe, visto che andavamo sempre a 200 km all’ora. Ma lui non ne voleva sapere e siamo quasi arrivati alle mani davanti a 12 dipendenti". E ancora un focus sull’ex di Corona, Nina Moric: "Un giorno c’erano dei mediatori che volevano chiudere una data di Nina. Io ho fatto un contratto - ha confessato Scippa - tramite la nostra agenzia. Corona mi ha accusato di aver preso dei soldi, ma ci sono testimoni. Lui, invece, si è intascato l’acconto di 500 euro per il viaggio, io non c’entro niente. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso", ha concluso.

Sgarbi trascina in tribunale Briatore Clamorosa e torbida storia di donne

Vallettopoli, Vittorio Sgarbi riapre il processo: chiamati a deporre Briatore, Totti & Co


di Franco Bechis
@FrancoBechis



Più che un processo, rischia di diventare un grandissimo show. Ed era presumibile, visto che per l’ennesima volta alla sbarra ci sarà Vittorio Sgarbi, il critico d’arte che raramente tiene a freno la lingua. Ancora una volta è imputato per diffamazione, per una grandinata di parole che sette anni fa aveva investito suo malgrado l’ex pm di Potenza (ora sta a Napoli), John Henry Woodcock, che quindi l’ha querelato. Il processo è in corso davanti al tribunale di Catanzaro, e siccome l’oggetto del contendere era- chiamiamole così- una serie di critiche all’inchiesta su Vallettopoli che Sgarbi rivolse al pm durante una puntata dell’Arena di Massimo Giletti il 5 aprile 2009, i legali del critico d’arte hanno avuto la bella idea di rifare quel processo nell’aula di Catanzaro.

GILETTI E L’ARENA
E così hanno compilato una lista testi a difesa che dal gennaio prossimo accenderanno i riflettori su quel tribunale. Perché in aula subito sfileranno oltre allo stesso conduttore televisivo Giletti, anche gli altri partecipanti a quella puntata dell’Arena: Alba Parietti e Klaus Davi. Dovranno raccontare che cosa esattamente è stato detto in quella trasmissione, e con quale spirito e clima di studio si è infiammato il dibattito che subito scandalizzò molti telespettatori: era infatti il pomeriggio della domenica delle Palme 2009, e certo il pubblico non si attendeva nel pieno della festa religiosa i fuochi di artificio di Sgarbi, a cui era comunque abituato da anni. Giudizi più che taglienti sulla utilità di quell’inchiesta vip, successivamente in gran parte smontata dalle sentenze, e accuse dirette al pm che ne fu protagonista, offeso anche dal fatto che Sgarbi nel suo tipico crescendo, lo aveva appellato in questo modo: «secondo me Woodcock è un Fabrizio Corona mancato...».

ALTRI TESTIMONI
Anche per questo motivo i legali di Sgarbi, in primis l’avvocato Giampaolo Cicconi che lo ha difeso in molti processi di diffamazione, e poi Vincenzo De Caro, hanno allargato la lista testi anche all’ex fotografo dei vip, finito ancora una volta in carcere (ad Opera) per avere nascosto in casa di una collaboratrice dei compensi in nero milionari di cui nulla aveva detto alla magistratura. Ma non ci sarà solo lui, perché Sgarbi prova a farsi difendere dalle testimonianze degli indagati più noti dell’inchiesta di Vallettopoli. Chiamerà quindi a raccontare quel che gli è accaduto Vittorio Emanuele di Savoia, che dovette subire- accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e di sfruttamento della prostituzione- l’onta del carcere, sia pure per una settimana. Vittorio Emanuele poi è stato assolto da tutte le accuse, e ha fatto causa allo Stato italiano ottenendo 40 mila euro per l’ingiusta detenzione, e da Sgarbi sarà chiamato a testimoniare proprio la sua disavventura giudiziaria.

