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lunedì 27 giugno 2016

Apre al Policlinico ‘A. Gemelli’ il primo Centro per il linfedema

Apre al Policlinico ‘A. Gemelli’ il primo centro per il linfedema


di Eugenia Sermonti



Apre presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma un centro unico in Italia per la cura del linfedema, una malattia sempre più diffusa che colpisce i vasi linfatici degli arti ed è caratterizzata da gonfiore. Diretto dalla professoressa Marzia Salgarello, direttore UOC Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e responsabile del Centro per il Trattamento Chirurgico del Linfedema del Gemelli, si tratta della prima struttura dedicata al trattamento dell’invalidante patologia con un approccio microchirurgico di ultimissima generazione, caratterizzato da metodiche cosiddette ‘fisiologiche’, ovvero che agiscono nel pieno rispetto di anatomia e fisiologia del sistema linfatico. Il Centro è stato concepito con l’obiettivo di rivolgersi all’enorme numero di pazienti affetti da questa condizione (sono 40 mila l’anno i nuovi casi di linfedema, gli stessi numeri del cancro della mammella) che fino a oggi sono rimasti, di fatto, ‘orfani di cura’. L’inaugurazione si è svolta alla presenza dell’ingegner Enrico Zampedri, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e del professor Rocco Bellantone, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, insieme con il professor Giovanni Scambia, direttore del 'Polo per la Tutela della Salute della Donna e del Bambino' al cui interno il Centro per il Linfedema è collocato. Nella giornata inaugurale si è tenuta anche la lectio ‘La supermicrochirurgia nel trattamento del Linfedema’ del professor Isao Koshima dell’Università di Tokyo, tra i massimi esperti mondiali sulla patologia del sistema linfatico. “Il Centro - spiega la professoressa Salgarello - completa la carta dei servizi del Policlinico Universitario A. Gemelli in campo oncologico offrendo risposte anche finalizzate al miglioramento della qualità della vita dei pazienti colpiti da tumore che troppo spesso vivono il paradosso terapeutico secondo cui guariscono dal cancro, ma al costo di dovere affrontare una patologia benigna, ma cronica e invalidante, qual è il linfedema”.

La malattia - Il linfedema periferico è una patologia cronica, progressiva, debilitante causata dall’accumulo patologico di liquido (linfa) nei tessuti (linfostasi) degli arti superiori o inferiori. Le principali forme di linfedema che si osservano sono: ‘primarie’, dovute a malformazioni dei vasi del sistema linfatico, e ‘secondarie’, dovute a eventi avversi esterni che alterano la normale funzione del sistema linfatico. La chirurgia oncologica è tra la cause più frequenti di linfedemi secondari. In Italia si registrano circa 40 mila nuovi casi all’anno di linfedema, tra forme primarie e secondarie. Tra il 5 e il 41% delle donne con tumore della mammella, dal 2,4 al 41% delle donne con tumore della cervice, dell’utero e delle ovaie, e tra il 25 e il 67% delle donne con tumore della vulva sviluppano linfedema dopo trattamenti oncologici. Un impatto notevole di questa patologia si osserva anche dopo trattamenti oncologici per tumori prostatici, melanomi e sarcomi. Il linfedema riduce la funzionalità dell’arto interessato; può associarsi a dolore, a infezioni ricorrenti e alterazioni cutanee; può rendere molto difficile la vita sociale e di relazione, impattando sulla qualità di vita; raramente può evolvere in una patologia maligna, il linfoangiosarcoma. Il linfedema normalmente si osserva a distanza di 1-4 anni dopo la chirurgia oncologica. Spesso sottovalutati, i pazienti arrivano a diagnosi di linfedema quando il ‘gonfiore’ è stabile e persistente, e quindi in uno stadio clinico intermedio o avanzato.

