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domenica 7 agosto 2016

Il nostro mare invaso dai "vermicane": dove le vostre vacanze sono rovinate

Il nostro mare invaso dai vermicane: a chi questi mostri rovinano le vacanze



Piccoli serpenti di mare. Dopo l’invasione dell’alga tossica che dal Nord di Bari si è spostata a sud di Otranto, un nuovo allarme nel mar Jonio. Ora sono arrivati i “vermocani”. Segnalazioni e “avvistamenti” copiosi, a sentire gli esperti scientifici dell’Arpa, nel mare di Porto Badisco che è uno delle icone della costa salentina. Sono sempre più frequenti le segnalazioni da parte di bagnanti e subacquei allarmati dalla crescente presenza di “vermocani” sui fondali rocciosi anche a pochi centimetri di profondità.

Il suo nome scientifico è “Hermodice caruncolata” e si tratta di un grande polichete, lungo fino a 30-40 centimetri. L'uomo, quando entra accidentalmente in contatto con il vermocane, avverte un’immediata sensazione di bruciore (per questo conosciuto anche come “verme di fuoco”) accompagnata da edema che normalmente passa poche ore dopo il contatto. I vermocani prediligono soprattutto le zone rocciose: a nord di Torre Lapillo, ma soprattutto tra Sant’Isidoro e Lido Conchiglie, tra Mancaversa e Ugento prima della zona di Leuca.

Vincenzo Nibali, una tragedia olimpica: rovinosa caduta a un passo dal trionfo

Vincenzo Nibali, una tragedia olimpica: rovinosa caduta a un passo dal trionfo



Una tragedia sportiva, per Vincenzo Nibali. Era al comando della corsa olimpica quando è caduto, a 11 chilometri dal traguardo, mentre affrontava una discesa. Una brutta caduta, pur senza gravi conseguenze, che lo ha costretto al ritiro: lo squalo è caduto insieme al colombiano Sergio Luis Henao. Per terra quando almeno una medaglia sembrava molto più che una possibilità. L'obiettivo per il quel Vincenzo si allenava da anni, la gara per la quale aveva impostato tutta la stagione, scivola via così. A vincere la gara è il belga Van Avermaet, argento al danese Fuglsang e bronzo a Majka, il polacco che era in fuga insieme a Nibali e Henao al momento della caduta. Il primo degli italiani al traguardo è Fabio Aru, che ha chiuso in sesta piazza.

Spada, per l'Italia una delusione atroce: Fiamingo rimontata, è soltanto argento

Spada, per l'Italia una delusione atroce: Fiamingo rimontata, è soltanto argento



Dopo Vincenzo Nibali, un'altra amarissima delusione per l'Italia alle Olimpiadi. Rossella Fiamingo perde 15-13 la finale della spada femminile e si deve accontentare dell'argento: rimandato l'appuntamento con l'oro numero 200 nella storia italiana alle Olimpiadi. Un argento, certo, prima medaglia della squadra azzurra a Rio de Janeiro, ma come detto la delusione è atroce: la Fiamingo era in vantaggio 11-7 nella seconda frazione, sembrava quasi fatta per il primo trionfo. Ma l'ungherese Szasz ha estratto dal cilindro un clamoroso finale: parata, risposta, stoccata, uno schema fisso che ha fatto soccombere la nostra Rossella.

"DI CHE COSA TI LAMENTI?" Feltri: "Ma sapete che lei..." A valanga sulla Berlinguer

"Berlinguer, di che cosa ti lamenti?". Vittorio Feltri a valanga: "Sapete che lei..."


di Vittorio Feltri



Non so a voi, ma a me personalmente della Rai non importa nulla. Nel senso che mi sono rassegnato al fatto che sia lottizzata, cioè al servizio della politica vincente. Lo è da sempre, dal primo giorno in cui comparve il monoscopio sul video dei pochi italiani che avevano il privilegio (da ricchi) di possedere un apparecchio televisivo.

Era l'inizio degli anni Cinquanta e io, che sono vecchio e all' epoca frequentavo le elementari, ricordo benissimo. A casa mia il televisore entrò quasi subito: pagato a rate, credo. Il telegiornale era ridicolo ossia completamente democristiano perché comandava la Dc, partito dominante che aveva ereditato uomini e metodi fascisti. Chi lo nega o è stupido o in malafede, che è lo stesso.

Passarono lustri e l' Italia si sviluppò grazie al famoso boom economico, ma lo stile della Rai non si modificò: a menare il torrone continuarono ad essere i baciapile, che avevano la maggioranza. La TV bocciava Tognazzi e Vianello, bocciava anche Dario Fo. Bocciava le ragazze scosciate dei balletti e tutto quanto offendeva (si fa per dire) i morigerati costumi e il sentimento democristiani.

