Vittorio Feltri atomico su Luigi Di Maio: che pippa. Tutta la verità sui guai dei grillini...
di Vittorio Feltri
Quelli del Movimento 5 Stelle litigano più tra di loro che con i propri avversari. Non si capisce perché sprechino energie in polemiche intestine che, per altro, non giovano all'immagine grillina, anzi la sporcano. Oddio, questi sono affari che riguardano i pentastellati e non ci turbano più di tanto, ma è impossibile non parlarne perché le beghe ormai sono di dominio pubblico.
In particolare quella che riguarda Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera accusato di aver speso poco più di 100 mila euro in tre anni per andare su e giù dalla penisola per il partito del quale è fra i leader di maggior spicco. Insomma, i soldi sono sempre al centro delle diatribe di qualsiasi formazione politica e non stupisce che i Cinquestelle non facciano eccezione.
I critici di Di Maio sono però inutilmente spietati: accusano il collega di aver dissipato troppo denaro in missioni e lasciano intendere che egli abbia fatto la cresta sulle spese. Vero o falso?
Non siamo esperti di contabilità e non vogliamo sindacare su quella del vicepresidente di Montecitorio. Possiamo solo dire che 100 mila euro in tre anni non sono una cifra tale da suscitare sospetti di ladrocinio. D'accordo che i parlamentari viaggiano gratis sui mezzi di trasporto, treni e aerei, ma rimane il fatto che gli alberghi e i ristoranti rilasciano ricevute e non rinunciano a riscuotere per le prestazioni che svolgono. Sarebbe assurdo il contrario. E sarebbe altrettanto assurdo che Di Maio per non irritare i compagni, anzi i compari, dormisse all'addiaccio e si nutrisse alla mensa della Caritas.
Pertanto la circostanza che abbia sborsato la suddetta somma nell'esercizio del proprio lavoro ci pare del tutto normale. I suoi rendiconti sono congrui e non certo esagerati. Precisiamo che la nostra difesa non è ispirata a simpatia nei confronti del dirigente grillino, ma è mossa dall'esperienza che abbiamo in materia di trasferte.
Su Di Maio abbiamo la stessa opinione di Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno e ora governatore della Campania, il quale lo ha definito in una storica trasmissione televisiva una mezza pippa, ma ciò non ci impedisce di dire che non è un ladro, ma una persona insospettabile ovvero corretta quando compila le note spese.
E ai grillini che lo contestano consigliamo di evitare baruffe così idiote che contribuiscono a gettare sul loro Movimento lo stesso fango che essi hanno gettato, a volte a ragione, su altri partiti. Il rischio che corrono è quello di apparire agli occhi degli elettori uguali ai furfanti di cui hanno sistematicamente detto peste e corna.