A chi si rivolge il nuovo Centro - Tutti i pazienti affetti da linfedema sia primario che secondario possono far riferimento a questo centro per conoscere le possibilità e le diverse opzioni terapeutiche. Per i pazienti con fattori di rischio per linfedema si consiglia di effettuare una visita di controllo ambulatoriale entro l’anno dalla conclusione delle terapie oncologiche, indipendentemente dai sintomi. In questo modo diviene possibile effettuare la diagnosi precoce di linfedema, anche grazie all’ausilio di una metodica diagnostica di ultimissima generazione, minimamente invasiva e ambulatoriale quale 'la linfografia a fluorescenza con verde di indocianina'. La diagnosi precoce della malattia è importante perché consente di evitare la progressione del linfedema. Inoltre, le possibilità di successo della microchirurgia aumentano quanto più precoce è lo stadio della malattia.

Le cure - Fino a oggi il linfedema è stata considerata una malattia trattabile solo da un punto di vista sintomatico, utilizzando la terapia fisica combinata. Questa prevede un impegno a vita da parte del paziente il quale, oltre alla fisioterapia decongestionante, deve indossare a vita indumenti elasto-compressivi e attenersi scrupolosamente e quotidianamente ad alcune ‘regole’ per evitare la progressione della malattia e le possibili infezioni (‘skin care’ quotidiano, attenzione agli sforzi di ogni tipo, utilizzo di repellenti soprattutto in estate per limitare al massimo le punture di insetto, attenzione anche a piccoli traumatismi, cautela nell’esposizione solare diretta. Tutte queste attenzioni servono a evitare di incorrere in una linfangite, malattia intercorrente che farebbe aggravare il linfedema e comporterebbe  un peggioramento ulteriore).. Presso il nuovo centro del Policlinico il linfedema si può curare grazie a due metodiche microchirurgiche fisiologiche:

Le anastomosi linfatico-venose (LVA) con tecnica supermicrochirurgica - L’intervento consiste nel deviare (bypassare) i collettori linfatici a delle piccole venule sotto pelle di dimensioni di circa 0.2-0.5 millimetri allo scopo di 'scaricare' i vasi linfatici che risultano ostruiti. L’intervento si effettua con l’utilizzo del microscopio intraoperatorio e con tecniche di supermicrochirurgia. L’intervento chirurgico si effettua attraverso delle incisioni di circa 2-3 cm, ed è quindi poco invasivo.

Trapianto autologo di linfonodi/tessuto linfatico - L’intervento consiste nel prelevare in modo selettivo del tessuto linfatico/ linfonodi con i loro vasi trofici, da una zona del corpo (ad esempio inguine, collo, ascella) per trasferirli a livello dell’arto che è interessato dal linfedema, ricollegando i vasi dei linfonodi a dei piccoli vasi locali con l’utilizzo del microscopio. L’obiettivo dell’intervento è riportare dei linfonodi/tessuto linfatico nell’arto malato per migliorare il drenaggio linfatico.

La zona di prelievo dei linfonodi viene studiata preoperatoriamente anche utilizzando la metodica del 'reverse mapping', che permette di selezionare in modo specifico linfonodi che non andranno a disturbare il normale drenaggio linfatico della zona di prelievo. Con la terapia microchirurgica il 91,2% dei pazienti ha riportato miglioramenti soggettivi, con riduzione della circonferenza dell’arto affetto fino al 70%, fino al 78% dei casi ha interrotto l’utilizzo di indumenti elasto-compressivi, e fino al 100% dei casi non hanno più riportato episodi di infezione. Il centro del trattamento chirurgico del linfedema - spiega la professoressa Marzia Salgarello - offre un team di esperti che si prende cura del paziente in un sistema integrato, in cui i fisioterapisti collaborano con i chirurghi nel trattamento e nella preparazione del paziente alla chirurgia, e poi lo seguono nella fase successiva. La nuova terapia chirurgica del linfedema vuole proporsi come il momento più incisivo nella cura della malattia, con l’obiettivo di migliorare i sintomi della malattia stessa (le dimensioni dell’arto, il numero o la frequenza delle infezioni) e quelli soggettivi che si riflettono sull’immagine di sé, sulle attività quotidiane e sulla vita sociale, con rilevanti ripercussioni sulla qualità della vita. “È questo un progetto avveniristico - conclude la professoressa Salgarello - che ha come primo momento la divulgazione a tutti i pazienti di queste nuove possibilità terapeutiche: fare arrivare a loro, i pazienti, la conoscenza di questa novità di cura è il nostro primo passo, che getta le basi per la cura di domani”. 