Da Montecarlo dovranno arrivare a Catanzaro in soccorso del critico d’arte anche Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore. La prima fu coinvolta insieme all’ex portavoce di Gianfranco Fini - Salvatore Sottile- nell’indagine di Woodcock per presunti favori sessuali concessi (e poi si dimostrò che non fu così) per avere una parte in programmi Rai. Il secondo già all’epoca era il fidanzato della soubrette, e certo deve avere masticato amaro pur restando sempre a sostenerla. I legali di Sgarbi chiameranno a testimoniare anche il calciatore Francesco Totti e Flavia Vento. Anche loro furono con ruoli diversi sfiorati dall’inchiesta di Potenza, che ipotizzò un ricatto di Corona e della Vento nei confronti di Totti. La show girl avrebbe rilasciato interviste a settimanali scandalistici su un suo presunto flirt con il calciatore, che era alla vigilia del matrimonio con Ilary Blasi, già in stato interessante. Corona avrebbe trattato con l’entourage di Totti un compenso di 50 mila euro per non fare pubblicare l’intervista. Ma nel prosieguo del procedimento anche questa accusa sarebbe saltata. La diffusione sulla stampa dell’epoca dell’intera vicenda ha creato però problemi alla vita dei protagonisti, che probabilmente non hanno oggi un affettuoso ricordo di John Woodcock.

Frecciate, smorfie, battute, attacchi: Renzi e Annunziata, così finisce in rissa

Renzi dall'Annunziata, la cronaca di un duello tesissimo



Scintille a In Mezz'Ora, dove l'ospite d'onore era Matteo Renzi. Altissima tensione quando il dibattito si sposta sullo 0,1% della legge di bilancio al centro della disfida tra governo ed Europa. Un'Annunziata nervosissima ribatte colpo su colpo al premier, che non molla di un millimetro e la subissa di parole. Su Twitter, infatti, uno dei ritornelli più diffusi era: "Renzi intervista l'Annunziata". Lucia non molla sullo 0,1%, e Renzi la incalza: "Perché insiste?". "Sono curiosa". Touché.

Altro scontro violento sulla rottamazione delle cartelle e l'abolizione degli interessi, sul quale la conduttrice si mostra scettica: "Sì, ma c'è chi quegli interessi li ha pagati". Un colpo basso, al quale il premier risponde dopo poco. Si è tornati a parlare del referendum, la discussione è ancora accesissima, e la Annunziata afferma: "Io non so come arriveremo alle 4 con queste discussioni". Assist perfetto per il premier, che la infilza: "Io non so come si arriva alle tre, anche perché gioca la Fiorentina".

Quando si parla del viaggio negli Usa e dell'endorsement di Obama, Renzi spiega: "Ognuno ha i suoi di endorsement. C'è chi ha quello di Obama e quello di D'Alema". E Annunziata difende Baffino: "Paragonandolo al presidente degli Stati Uniti gli fa un grande onore". Dunque il premier ricorda le parole di Obama, preoccupato per l'Europa perché "torni a parlare il linguaggio della crescita e non dell'austerity" e sostiene che quello del presidente americano è "un grande endorsement per l'Italia"

La battaglia prosegue, con un'Annunziata sempre più nervosa. Si parla della manovra e dell'inter che dovrà seguire in Parlamento. Renzi continua a dirle: "Ma entriamo nel merito del provvedimento". E Lucia: "Anche parlare degli iter è una questione di merito. Non può ripetermi sempre la stessa cosa". E Renzi: "Cosa starei facendo di così scorretto, mi scusi?". E in studio ancora gelo, ancor più tensione. A quel punto si è quasi alla fine, emblematici i saluti dell'Annunziata: "La ringrazio presidente, di essere sempre qui anche se non andiamo spesso d'accordo". E Renzi: "Sempre qui? E che è, uno stalking?". Alla prossima puntata.

domenica 23 ottobre 2016

L'Italia sparirà, la data del disastro La missione disperata per salvarci

Thwaites, il ghiacciaio che sommergerà l'Italia: inizia la missione per capire quanto tempo ci resta



