Visualizzazioni totali

venerdì 29 luglio 2016

ORGOGLIO CRIMINALE "QUI L'ISLAM NON VINCE" I terroristi, guerra all'Isis (proprio alle porte dell'Italia)

"Qui l'Islam non vince": un esercito di terroristi dichiara guerra all'Isis, alle porte dell'Italia



Ricordate quando si diceva e scriveva che il Sud Italia è al sicuro dall'Isis perché dove c'è la Mafia è molto più difficile l'infiltrazione criminale di stampo jihadista? Forse era una leggenda metropolitana (anche se fu una dichiarazione di quel tenore da parte del figlio del boss newyorkese Gambino), forse no. Di sicuro, gli indipendentisti corsi confermano la formula: "Dove ci siamo noi, l'Isis non passerà". E stavolta la dichiarazione è ufficiale. 

"Risposta senza indugi agli islamisti" - Dopo anni di lotta contro il governo centrale francese, il Fronte di Liberazione nazionale della Corsica (Flnc) si dice pronto a riprendere in mano quelle armi da poco deposte. Tutta colpa dei due recenti sanguinosi attentati a Nizza e Normandia. "Ogni eventuale attacco dei miliziani dell'Isis - scrive in un comunicato il Flnc, secondo quanto riportato dal quotidiano locale Corse Matin - farebbe scattare una risposta determinata senza indugi". "La volontà dei salafiti è chiaramente di impiantare in casa nostra la politica dell'Isis e noi siamo pronti. La vostra filosofia medioevale non ci spaventa" "Il popolo còrso è forte di scelte politiche difficili, che non ci hanno mai fatto scivolare come voi nella barbarie… Sappiate che ogni attacco contro il nostro popolo susciterebbe da parte nostra una risposta determinata senza indugi". "È necessario - concludono i còrsi - prendere posizione manifestando a nostra volta contro l'Islam radicale segnalando le derive dei nostri giovani tentati dalla radicalizzazione".

Facci svela il vero volto dell'Islam: "Perché lo odio e non lo voglio qui"

Filippo Facci svela il vero volto dell'Islam: "Perché lo odio"


di Filippo Facci



Odio l’Islam. Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro. È dal 2001 che leggo analisi basate su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi, commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico coi film dell’esistente, vite degli altri che si limita a guardare e a sezionare da non-attore, da non-protagonista, da non vivente. Ma non ci sono più le parole, scrisse Giuliano Ferrara una quindicina d’anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi, abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie. Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam, tutti gli islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l’oro tarocco, il muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il maiale, l’ipocrisia sull’alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste parole orrende che ci hanno costretto a imparare. Odio l’Islam perché l’odio è democratico esattamente come l’amare, odio dover precisare che l'anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale. Odio l’Islam, ma gli islamici non sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io a essere il loro. 

giovedì 28 luglio 2016

Caivano (Na): Speciale Consiglio Comunale Ecco le prime indiscrezioni

Caivano (Na): Consiglio Comunale Ecco le prime indiscrezioni 




Sfida all'O.K Corral tra il Sindaco dimissionario Simone Monopoli ed i 6 consiglieri comunali dissidenti. Grida, fischi e pernacchi dagli spalti, applausi sfottò: vi proponiamo le prime indiscrezioni sull'accessissimo consiglio comunale determinante sul futuro del Sindaco Monopoli, ma soprattutto sulle sorti dei cittadini caivanesi che, dopo gli ultimi anni passati a soffrire una classe dirigente non all'altezza della situazione, si ritrova, oggi, nuovamente ad assistere ad un teatrino poco degno di una classe politica che ha sventolato ai quattro venti  l'hashtag: Tuttaunaltrastoria...