Rivolgendosi al CUP (SSN - 0688805560) o all’ALPI (800-262272) si può prenotare una visita ambulatoriale di Chirurgia Plastica per ottenere una prima valutazione

Vespa accerchiato, è la fine di un'era: "La prendo a schiaffi?", lo denunciano

Vespa accerchiato, fine di un'era: "La prendo a schiaffi?", querela in arrivo



Un accerchiamento senza precedenti per Bruno Vespa. Dopo la rissa a Porta a porta con Renato Brunetta, il capogruppo di Forza Italia alla Camera non molla il colpo, anzi. Il problema è stata la presenza di Davide Serra, finanziere e finanziatore di Matteo Renzi, nella puntata in cui si parlava di Brexit: "Quando l'ho fatto rilevare io la reazione di Vespa è stata surreale, ha avuto il coraggio di dirmi Lei stia al suo posto - ha ricostruito l'accaduto sul Tempo -. Se l'è presa come se non fosse tenuto a spiegare nulla a nessuno, lui è un conduttore, non il padrone della trasmissione. E io ho ricevuto la solidarietà dall'Italia intera, compresi alcuni consiglieri di amministrazione Rai. La rete si è scatenata contro di lui. Per Vespa, in ogni caso bravissimo giornalista, è finita un'epoca".

Querela a 5 Stelle - Anche i grillini sono fuori dalla grazia. Poco prima dello scontro con Brunetta, infatti, Vespa aveva zittito la senatrice 5 Stelle Barbara Lezzi, colpevole di aver rimproverato un altro ospite in studio, Mario Orfeo. Il direttore del Tg1, visibilmente contrariato, aveva richiamato Vespa chiedendogli di fare qualcosa e il conduttore Rai, visibilmente in difficoltà, gli si era avvicinato sussurrando "La devo prendere a schiaffi?". Roberto Fico, presidente commissione Vigilanza Rai e membro del direttorio M5S, chiede adesso "provvedimenti seri ed immediati nei confronti di Vespa" e di Orfeo. "Lunedì presenterò un'interrogazione a Rai e Agcom - annuncia l'esponente grillino -. Valuteremo se è possibile una querela nei confronti di Vespa". 

Bufera contro Renzi e Campo Dall'Orto La protesta Rai che terrorizza il premier

Terremoto contro Renzi e Campo Dall'Orto La protesta in Rai che terrorizza il premier



I giornalisti della Rai contro Matteo Renzi e il dg di Viale Mazzini Antonio Campo Dall'Orto. In una nota si legge: "Nelle edizioni principali di ora di pranzo e della sera di domani lunedì 27 giugno le giornaliste e i giornalisti della Rai ritireranno le firme come forma di protesta nei confronti delle recenti decisioni dell'azienda, sui tagli all'informazione e sul ricorso agli esterni. Una protesta per dire ai cittadini che tutto ciò avviene non in nostro nome"

Voto in Spagna, effetto-Brexit: è il caos Vince Rajoy...ma non vince nessuno

Effetto Brexit in Spagna. Vince Rajoy ma non vince nessuno



A sei mesi dal voto che mise in stallo la politica, la Spagna è tornata alle urne senza riuscire a disegnare una maggioranza netta: il Partito popolare si conferma primo ma senza maggioranza assoluta, pur se rafforzato da 14 deputati in più, davanti ai socialisti di Psoe, Podemos e Ciudadanos. La prevista marea dei partiti anti-sistema non c'è stata, forse per effetto Brexit. Gli exit poll, infatti, avevano illuso il partito viola di Pablo Iglesias di poter superare i socialisti ma così non è stato.