Dopo secoli di inattività, qualcosa si sta risvegliando nelle viscere del ghiacciaio Thwaites. Tanto che gli scienziati hanno deciso di partire per osservare quella massa di ghiaccio nell'Antartide occidentale da vicino. Il punto è che quel ghiacciaio si sta erodendo a ritmi sempre più rapidi: colpa, affermano, del riscaldamento dell'acqua marina. Il punto, come sottolinea Repubblica, è che Thwaites, con una lingua nel mare lunga circa 100 km e una superficie di 182mila km quadrati, se si sciogliesse sarebbe in grado, tutto da solo, di aumentare il livello degli oceani di più di tre metri. Con conseguenze devastanti per le terre emerse, ovvero per noi.

Sono due anni, ormai, che gli scienziati si sono resi conto dell'instabilità del ghiacciaio. Così la National science foundation americana e i britannici del Natural environment research council hanno deciso di non aspettare oltre: per quattro anni, a partire dal 2018, studieranno da vicino la massa di viaggio. Un'operazione che costerà 25 milioni di dollari, escluse spese per viaggi e logistica per raggiungere una delle zone più inaccessibili del mondo. Lo studio del gigante avverrà grazie a navi, boe, sensori di temperatura, sottomarini robot e perlustrazioni.

Il fattore più preoccupante è che per fermare l'erosione non si può fare nulla: lo scopo della missione, in soldoni, è comprendere quanto tempo ci resta. Le due agenzie che lavorano al progetto hanno spiegato: "Il futuro del ghiacciaio è una delle incognite più preoccupanti dell'Antartide occidentale, in cui è depositata una quantità d'acqua capace di far aumentare il livello dei mari del pianeta di oltre tre metri". Se Thwaites scomparisse, inoltre, innescherebbe a catena lo scioglimento di altri ghiacciai.

"A differenza dell'Artico - continuano gli scienziati -, in cui il ghiaccio galleggiante è formato da acqua salata e la fusione non contribuisce all'innalzamento dei mari, l'impatto dell'acqua dolce della calotta antartica sarebbe enorme". Per inciso, negli ultimi sei anni la massa del ghiacciaio che si è sciolta è raddoppiata, "e oggi ha raggiunto un livello tale da contribuire per il 10% all'innalzamento totale dei mari".

Secondo le stime attuali, devono passare almeno 10 anni prima che Thwaites diventi totalmente instabile, con l'acqua salata calda in grado di erodere la sua base, esponendo altro ghiaccio al contatto col mare in quella che, a quel punto, diventerebbe una situazione irreversibile. Ed è ciò che potrebbe accadere in caso di scioglimento totale a terrorizzare: soltanto in Italia, verrebbero cancellati il delta del Po, la costa della Toscana del nord, varie parti della Puglia e Basilicata, il porto di Napoli e la periferia sud-ovest di Roma. Negli Usa sparirebbe un quarto della Florida e circa 300 km di costa tra Boston e New York.

"Che cosa mi faceva il cliente 70enne": baby squillo, l'orrore su una minorenne

Il nonno arzillo che andava a baby squillo. Innamorato pazzo: come le pagava



C'era anche un uomo di 70 anni tra i clienti delle baby squillo romane. Non un cliente come altri, ma uno totalmente innamorato di una delle quindicenni per la quale aveva completamente perso la testa. L'uomo le portava fiori, la chiamava "amore mio" e non le faceva mai mancare una ricarica telefonica per farsi chiamare. L'ultima torbida storia di sesso e minori della Capitale non ha più come scenografia il lussuoso quartiere Parioli, ma il più dimesso litorale romano. Le ragazzine usavano spesso una stanza in una cascina, con letto e stufa, oppure un appartamento messo a disposizione da una donna. Un imprenditore agricolo, proprietario della cascina, e la donna sono indagati per sfruttamento della prostituzione minorile. Meno grave la posizione del 70enne innamorato, accusato solo di prostituzione minorile, come riporta il Messaggero. Nei guai anche un cinquantenne, cliente fedelissimo e all'occorrenza anche autista per le ragazze.