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lunedì 13 giugno 2016

Giada, l'italiana che andrà a Miss Mondo

Miss Italia Mondo 2016: la bellezza è la calabrese Giada Tropea



Calabrese, 17 anni, 175 centimetri di altezza, occhi e capelli castani. È Giada Tropea la bellezza mediterranea che rappresenterà l'Italia a Miss World, il più antico e prestigioso concorso di bellezza del pianeta. Originaria di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, Giada Tropea, è stata eletta a Gallipoli sul palco del Teatro Italia. La serata è stata condotta da Paolo Ruffini, affiancato dalla bellissima Claudia Russo, Miss Mondo Italia 2008. “Dedico questa vittoria alla mia famiglia, che mi è sempre stata vicina, che ha sempre creduto in me e che mi ha supportata ovunque e comunque”, sono state le prime parole pronunciate dalla nuova Miss Mondo Italia 2016, che ha ereditato la fascia da Greta Galassi. Dopo le passerelle, Giada ha altri piani per il suo futuro: “Ora studio al liceo scientifico. Poi vorrei fare la facoltà di Medicina, specializzandomi in Neurologia: il cervello e il suo funzionamento mi hanno sempre affascinato”.

Socci, il sospetto su Cav e Ratzinger Sono vittime dello stesso complotto

Socci, il sospetto terrificante: complotto contro Cav e Ratzinger


di Antonio Socci



Robert Spaemann e Josef Seifert, due filosofi cattolici, amici e collaboratori di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, demoliscono l'Amoris laetitia (e il pensiero) di Bergoglio. Il cardinale Mueller definisce «eretica» l'affermazione di «uno dei più stretti consiglieri» di Bergoglio. Mentre il catto-conservatore americano George Weigel, che sta con Bergoglio, se la prende con Benedetto XVI perché è ancora «papa emerito», mentre - secondo lui - doveva tornare semplicemente vescovo.

Sono fatti di questi giorni. Nella Chiesa è in corso un terremoto. Ma per capirlo bisogna partire dagli antefatti. Non era mai accaduto, in 2000 anni, che un papa iniziasse il suo pontificato dicendo: «Pregate per me perché io non fugga per paura davanti ai lupi».

Per un curioso caso proprio quel papa, senza alcun grosso motivo dichiarato, poi «rinuncia» al ministero (il diritto canonico lo ammette, ma per gravissimi motivi).

Tuttavia decide - primo nella storia - di essere «papa emerito», dicendo nel suo ultimo discorso: «La mia decisione di rinunciare all' esercizio attivo del ministero, non revoca questo».

Fu vera rinuncia? Nel febbraio del 2014 pubblicai su Libero un' inchiesta su questa domanda e sulle cause di quella vicenda misteriosa, anche perché era evidente che Ratzinger non aveva problemi di salute.

Un vaticanista andò a disturbarlo. E alla domanda sul perché era rimasto papa emerito (invece di tornare vescovo), si sentì rispondere: «Il mantenimento dell' abito bianco e del nome Benedetto è una cosa semplicemente pratica. Nel momento della rinuncia non c' erano a disposizione altri vestiti».

La veste misteriosa - Una raffinata e ironica elusione della domanda: come si poteva credere che, invece di tornare vescovo (come di prassi), Benedetto fosse rimasto papa per motivi sartoriali? In tutto il Vaticano non c' era una tonaca nera? Una tale risposta faceva capire che, in quel momento, il papa non poteva ancora parlare e c' era un mistero. Solo ora, dopo tre anni, i veli finalmente si stanno squarciando.