Un record. Monopoli detiene il record dell'ingovernabilità a Caivano. In meno di un anno ha cambiato una Giunta politica. E' riuscito a dichiarare un dissesto finanziario che si poteva evitare. Ha litigato con 5 consiglieri comunali della sua stessa maggioranza, Forza Italia, poi rientrati dopo una lunga trattativa politica. Si è dimesso ed ha litigato con due Liste Civiche, la Svolta e Noi Insieme con Monopoli. Incomprensioni anche con i Socialisti, da indiscrezioni passate all'opposizione. Insomma, Monopoli in meno di un anno è riuscito a litigare con tutti, con tutti i suoi alleati di maggioranza, gli rimane solo il ragazzo del Bar che consegna il caffè e l'acqua durante la seduta di consiglio e poi il quadro è completo. Ma incomprensioni a parte, le prime indiscrezioni parlano chiaro: Riccio, Perrotta, Giamante e Padricelli all'opposizione. Falco e Marzano astenuti. Ma al momento restano solo indiscrezioni, il consiglio comunale continua e, a prendere la parola è anche Annavale, rappresentante di un'associazione del Parco Verde, che nel difficile lavoro di tenere a bada le numerose mamme del Rione, prende anche la parola per specificare i disagi che attanagliano i residenti del Parco Verde.

"Non entrate in mare, l'acqua è tossica" Italia, allarme sulla spiaggia vip / Foto

"Non entrate in mare, l'acqua è tossica": Italia, allarme sulla spiaggia vip / Foto



Bruciori, irritazioni, pruriti. Non esattamente la vostra vacanza da sogno. Eppure si tratta dei sintomi che hanno già colpito dieci persone, tra cui un bagnino, sulle spiagge della Versilia dopo aver fatto il bagno in mare. Un'emergenza che ha costretto il sindaco di Massa Carrara, Alessandro Volpi, a sconsigliare la balneazione su tutto il litorale frequentatissimo da vip e vippettini.

Dietro il misfatto ci sarebbe un'alga tossica, "Ostreopsis Ovata", che procurerebbe questi fastidi, passeggeri ma davvero fastidiosi. L'Arpat (Agenzia regionale per l’ambiente) sta già effettuando dei sopralluoghi prelevando campioni all'interno di tre aree di costa, e per il momento l'indicazione del primo cittadino toscano è quella di non entrare in acqua e di non sostare troppo in spiaggia.

Questo è l'infame terrorista di Nizza Qui è in Italia, che cosa ci faceva?

Questo è l'infame killer di Nizza: in queste fotografie si trovava in Italia, ecco cosa stava facendo


di Pierangelo Maurizio




Mohamed Lahaouiej Bouhlel, il macellaio che in nome della guerra santa a Nizza ha falciato con il Tir 84 vittime tra cui molti bambini prima di essere fermato, era di casa in Italia. Non solo per le sue visite in Puglia. La scorsa estate a Ventimiglia, poco oltre il confine con la Francia e in territorio italiano, era tra gli attivisti che partecipavano ai sit in e alle proteste di «solidarietà» con i «profughi» accampati sugli scogli della riviera. Almeno in un’occasione durante le manifestazioni proseguite per mesi il terrorista franco-tunisino è stato identificato dalla polizia italiana. Questa è la clamorosa novità.

Una novità che aumenta l’allarme tra specialisti dell’antiterrorismo, forze di polizia e servizi segreti. Al momento della segnalazione Mohamed Bouhlel aveva giustificato la sua presenza in Liguria perché in contatto con una cosiddetta associazione umanitaria francese. A Ventimiglia era arrivato con un gruppetto di altri soggetti, ai quali si dovrà dare nome e cognome.

Libero ha provato a vedere se per caso Mohamed Bouhlel compaia nelle riprese di quelle proteste. Nelle foto e nei video realizzati nel sit in organizzato dai «No borders» il 4 ottobre a Ventimiglia, prima che la tendopoli fosse smantellata, tra i 300 manifestanti spicca un giovane - giubbotto rosso e camicia verdina - con tratti somatici molto simili: altezza, fronte, attaccatura dei capelli, orecchie, taglio degli occhi, barbetta. È lui? Se non è lui, è il suo clone perfetto.

Lo si vede al centro della scena, dietro l’amplificatore, spellarsi le mani per gli interventi. In uno scatto ride e confabula con un altro uomo dall’aspetto nordafricano. Una volta partito il corteo, in un filmato è visibile mentre con altri tre regge l’unico striscione in arabo. Sarà interessante capire che cosa c’era scritto, e soprattutto chi erano gli altri in sua compagnia.

Giusto per cogliere il contesto di questi sostenitori accorsi a difendere i diritti dei «sans papiers», l'audio restituisce slogan tipo: «polizia polizia ad uno vi spazzeremo via…». Anche se questo ha provocato una spaccatura interna con chi era contrario che si attaccassero le forze dell'ordine.