Podemos, alleato con Izquierda Unida, si ferma a 71 seggi, lo stesso risultato delle elezioni del 20 dicembre scorso. Il Pp di Rajoy avanza ma non a sufficienza: guadagna 14 deputati, a quota 138 su 350, con il 33% dei voti. A farne le spese è il partito moderato anti-establishment Ciudadanos, che scende da 40 a 32 seggi e al 12,9%. I socialisti si fermano al 22,8%, in leggera flessione a 85 deputati contro i 90 che avevano. Finora il leader socialista Pedro Sanchez ha escluso di allearsi con i popolari, ma potrebbe essere l’unico scenario possibile anche perchè Psoe e Podemos non arrivano insieme alla maggioranza assoluta e servirebbe comunque il sostegno degli indipententisti, come i nazionalisti baschi del Pnv (5 seggi) o quelli catalani di Cdc e Erc (17 deputati).

Sanchez è dunque di fronte a un dilemma: alleandosi con i popolari il Psoe rischia di venirne schiacciato e di fare la fine del Pasok in Grecia, scomparso dalla scena politica. Ma con la formazione di Pablo Iglesias c'è l'incompatibilità sulla Catalogna, visto che il Psoe respinge il referendum sull’indipendenza che trova disponibile Podemos. Di certo, non sarà facile superare l'impasse nella quarta economia della zona euro per superare lo stallo emerso già dopo il voto del 20 dicembre. Erano quattro i candidati a premier, leader dei rispettivi partiti: il premier uscente Mariano Rajoy, alla guida del Partito Popolare, eletto nel 2011; il segretario del Partito Socialista (Psoe) Pedro Sanchez; Pablo Iglesias, leader di Podemos che per queste elezioni ha stipulato un'alleanza con il partito di estrema sinistra Izquierda Unida, denominata Unidos Podemos; Albert Rivera Diaz, leader del partito centrista e anti-sistema Ciudadanos

domenica 26 giugno 2016

Napoli, la scrittrice-avvocata Adriana Dell’Amico presenta il libro “Nessuno è nato libero”

Napoli, la scrittrice-avvocata Adriana Dell’Amico presenta il libro “Nessuno è nato libero”



di  Antonio Parrella




NAPOLI. Prosegue il tour in Campania ed in tutt’Italia della scrittrice e avvocata Adriana Dell’Amico per la presentazione del suo libro dal titolo “Nessuno è nato libero”. Grande successo per questa interessantissima pubblicazione della scrittrice casertana e copie praticamente esaurite, tanto da dover richiedere subito la ristampa del libro. Oggi, domenica 26 giugno, l’autrice farà tappa a Napoli, presso la chiesa di San Gennaro all’Olmo (ore 18,30), in via San Biagio dei Librai. Al forum culturale, oltre all’autrice, interverrà tra gli altri anche Ernesto Di Mattia (responsabile settore cultura Comune di Lusciano). Interventi musicali e letture saranno curati dal cantante, musicista e attore Gianni Aversano. 

Adriana Dell'Amico
Avvocato-Scrittrice 
Dunque un appuntamento da non perdere per gli appassionati della lettura. L’avvocata casertana Dell’Amico, dopo i tantissimi consensi di pubblico e di critica delle precedenti presentazioni,  traccerà le linee del suo bellissimo testo, nel quale viene messo in primo piano “l’amore”. “Cos’è l’amore”. A questo interrogativo, che lascia spazio alle variegate risposte del lettore, la Dell’Amico darà la su personale interpretazione. “Prendete il vostro cuore - sottolinea la scrittrice - e custoditelocon un sogno prezioso. Non concedetelo a chiunque. Mai. Ma soltanto a colui che, a sua volta, ha un cuore simile al vostro”. Un pensiero sublime, questo, che contribuisce a rendere questo volume un’opera davvero straordinaria. Un libro da tenere sul proprio comodino. Un libro appassionante, coinvolgente. La Dell’Amico si rifà alla vita di un sacerdote. Don Nicola. Una vita quotidiana che farà riflettere profondamente il protagonista, fino a fargli ritenere che l’amore è degli angeli e noi uomini possiamo soltanto imitare quell’ombra platonica dell’amore divino, proiettato sul fondo della caverna in cui siamo  rinchiusi. Insomma un libro assolutamente da leggere. Tutto di un fiato.  