Il 21 maggio scorso infatti mons. Georg Gaenswein, segretario di Ratzinger, ha tenuto un' esplosiva conferenza dove ha ribaltato la «tesi sartoriale», rivelando che dal 2013 c' è un «ministero (petrino) allargato. Per questo Benedetto XVI non ha rinunciato né al suo nome, né alla talare bianca. Per questo l' appellativo corretto con il quale rivolgerglisi ancora oggi è "Santità". Egli non ha abbandonato l' ufficio di Pietro, egli ha invece rinnovato quest' ufficio». Inoltre siamo in «una sorta di stato d' eccezione» e quello di Benedetto è un «pontificato d' eccezione». Il fulmine di quel giorno su San Pietro? «Di rado il cosmo ha accompagnato in modo più drammatico una svolta storica». Gaenswein ha pure spiegato che Benedetto non si è dimesso per la vicenda Vatileaks: «Quello scandalo era troppo piccolo per una cosa del genere e tanto piú grande il ben ponderato passo di millenaria portata storica che Benedetto XVI ha compiuto». Dunque tutt' altro che un banale andare in pensione con la veste bianca perché era nell' armadio. Oggi si scopre che si tratta di un «passo di millenaria portata storica» in cui Benedetto «non ha affatto abbandonato questo ministero».

Il terremoto in corso nella Chiesa ruota attorno a questi eventi. Ma va letto all' interno di un complicato scontro geopolitico e ideologico planetario.

In esso c'è anche la chiave per capire i fatti politici degli ultimi anni: l' egemonia tedesca della Ue che ha terremotato la nostra economia; la defenestrazione di Berlusconi del 2011 e l' arrivo di Monti e Renzi; la criminalizzazione e l' isolamento di Putin; il tumulto per la Brexit (forse pure il crollo del prezzo del petrolio).

L'alleanza proibita - I contorni di questa guerra non convenzionale emergono ora grazie al tramonto di Obama, all' irrompere dei cosiddetti «populismi» che in Europa sono nati per reazione alla Ue tecnocratica (tedesca) e grazie al terremoto rappresentato dal successo di Trump, un corpo estraneo per la Casta americana, fatta di Democratici, di Wall Street e (alcuni) Repubblicani.

In sintesi l' obiettivo strategico della Casta americana - rappresentata da Obama e dalla Clinton - è impedire che si saldi la storica alleanza fra Europa e Russia che farebbe la fortuna di entrambe: la prima ha un' enorme potenza tecnologica e industriale, la seconda è un immenso scrigno di risorse naturali. Una tale alleanza euro-asiatica, di 800 milioni di persone unite da una storia che affonda le sue radici nel cristianesimo (fortemente riscoperto nella Russia di Putin), diventerebbe inevitabilmente interlocutrice della Cina (il più grande mercato del pianeta) e produrrebbe di fatto un mondo multipolare.

Gli Usa hanno cercato di far saltare questa prospettiva anzitutto destabilizzando alcuni paesi ex sovietici, in particolare l' Ucraina, sostenendo lì regimi antirussi. Poi costringendo l' Europa a imporre sanzioni economiche alla Russia per isolare Putin (sanzioni che all' Italia costano tantissimo). Infine cercando addirittura di allargare la Nato fino ai Paesi baltici, con strategie aggressive e provocatorie (come le esercitazioni militari Anaconda 2016 di questi giorni). Lo scopo è creare un corridoio che dall' Europa occidentale arriva fino all' Asia (l' Ucraina è fondamentale).

Questa strategia americana presuppone però un' Europa unificata sotto la Germania, come tecnocrazia, e sotto un' ideologia «liberal» (ovvero laicista), per isolare Putin. Per conseguire tale obiettivo dovevano essere spazzati via i soggetti estranei a questo progetto. Per esempio - in Italia - quel Berlusconi che prendeva le distanze dalla tecnocrazia Ue e propagandava l' amicizia e l' alleanza con Putin. Silurato.

Ieri il «populista» Nigel Farage ha fatto la «vera storia d' Europa» di questi anni in una mirabolante intervista al Corriere della Sera dove spiega come siamo diventati «una colonia tedesca». Ma uno degli intoppi per questo progetto era rappresentato anche dalla Chiesa di Benedetto XVI. Paradossalmente il papa tedesco era un ostacolo per una Ue a guida tedesca, sotto l' egemonia «liberal» obamiana.