E ora due parole sugli organizzatori. I «No borders» sono ritenuti una galassia a metà tra anarchici e centri sociali rimasta finora impermeabile agli investigatori. Su questo movimento sono ricaduti i sospetti - solo sospetti - per le minacce di attentati contro le Poste e la compagnia aerea Mistral Air. Ma niente di più, di loro si sa poco. D’ora in poi gli inquirenti dovranno avere una conoscenza decisamente più dettagliata di ognuno di loro.

Torniamo a Mohamed Bouhlel, il carnefice di Nizza. Gli accertamenti in corso in Italia e in Francia stanno cercando di verificare se con lui a Ventimiglia ci fosse anche il tizio dalla maglia a righe e con la scritta «Fly Emirates» - dovrebbe chiamarsi Mohamed Walid G. - immortalato dai selfie dell’attentatore di Nizza all’esterno del Tir pochi giorni prima della strage. Anche lui franco-tunisino, un amicone di Bouhlel: tra di loro gli inquirenti parigini hanno contato 1.278 chiamate in un anno. Mohamed Walid G. è uno dei 5 arrestati perché ritenuti complici di Bouhlel. Pare però, secondo alcune indiscrezioni finite sui giornali francesi, che lo abbiano già rilasciato.

Più inquietante la figura dell’altro giovane con la maglietta a righe ritratto nel Tir della morte. Dovrebbe essere lui quel tale Choukry Chafroud, 37 anni, detto anche il tunisino «pugliese» perché nel 2015 ha vissuto per alcuni mesi a Gravina di Puglia lavorando in una masseria. Sarebbe stato lui a far visitare la Puglia a Mohamed Bouhlel. Dopo la mattanza del 14 luglio secondo i francesi si sarebbe rifugiato in Italia da conoscenti (o fiancheggiatori del terrore jihadista). Ma in Italia ne abbiamo perso le tracce. E la cosa non piace per niente. Di certo nessuno dei «No borders» o degli altri attivisti pro-profughi che a Ventimiglia hanno avuto al loro fianco Mohamed Bouhlel, né il giorno dopo la promenade disseminata di cadaveri buttati giù come birilli né due settimane dopo, è corso alla polizia. A fornire qualche indicazione che potrebbe rivelarsi utile o anche solo per dire: «Non ce lo saremmo mai immaginato…».

Caivano (Na): Monopoli come Marino? Maggioranza in frantumi in meno di un anno

Caivano (Na): Monopoli si dimette e sfida la Lista Civica La Svolta, la Lista Noi Insieme con Monopoli e parte dei Socialisti


di Gaetano Daniele



A mandare su tutte le furie il Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, sono stati 6 consiglieri comunali della sua stessa maggioranza: Lista Civica La Svolta, parte dei socialisti e i due consiglieri comunali della Lista Civica Noi Insieme con Monopoli, rappresentati da Falco e Marzano. 6 consiglieri. Proprio come ad inizio mandato, (dopo circa due mesi), come quando 5 consiglieri comunali di Forza Italia, Mellone, Ponticelli, Buonfiglio, Fusco etc etc. chiesero al neo Sindaco Monopoli più trasparenza nelle scelte. Più trasparenza. Nessun appartamento, nessun posto di lavoro, no. Solo più democrazia nelle scelte politiche. Insomma, democrazia, una parola che basta pronunciarla per mandare in Tilt l'ex Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, da indurlo, appunto, oggi, a dimettersi. Sembra quasi un dispetto, come fanno a volte i bambini quando non vincono. Braccio di ferro, oppure dimissioni irrevocabili? Se la storia ci insegna qualcosa, l'ex Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, ha 20 giorni di tempo per ripensarci. In sintesi ha 20 giorni di tempo per trattare. C'è chi scommette che sono dimissioni farsa, chi invece che sono dimissioni farsa, insomma, come la giriamo giriamo, queste di Monopoli sembrano proprio dimissioni dispetto. 

Se l'ex Sindaco Monopoli dovesse ritirare le sue dimissioni la verifica invocata si sposterebbe in aula di consiglio, costringendo, forse, i 6 consiglieri comunali dissidenti a sfiduciarlo con il supporto delle opposizioni, anche se questa ipotesi sembra impossibile, visto che le dimissioni appaiono dimissioni farsa. 