I tempi mutarono ma lo stile di chi aveva in mano il pallino rimase intatto. Ogni volta che si tratta di nominare i dirigenti dell' ex monopolio si tiene conto soltanto dell' opportunità politica. Per non scontentare nessuno Cencelli si inventò un manuale che portava il suo riverito nome: due o tre posti ai fedeli della Dc, un posto ai socialisti, uno ai socialdemocratici di Saragat e così via. I comunisti, che non avevano poltrone benché fossero numerosi, protestarono. Furono accontentati. Come? Si creò per loro una rete, la terza. La seconda era già dei socialisti. Spartizione perfetta. I partiti maggiori erano felici e contenti: ciascuno aveva il proprio orticello.

Questa, in breve, la storia dell' Antennona nazionale pagata dai cittadini mediante il canone. Poi? Lentamente le cose peggiorarono. Formalmente venne abolito il manuale Cencelli ma non la lottizzazione che, in effetti, è tuttora in vigore.

Chi vince le elezioni, o si è comunque conquistato Palazzo Chigi, si magna l' intera posta. Berlusconi, quando arrivò primo lasciò per generosità la terza rete agli ex comunisti e si pappò le altre due in aggiunta alle tre di sua proprietà. Cinque emittenti su sei. Mica male. Prodi aveva piazzato Gad Lerner e poi Gianni Riotta alla guida del Tg1.

Il Cavaliere per rispondere adeguatamente affidò il notiziario italiano numero uno ad Augusto Minzolini, bravo giornalista ma abbastanza schierato. Insomma ogni premier si è arrangiato come ha potuto per assicurarsi la benevolenza del maggiore Tg. Una regola non scritta ma radicata prevedeva infatti che la maggioranza politica si garantisse l' appoggio televisivo. Regola ovviamente sempre assai criticata, ma alla lunga accettata come il minore dei mali. Finché la Rai sarà pubblica, saranno i padroni della cosa pubblica a governarla. Se qualcuno avesse un'idea migliore si faccia avanti e la imponga. Silenzio generale.

Nei giorni scorsi Campo Dall' Orto, direttore generale Rai, ha fatto fuori la Berlinguer dal vertice del Tg3 dopo sette anni di onorevole servizio, e il provvedimento ha suscitato scandalo. Capisco. La signora è brava e non meritava la rimozione. Ma nessuno dice che anch' ella fu selezionata in base al colore politico, il rosso, sia pure un rosso diverso da quello di moda ora. Orfeo è rimasto capo del Tg1 perché è un coperchio che va bene per ogni pentolino. Mentre Masi è stato cacciato dal Tg2 solo perché poveretto non ha santi potenti in paradiso, neanche Sanculo.

Scandalizzarsi per questo sarebbe lecito se non conoscessimo a fondo cosa ribolle nel calderone Rai da oltre mezzo secolo. Poiché invece siamo scesi da un pezzo dal pero, non siamo neppure sorpresi.

Anzi saremmo stupiti se i criteri adottati dal potere odierno fossero più evoluti rispetto a quelli di un passato che non passa mai. Chi non ha capito che i modelli gestionali italiani sono immodificabili o è ingenuo o stolto. In viale Mazzini e dintorni non c' è mai nulla di nuovo.

Coloro che si stracciano oggi le vesti per le nomine di Campo Dall' Orto avvenute sulla base del manuale Cencelli riveduto e corretto, sono gli stessi che furono nominati alcuni anni orsono secondo la medesima logica.

Non è una cosa seria, ma il solito piagnisteo. Non sono i direttori defenestrati né i loro successori che vanno discussi o difesi: bisogna abbattere il sistema Rai che ha un organico di 13 mila persone per produrre orrori, i quali d' estate diventano imbarazzanti e perfino vomitevoli. Ne sono consapevole. Le mie sono parole al vento come le lagnanze dei trombati. Viviamo da decenni in un regime di scrocconi e raccomandati. E non siamo manco arrabbiati, ma semplicemente sconsolati.

sabato 6 agosto 2016

Mare o montagna: e se fosse anche una questione di tiroide?