Fu prospettato a Benedetto XVI di accettare una «riunificazione ecumenica» con i protestanti del Nord Europa e del Nord America per dar vita a una sorta di «religione comune dell' Occidente». Per la Chiesa Cattolica significava sciogliersi nel minestrone del pensiero unico «politically correct». 

Diventando un irrilevante museo folk in un' Europa «multiculturale». A questa «dittatura del relativismo» Benedetto XVI disse no. Rispose: finché ci sono io non accadrà. Il «caso» volle che dopo un po' sentì venir meno il vigore e fu costretto a rinunciare all'«esercizio attivo» del ministero petrino (rinuncia a metà?).

Dentro la Chiesa - ha spiegato Gaenswein - era in corso un «drammatico scontro» fra la fazione progressista e quanti seguivano Ratzinger nella sua lotta contro «la dittatura del relativismo». I progressisti persero al Conclave del 2005, ma, dopo la rinuncia, vinsero nel 2013.

Religione imperiale - Ora papa Bergoglio ha fatto sua l' Agenda Obama. Il 18 maggio, a Washington, al Catholic-Evangelical Leadership Summit, Obama ha affermato che le chiese devono lasciar perdere i «temi divisivi» come aborto e matrimoni gay e dedicarsi al problema della povertà. L' Impero vuole una Chiesa «assistente sociale» che consola i perdenti nell' ospedale da campo dei poteri forti, ma non disturba i manovratori.

La candidata Hillary Clinton un anno fa, a un convegno di femministe abortiste, ha addirittura affermato: «I codici culturali profondamente radicati, le credenze religiose e i pregiudizi strutturali devono essere modificati».

Le chiese dunque devono arrendersi al laicismo «liberal» dell' Impero. Di fatto Bergoglio ha abbandonato i «principi non negoziabili». E ora lui, da sempre in ottimi rapporti con i protestanti americani, si prepara al viaggio del 31 ottobre in Svezia per celebrare Lutero e «ricucire» a 500 anni esatti dallo scisma. Prove di nuova religione imperiale?

Occhio, arriva la bomba di caldo africano Massime fino a 42 gradi: dove e quando

Meteo, arriva la bomba di caldo: fino a 42 gradi in Sicilia



Estate sì, estate no. Poche volte l'arrivo della bella stagione è stato incerto come quest'anno. E non solo in Italia, visto che nelle scorse settimane il maltempo ha investito ripetutamente diverse zone d'Europa. Ora, però, l'estate sembra irrompere a tutta a birra, almeno nella parte centro-meridionale della nostra Penisola. A partire dalla giornata di mercoledì, infatti, l'anticiclone africano risalirà prepotentemente lo Stivale, interessando Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Abruzzo e Molise in modo particolare. Così, mentre al Nord ancora la settimana che si è appena aperta proseguirà all'insegna dell'instabilità, nel meridione le temperature cresceranno esponenzialmente: Già nella giornata di mercoledì si registreranno massime comprese tra i 30 e i 34 gradi e nei giorni successivi si toccheranno picchi di 35-38 gradi. Ma il culmine di questa prima vera ondata di caldo africano lo si toccherà nel fine settimana nelle zone interne della Sicilia, dove si registreranno fino a 40-42 gradi di massima. Temperature in lieve rialzo anche al Nord, con massime tra i 25 e i 27 gradi ma con un tempo comunque ancora all'insegna della instabilità.

L'everydance di Sant'Arpino conquista il Teatro Olimpico di Roma

L'everydance di Sant'Arpino conquista il Teatro Olimpico


di Mario Setola



The Everydance centro studi danza di Sant'Arpino diretto da Antonietta Schmitz Genovese e Cristina Monticelli colleziona ancora successi. Gli allievi del centro hanno partecipato al festival ballet-ex concorso nazionale dedicato all'interpretazione classificandosi 2 nella categoria modern seniores con una coreografia originale di Cristina Monticelli. L’evento si è tenuto l’altro giorno presso il teatro olimpico di Roma. I complimenti anche degli esperti capitolini alle ragazze Carolina Dell'aversana, Federica Cuzzaniti, Mattia Capasso, Assunta Silvestre, Alessia Silvestro, Alessia Compagnone, Vincenza Dell'aversana, Anna Saviano, Maria Vittoria Cristiano, Theresa Crescenzo, Raffaella orefice , Claudia Canciello , Nicla di santo , Matteo de Cristofaro , anna Fusco , rosa Auletta, Imma Buonanno, Marta Granata, Floriana Papa, Rita Gargiulo. Il titolo della coreografia, sapientemenete creato dalla brava e bella Cristina Monticelli, è "asylum - la bottega delle bambole ". 