Meredith è morta, Rudy Guede è libero Il regalo dei giudici al condannato

Omicidio di Meredith, Rudy Guede libero. Regalo dei giudici: cosa hanno deciso



Trentasei ore di permesso premio per Rudy Guede, da oggi sabato dal 25 a domani domenica 26 giugno. Lo ha comunicato l'ufficio stampa del ragazzo, 29 anni, ivoriano, detenuto nel carcere di Viterbo, condannato in via definitiva a 16 anni per concorso nell'omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 1 novembre 2007.

Rudy Guede trascorrerà le ore di permesso premio a Viterbo, in una struttura del Gavac, associazione di assistenti, volontari e animatori carcerari, seguito dal gruppo di lavoro creato dal Centro per gli Studi Criminologici a sostegno dell'innocenza di Guede. Finora Guede non ha mai usufruito di alcun permesso, ottenuto in tal caso alla prima richiesta e dopo aver scontato la metà della pena. Il giovane, che si dichiara innocente rispetto ai reati per cui è stato condannato in via definitiva, ha appena finito gli esami universitari e si laurerà molto probabilmente in luglio con una tesi sui mass media alla facoltà di Storia di Roma Tre.

Il permesso premio che è stato concesso a Guede, gli era stato revocato esattamente un mese fa per una questione burocratica legata alla fornitura dei suoi pasti. "Permesso premio - spiega Guede tramite il suo ufficio stampa - significa concepire finalmente uno spazio nuovo. Vedere altri al di fuori delle persone che vedi sempre. Permesso premio significa rientrare a contatto per un attimo con la spontaneità del mondo".

Stretta su ferie e malattia, ancora guai per gli statali

Stretta su ferie e malattia, ancora guai per gli statali



Tempi duri per i dipendenti della pubblica amministrazione. Dopo gli stipendi bloccati da anni e la pensione posticipata, è in arrivo un’altra batosta: ferie e permessi per malattia per gli statali funzionano solo a giornata e non ad ore. Non è quindi possibile utilizzarle come permessi per uscire prima o entrare dopo al lavoro. A fare il punto sulla questione è l'Aran, l'Agenzia che si occupa di pubblico impiego e che rappresenta il Governo nei tavoli con i sindacati. Nei mesi scorsi si era parlato della possibilità di spacchettare la “malattia” in ore, in modo da consentire le visite specialiste. Alla fine però non se ne è più fatto nulla: l’assenza deve durare tutto la giornata lavorativa è stata la decisione definitiva.

Anche per quanto riguarda le ferie, non ci sono buone notizie: l'amministrazione, se ne ha necessità, chiarisce l’Aran, può richiamare al lavoro il dipendente in villeggiatura, anche se deve rimborsargli il viaggio. Per sciogliere i dubbi ricorrenti tra i dipendenti pubblici, l’Aran ha confezionato una sorta di report dove, settore per settore, dai ministeriali agli insegnanti, indica tetti e vicoli in fatto di assenze.

L’argomento è sensibile. Il Governo è al lavoro per imprimere una stretta e cercare di rendere più difficile ai “furbetti” di fregare il sistema, come i furbetti del cartellino, i finti malati e l’utilizzo di altre scappatoie illecite. A farne le spese, però, rischiano di essere tutti i dipendenti statali, anche quelli onesti.