Mare o montagna: e se fosse anche una questione di Tiroide?


di Eugenia Sermonti



Alla sua terza edizione, torna l’appuntamento voluto dalla Fondazione Cesare Serono per far conoscere e far parlare delle disfunzioni tiroidee, che in Italia arrivano a colpire complessivamente oltre 3 milioni di persone, con una significativa prevalenza di donne. Accorgersi di soffrire di una disfunzione tiroidea non è facile, perché i campanelli d’allarme sono sfumati: aumento ingiustificato di peso e sensibilità eccessiva al freddo nel caso, per esempio, di ipo-tiroidismo e diminuzione ingiustificata di peso e sensibilità al caldo in caso invece di iper-tiroidismo. Inoltre, si tratta di sintomi spesso di lieve entità e poco specifici: per questo si stima che oltre il 50 % delle persone colpite da disfunzioni tiroide e non lo sappia, non si rivolga al medico e non riceva una diagnosi corretta e tempestiva. Con il passare del tempo, se non curata con la terapia appropriata, la disfunzione può peggiorare, con impatti significativi sulla salute e sulla qualità della vita. Da qui, l’importanza della sensibilizzazione: l’edizione 2016 delle Campagna ‘Tiroide: RIFLETTIAMOCI!’, avviata in occasione della Settimana Mondiale della Tiroide a fine maggio, è riuscita a coinvolgere ad oggi già quasi 3 mila persone, che hanno raccolto l’invito a compilare un semplice questionario on line, volto a valutare la conoscenza del disturbo e di quelli che possono essere i suoi segnali d’allarme, così difficilmente riconoscibili. 

Aumentano ulteriormente, rispetto alle precedenti edizioni (83%), le donne: ben il 90% del campione coinvolto è al femminile e si consolida anche il trend dell’età, con oltre il 78% delle utenti che hanno risposto al questionario che si colloca nella fascia 30-50 anni, quella più a rischio. Analizzando le risposte fornite emerge, inoltre, una scarsa consapevolezza sul tema della profilassi della carenza di iodio. Dalla fotografia fornita dall’analisi dei questionari di tiroide riflettiamoci.it, si deduce infatti che ben il 42% non sa se vive o meno in aree a carenza del prezioso minerale. Considerato che fra le cause di una tiroide che funziona poco (ipotiroidismo), ci può essere anche un inadeguato apporto di iodio, questo fattore non è da sottovalutare. L’organismo avrebbe bisogno di assumere 150-200 mg al giorno di iodio, apporto al quale possono contribuire l’acqua che si beve e alcuni cibi che ne sono ricchi come frutti di mare, crostacei e pesce. Frutta e verdura, se coltivati nelle zone costiere, assorbono iodio dal terreno e possono quindi contribuire ad aumentarne l’introito. Se vivere o soggiornare in prossimità di aree marittime può pertanto favorire una maggiore esposizione a fonti di iodio, di solito non basta. Per questo, gli esperti e le autorità sanitarie raccomandano come appropriata ed efficace strategia preventiva per evitare carenze di questo elemento l’uso regolare di sale iodato, raccomandato soprattutto nei soggetti più a rischio di questa carenza e di conseguenti potenziali disfunzioni tiroidee come le donne, in particolare se in gravidanza o in allattamento. Viceversa, chi sa di soffrire di iper-tiroidismo o ne ha una forma silente, sarebbe opportuno che evitasse introiti eccessivi di iodio. In tutti questi casi, quindi, l’importante è sapere se si ha una disfunzione tiroidea  o se si è in una condizione di aumentato rischio.

Passaggio chiave è l’individuazione precoce del problema, rivolgendosi al medico per valutare tutti gli strumenti terapeutici da mettere in campo per tenere la disfunzione sotto controllo, incluse terapie farmacologiche ad hoc, ove opportuno. Ma il primo passo verso una migliore gestione del problema, è la conoscenza. “Alla luce di una consapevolezza ancora limitata esistente sulle disfunzioni tiroidee che questi primi risultati del test ci confermano, quest’anno abbiamo deciso di rinnovare il nostro impegno nel sensibilizzare quante più persone possibile: l’informazione viaggerà in rete, con strumenti accessibili anche dai luoghi di vacanza grazie ai dispositivi mobili, e sarà protagonista anche all’interno del presidio per eccellenza della salute dei cittadini sul territorio: la farmacia”, dichiara Gianfranco Conti, direttore della Fondazione Cesare Serono. Poster con superfici riflettenti e opuscoli informativi, accompagnati dal messaggio ‘Tiroide: riflettiamoci!’, sono disponibili nelle farmacie aderenti, grazie al patrocinio e al supporto di Federfarma. In farmacia, i cittadini potranno ricevere indicazioni per compilare il questionario online disponibile sul sito www.tiroideriflettiamoci.it, dove sarà possibile trovare anche altre preziose informazioni, incluso un breve video esplicativo dei sintomi di ipo- e iper-tiroidismo a confronto e altri due test, uno per persone che hanno già ricevuto la diagnosi di un’alterazione della funzione della tiroide e uno rivolto ai medici.