Giachetti nei guai: spunta la megavilla E parte l'accusa: "Così frega il Fisco"

La villa extralusso che inguaia Giachetti. Il sospetto: "Così frega pure il fisco"


di Giulio Zannini



«La campagna del Movimento 5 Stelle è disperata, scappano dai confronti e seminano bufale». Roberto Giachetti lascia intendere di voler mettere da parte materiale per i legali e magari per valutare qualche querela. Di là dai toni dei pentastellati e dalle repliche, la vicenda dei «casaletti» di Subiaco, località montana in provincia di Roma, corre il rischio di tagliare definitivamente le gambe al candidato del Partito democratico nella corsa alla guida della Capitale. A sette giorni dal ballottaggio, il duello con Virginia Raggi è sempre più ruvido e ora Giachetti potrebbe finire sotto le macerie delle sue abitazioni. Con la casa, del resto, si sono rovinati in tanti, fra i politici.

Basta ricordare la casa comprata «a sua insaputa» con il contributo esterno da Claudio Scajola, alle polemiche dell' appartamento con affitto pagato da Marco Carrai per Matteo Renzi e, ovviamente, l' immobile a Montecarlo col quale Gianfranco Fini ha chiuso, di fatto, la sua storia da parlamentare.

Di cosa stiamo parlando? La scorsa settimana nel confronto tv con gli altri candidati a sindaco di Roma, il vicepresidente della Camera aveva dichiarato di possedere due «casaletti» a Subiaco. Ma il tentativo di agire con la massima trasparenza gli sta tornando indietro come un pericoloso boomerang. Con alcune inchieste giornalistiche che hanno portato alla luce elementi discordanti con le affermazioni di Giachetti.

Il quale - ecco un rapido resoconto della vicenda - nel 2002 aveva acquistato un terreno a Subiaco, più precisamente in località Torretta dei Galli. L' affare dell' ex radicale riguardava un appezzamento in cosiddetta «area boschiva» nel cuore dei monti Simbruini, dove insistono più vincoli, tra i quali, secondo il Piano territoriale paesistico della Regione Lazio, quello di «Paesaggio naturale». A quel tempo, secondo il Catasto, sul terreno c' era solo un piccolo casale rurale di 6,5 vani, registrato come casa popolare. Nel luglio del 2006 il casale viene ristrutturato e i vani diventano 9, per 165 metri quadrati di superficie coperta. La categoria catastale non cambia. Nel frattempo spunta un nuovo casale di cinque vani accatastato come abitazione civile. Il secondo casale, dopo una serie di lavori, passa da cinque a 7,5 vani mentre ora al posto del casaletto c' è una nuova struttura della grandezza di 179 metri quadri e un' altra struttura di altri 317 metri quadri: un totale di 16,5 vani e 661 metri quadrati. A cui qualche tempo fa si è aggiunta una piscina, costruita con la demolizione e la ricostruzione di un fabbricato per lavori del valore di 500mila euro. Dall' amministrazione comunale hanno spiegato che «l' aumento di cubatura è stato fatto grazie al piano casa della Regione Lazio». A naso, sembrerebbero esserci, però, delle discordanze tra le superfici: l' ampliamento, insomma, sarebbe extralarge. Al Comune hanno detto che «non è possibile che sia così grande» mentre hanno spiegato che la piscina è «una pertinenza» e dunque tutto in regola.