Monopoli "Over The Top" ai danni dei cittadini, ai danni di inesperti consiglieri comunali. Consiglieri giovani, alle prime armi. Proprio come i 6 consiglieri comunali del suo stesso partito, Forza Italia. Alla fine la spuntò lo stesso Monopoli, nominando in toto 5 assessori, tutti secondo il suo metro di valutazione. Ieri i 6 consiglieri di Forza Italia, poi ritornati in pompa magna, oggi, invece, sbatte fuori l'Avv. Luigi Padricelli, Perrotta, Riccio, Falco, Marzano e Alibrico Giamante, solo perchè avevano chiesto maggiore visibilità nelle scelte democratiche, nelle scelte o sulla rotazione dei responsabili di settore del Comune di Caivano, e, come ciliegina sulla torta, l'ultima proposta delle opposizioni, portata avanti anche dai 6 consiglieri comunali di maggioranza, Marzano, Falco, Giamante, Riccio e Padricelli, cioè di ridursi gli emolumenti del 50%. E' bastato questo ad innescare il solito gioco, soprattutto da parte della Stampa amica, pronta a puntare dritto contro chi ha osato pensarla diversamente dal primo cittadino, o quasi. 

E, fanno molto riflettere le parole del Leader del Partito Democratico, nonchè assessore ai lavori pubblici di Afragola, Luigi Sirico, che difronte a questo teatrino, nota: "E’ successo quello che era prevedibile. Una maggioranza raccolta intorno ad un unico obiettivo: vincere le elezioni a tutti i costi, per soddisfare l’insopprimibile desiderio  del candidato sindaco. Senza un programma, senza una idea di sviluppo e di progresso per il paese. Una baraonda di candidati e di liste, buoni per le campagne elettorali ma non per governare un paese difficile come Caivano. Ed eccoci qui. A distanza di meno di un anno dalle elezioni, il sindaco si è dimesso e la maggioranza va in pezzi. Purtroppo non era difficile prevedere tutto questo". 

Ma aldilà di tutto, vanno spiegate e chiarite molte cose, soprattutto come una ditta di raccolta rifiuti come la Buttol, una ditta sanzionata dallo stesso Sindaco Monopoli, riesce poi a vincere una gara Europea di svariati milioni di euro. Nel prossimo articolo, cercheremo di spiegare alcuni passaggi fondamentali affinchè il lettore possa farsi un'idea. Insomma, che dire, Monopoli come Ignazio Marino? 

Ecco le 10 auto più rubate: tutti i modelli Appena comprata? Possono fregarla così

Hai questa auto? Fai attenzione ai ladri, ogni ora ne rubano 13




Se pensate che le automobili più recenti e tecnologicamente più sofisticate siano più sicure delle più attempate, vi sbagliate di grosso. Almeno stando ai dati dell'ultimo rapporto dell'Associazione sostenitori amici della polizia stradale che ha stilato la classifica delle auto più rubate a Roma nel 2015 e i tempi impiegati dai ladri per mettere a segno il furto.

Circa vent'anni fa, i ladri di auto impiegavano circa dieci minuti per aprire lo sportello e fuggire con il bottino. Oggi in media il tempo per un furto si aggira sui 14 secondi. Merito, secondo l'Asaps, della prevalenza di elettronica rispetto alla meccanica nei sistemi di antifurto, dettaglio che li rende più vulnerabili anche grazie all'evoluzione delle tecnologie che gli stessi ladri utilizzano.

Tra i modelli più facili da rubare svetta in classifica la Fiat Panda, sottratta ai legittimi proprietari nella Capitale in 11.598 casi. Per quanto bersagliata però, la Panda non sembra essere un ottimo bottino per i ladri, visto che nel 56% dei casi i proprietari sono riusciti a tornare in possesso del proprio veicolo. Segue nella graduatoria la Fiat Punto con 8.742 auto rubate, la Fiat Cinquecento, la Lancia Ypsilon e al quinto la Fiat Uno.

La classifica

1. Fiat Panda 11.598 (12%)
2. Fiat Punto 8.742 (9%)
3. Fiat 500 6.669 (7%)
4. Lancia Ypsilon 4.089 (4%)
5. Fiat Uno 3.476 (3%)
6. Ford Fiesta 3.205 (3%)
7. Volkswagen Golf 2.919 (3%)
8. Smart ForTwo 2.077 (2%)
9. Renault Clio 1.755 (2%)
10. Opel Astra 1.448 (1%)