Estate in sicurezza per i bambini “Ecco i 10 consigli per i genitori”

Estate in sicurezza per i bambini  “Ecco i 10 consigli utili”


di Eugenia Sermonti



Un ‘suggerimento’ che viene dal ‘Telefono Azzurro’, una onlus nata nel 1987 con lo scopo di difendere i diritti dell'infanzia. L'associazione è stata fondata a Bologna dal professor Ernesto Caffo, docente di neuropsichiatria infantile all'Università di Modena e Reggio Emilia. Obiettivo di questo ‘Decalogo’ è quello di garantire una maggiore sicurezza per il bambino e una maggiore tranquillità per i genitori, nel momento in cui si prende questa decisione:

1) Oltre l’età, valutare la maturità, il senso di responsabilità e l’autonomia del bambino, per stabilire se e per quanto tempo lasciarlo solo è una scelta da considerare

2) Definire insieme, prima di lasciarsi, quali attività e/o compagnie faranno parte dell’agenda del bambino per le sue ore ‘in autonomia’

3) Assicurarsi di poter monitorare, anche in assenza, le attività del bambino, ad esempio attivando opportuni filtri per la navigazione sui supporti tecnologici a disposizione (computer, smartphone, tablet, etc.)

4) Mostrate ai vostri figli di essere sempre disponibili ad ascoltarli e fate capire loro che non è mai troppo tardi per riferire se qualcuno o qualcosa, durante la navigazione in rete in vostra assenza, li ha turbati, o li ha messi a disagio, senza il timore di essere giudicati o puniti

5) Definire le modalità per comunicare eventuali aggiornamenti e richiedere autorizzazioni nel caso in cui ‘i piani condivisi’ cambiassero. Preferire sempre modalità di aggiornamento dirette, come le chiamate telefoniche, in modo da parlare direttamente con il bambino

6) Assicurarsi che il bambino sappia chiaramente che qualunque novità o imprevisto dovrà essere condiviso prima di prendere qualunque iniziativa (ad esempio aprire a qualcuno che dice di aver un pacco per la mamma)

7) Assicurarsi che l’accesso ai locali nei quali si troverà il bambino siano sicuri ed accessibili solo a determinate persone e con determinate modalità

8) Identificare degli adulti di riferimento che il bambino (o eventualmente il genitore stesso) potrà contattare in caso di necessità o emergenza e fornirli al bambino, possibilmente in almeno due modalità (ad esempio registrare il numero del ‘pronto-aiuto’ sul telefono ma anche su una rubrica cartacea o su un post-it sul frigo)

9) Ricordare che i bambini sono capaci di sorprenderci e che tali sorprese saranno tanto più meravigliose ed entusiasmanti, quanto più saremo in grado di rappresentare per loro un punto di riferimento, una fonte di informazioni e un supporto, anche quando emerge il bisogno di lasciarli da soli

10) Per qualsiasi dubbio, richiesta di aiuto o supporto, bambini, adolescenti e adulti possono contattare la linea gratuita di Telefono Azzurro 1.96.96, attiva 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno e la linea 114 Emergenza Infanzia, per casi di pericolo immediato.

Non aprite questo annuncio su Facebook: "Così vi clonano la carta di credito"

Occhio, a questo annuncio su Fb: "Vi clonano la carta di credito"



Lo abbiamo ricevuto in tanti. Un messaggio, anche allettante, su Facebook. Un'offerta che sta invadendo il social. Ma si tratta di un'ennesima truffa via social. La Polizia postale, tramite la pagina Facebook 'Una vita da social', ha avvertito gli utenti della presenza di annunci falsi relativi a modelli scontati di Ray Ban: "l’offerta Ray Ban promossa su Facebook sembra un’operazione di beneficenza ma nasconde una truffa". Come riconoscerla?  L'annuncio online sponsorizza occhiali Ray Ban a 19,99 euro.

L'elemento distintivo però è un altro: nel messaggio online si legge che metà dell'importo verrà devoluto in beneficenza. "Cliccando sul banner pubblicitario si attiva un virus che 'invita' la lista dei contatti a fare lo stesso", avverte la Polizia, "inoltre, non appena si effettua la transazione per acquistare gli occhiali, il numero di carta di credito viene clonato". Per rimediare all'errore bisogna subito cambiare la password Facebook e poi controllare le transazioni della carta di credito che, se si rivelano sospette, devono subito essere denunciate alla polizia.