Stando a quanto sostengono gli abitanti di Subiaco e pure dai rilievi fotografici pubblicati in pagina, l' operazione dell' immobiliarista Giachetti è destinata a diventare qualcosa di diverso da una villetta familiare. Tra le ipotesi, una Rsa (ovvero una residenza sanitaria assistenziale) magari per gli anziani; oppure, più verosimilmente, un agriturismo. Del resto, sarebbero stati costruite cinque camere con altrettanti bagni e, considerando la piscina, la struttura pare più destinata a ospitare villeggianti che anziani bisognosi.

La polemica coi grillini, si diceva. «Ma sì, poca roba, che saranno mai due casaletti a Subiaco. Se poi somigliano a una villa con piscina e due fabbricati per un' estensione di oltre 650 metri quadrati, ahò, pazienza. Però qui gatta ci cova, signori miei». È durissima la deputata Paola Teverna: «A noi risulta che con tutto questo accrocco di furbate Giachetti oggi paga solo 1/3 dell' Imu che dovrebbe pagare, ovvero circa 1.300 euro l' anno invece di 4.500.

Avete capito l'uomo che ha una storia? L'uomo delle liste all' antimafia? L'uomo in motorino (ma che sembra un' astronave)? Fa tanto la predica, si erge a cattedra morale del bene comune e poi la fa sotto il naso ai cittadini».

Terribile agli Europei, un volo pazzesco Il botto e la tragedia: un Paese è in lutto

Terribile lutto agli Europei, una tragedia assurda: un intero Paese sconvolto



Arriva la prima tragedia per gli Europei in Francia. Un tifoso dell'Irlanda è morto la notte scorsa a Nizza. Secondo la rete all news Bfm Tv, l'uomo era ubriaco ed è caduto da un parapetto precipitando per oltre otto metri.

Denuncia-bomba: "Elezioni truccate" Parla il candidato, terremoto politico

Bomba sul voto: elezioni truccate. La denuncia: quanto costa ogni voto



Un nuovo scandalo sta per travolgere le elezioni comunali a Roma. La denuncia arriva da un candidato nella lista Noi con Salvini, Daniele Dragone, che era in corsa per un posto nel Consiglio comunale. In un'intervista al tempo, Dragone lancia una bomba devastante: "Un voto a Roma si compra con dieci euro". L'uomo ha raccontato di essere stato contattato al telefono da uno sconosciuto che l'ha chiamato con un numero anonimo già nel corso della raccolta delle firme per la presentazione delle candidature. "Sono stato raggiunto telefonicamente un paio di volte prima delle elezioni - ha detto Dragone - All'inizio mi ero candidato a sindaco di Roma presentando 340 candidati tra Municipi e Comuni. In questa occasione mi hanno chiesto se mi servivano le firme per presentare le liste".

Secondo la storia di Dragone, l'intero voto romano potrebbe essere stato completamente inquinato da un "mercato delle vacche", dove i bovini sono gli elettori raggruppati in pacchetti da piazzare per un candidato pagante: "Milletrecento fime con otto-novecento euro, così mi hanno detto - ha aggiunto il leghista - Con questo pacchetto sarei potuto andare al Comune e presentare il simbolo con le firme dei cittadini per questa mia pseudocandidatura. Qualche mese dopo sono stato chiamato per acquistare i voti: a dieci euro potevo guadagnare cinquemila voti spendendo cinquantamila euro".

Dragone ha detto di aver sempre rifiutato l'offerta, anzi ora è pronto a spiattellare tutto ai giudici: "Sto preparando la denuncia. Sto acquisendo altro materiale". Il suo sospetto è che però tanti altri abbiano accettato quella scorciatoia e individuarli non sarebbe complicato: "Dicevano che potevano arrivare a un massimo di cinquemila voti. Credo che sia il bacino massimo che possono dare come disponibilità. Ripeto: c'è il mercato delle vacche, se magari questo gruppo di persone può garantire centomila voti, questi probabilmente verranno divisi tra vari candidati". Difficile immaginare che un movimento di voti del genere possa essere gestito da una sola persona: "La struttura è da verificare. Ma se andiamo a verificare però le firme presentate nelle varie liste di competizione elettorale secondo me ne vedremo delle belle".